Una azione performativa diretta a ridefinire il ruolo della moda e dell’individuo nell’epoca della massa quella con cui il marchio indipendente MARIOS ha celebrato i suoi 15 anni di attività durante l’appena conclusasi fashion week milanese. In scena la migliore sintesi del pensiero di un brand da sempre interessato a rimodellare i confini dell’atto del vestirsi, a scardinarne i codici fino quasi a disperderli.
Dallo spazio chiuso allo spazio diffuso di una location industriale, da una moda sottomessa a stereotipi di comportamento che negano l’individualità a una moda capace di liberarsi, di manifestarsi, di diffondersi appunto grazie anche alle poliedriche personalità dei membri della community che intorno al brand ruota. Amici, professionisti, artisti e creativi, legati da una estetica comune, chiamati a dare corpo all’evento Errorist Guerrilla Show, supportato da Camera Nazionale della Moda. Chiamati a interpretare lo spettacolo della sperimentazione, della multiculturalità, della controcultura al ritmo sempre più serrato di un desiderio di distacco dal pensiero dominante che ha ricadute evidenti anche sul modo di abbigliarsi.
Protagonista la SS/18 Errorist Collection: un impulso creativo che pone l’accento sull’errore, sul caos metodico che caratterizza i modelli iconici del brand e li restituisce in forme inattese, li assembla conciliando una matrice di stampo disorganizzato con gli elementi basici del guardaroba. Dentro una collezione fortemente contaminata dalla personalità di chi la indossa l’Io si espande in modo così esasperato da consentire mescolanze, scambi, metamorfosi. Ecco allora asimmetrie, tagli, pannelli e drappeggi, ibridazioni di gonne e pantaloni e decostruzione dei volumi. Il denim colorato e il popeline dialogano con il jersey, la georgette, il raso di seta, il nylon e le pailettes. Un gioco di contrasti che trova la sua ragion d’essere nell’errore, manifesto espresso a chiare lettere su abiti, t-shirt, gonne e shopping bag.
Ancora le collaborazioni come segno distintivo: Fantamarios, la capsule realizzata con Fantabody, si arricchisce di panel dress e leggings in microfibra coordinati e monospalla in paillettes e a questa si aggiungono gli occhiali da sole, fasce in metallo colorate, realizzati insieme a Robot, giovane brand italiano di eyewear.
Infine l’arte, altro elemento da sempre caratterizzante le collezioni MARIOS. Al centro dell’ex Opificio Comunale, luogo dell’evento, le sculture di Jonathan Vivacqua a spezzare l’intorno e instaurare un dialogo vicendevole con lo spazio.
Un prodotto in perfetto equilibrio tra concetto e design ho scritto una volta, frutto del lavoro di un duo creativo che ha il grande pregio di essere catalizzatore dei più disparati segni estetici e di saperli rielaborare in maniera critica dentro un perimetro fluido di contaminazioni.
Crediti: ART DIRECTION: Sabrina Ciofi @sabrinaciofi – CHOREOGRAPHY: Leszek Chmielewski @leshek_chmielewsky – FOTO: Daniele de Carolis @deca_x and Stacie Yue @stacieyue – STYLING: Lori Girgenti @lorigirgenti – HAIR: Piera @piera86 – MAKE-UP: Claudia Malavasi @claudia_malavasi – SOUND DESIGN: Antonio Spitaleri @spitanto – VIDEO MAKER: Federico Tinelli – SHOW INSTALLATION / DOMURA IRON SCOLPTURE: Jonathan Vivacqua @jonathanvivacqua – EARRINGS in collaboration with Jonathan Vivacqua @jonathanvivacqua – SUNGLASSES MARIOBOTS in collaboration with ROBOT EYEWEAR @roboteyewear – BODY FANTAMARIOS in collaboration with FANTABODY @fantabody
La foto di copertina e le foto di backstage sono di Giulia Mantovani