GASA*, DOLCEZZA E FORZA DEL VESTIRE

C’è qui un tempo narrativo che sembra cristallizzato nel tempo della poesia, il tempo di una figura i cui contorni non si esauriscono in un costrutto armonioso ma esplorano la forza centrifuga, in atto e potenziale, che da essa si sprigiona.

C’è qui la testimonianza della moda come fatto complesso, come fenomeno che manifestandosi nell’atto quotidiano del vestirsi cela tutte le sue significazioni. Perché se è vero che rapidità e semplificazione sono le cifre del nostro tempo la sfida, qui felicemente riuscita, è quella di descrivere la complessità in maniera comprensibile. Eppure lirica.

Il termine “gasa”, mutuato dalla lingua spagnola con il significato di garza, è quello scelto dall’omonimo brand giapponese fondato nel 1994 sotto la direzione creativa del designer Mie Igarashi.

“La garza è piacevole e morbida. È il primo tessuto con il quale un bambino viene a contatto quando nasce e si usa per fasciare ferite e lesioni. Sebbene sia fine e sottile, ha in sé caratteristiche di dolcezza e di forza perché avvolta intorno al corpo la garza lo protegge con calore. Abbiamo creato il nostro marchio con l’ambizione che i nostri abiti fossero espressione della stessa dolcezza e della stessa forza.”

Il simbolo “*” che accompagna il nome del brand intende evocare il colore del mare e la luce che si riflette sulla sua superficie: tensione implicita alla sconfinatezza, di più, l’infinitezza. Il naufragare dolce in un vestire che sogna uno spazio assoluto e tempo assoluto e lo accorda con la nostra cognizione empirica dello spazio e del tempo.

“Il progetto è iniziato creando, con materiali naturali, il nostro tessuto. Ora realizziamo le collezioni pensando ad un total look che vesta la donna da capo a piedi, inclusi gli accessori. C’è sempre un’ importante riflessione sull’uso dei colori e sulla loro giustapposizione per ottenere un equilibrio di fondo, oltre che una propensione per le sovrapposizioni, un modo di abbigliarsi fatto di strati diversi. Infine, una grande attenzione ai dettagli ottenuti combinando le tecniche di lavorazione del costume etnico con la nuova tecnologia.”

Una indistinta vaghezza avvolge l’atmosfera di queste immagini che si riferiscono alla collezione FW/18-19; un senso di nobiltà e gentilezza. La moda resta sempre un punto privilegiato dal quale osservare il reale e mi piace constatare che oggi, per poco che sia rimasto da raccontare, c’è ancora chi continua a raccontare.

“Il designer Mie riesce a esprimere il proprio mondo arricchendolo con la sua originalità, come fosse una spezia, e rielaborando così il concetto di eleganza giapponese.”

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