AFSHIN VARJAVANDI, IL CORPO CHE DANZA

Corpo. Gesto. Movimento. Corpo mobile e vivente. Corpo che danza. Un tuffo nella contingenza assoluta del presente. Attraversato dal tema dell’amore – quello per le proprie origini, per l’Altro e per la loro mescolanza – il lavoro di Afshin Varjavandi è uno spazio aperto alla riflessione e alla sperimentazione, un territorio sempre in evoluzione che indaga la complessità dell’animo umano in una continua alternanza di tensione fisica ed emotiva, di potenza carnale e poesia sensuale.

Ballerino (DaCru dance company), coreografo e fondatore di INC InNprogressCollective, gruppo stabile di giovani artisti (Luca Calderini, Mattia Maiotti, Jenny Mattaioli, Elia Pangaro, Debora Renzi) promotori di nuove forme di street art contemporanea, danze urbane e tendenze, nato nel 2006 a seguito del debutto di “HEIM”, composizione coreografica vincitrice assoluta della Settimana Internazionale della Danza di Spoleto che al suo debutto ha attirato l’attenzione di Elisabetta Terabust, del Prof. Alberto Testa e di tanti altri addetti ai lavori, Afshin percorre con la danza il labile confine tra fisicità e sfera intima e spirituale.

INC innprogresscollective_toPray_Ph. Credito Costanza Coloni

INC innprogresscollective, toPray, ph. Costanza Coloni

“Cerco di raccontare la contemporaneità attraverso il linguaggio fisico, che è il linguaggio del corpo, mescolando danze urbane, hip hop e street dance con una fascinazione che mi accompagna fin da quando ero piccolo, quella cioè per l’arte “alta” e per i suoi aspetti più concettuali. Il mio è un lavoro molto legato al gesto, sono innamorato del linguaggio gestuale degli esseri umani e credo che esso stesso sia miracolosamente una danza. Una forma di espressione molte volte più efficace di quella verbale che è diventata la vocazione della mia vita.”

Nato in una famiglia persiana che nel 1979 è fuggita dall’Iran a seguito della rivoluzione che ha trasformato la monarchia del Paese in una repubblica islamica sciita, nonni paterni di origine indiana, quelli materni russi dell’Uzbekistan, cresciuto a Perugia, Afshin declina la sua componente multiculturale nel suo lavoro facendone un tutt’uno, un crocevia di geografie, odori, colori, riferimenti religiosi. Contaminazione e alterità come strumenti per una nuova modernità.

INC innprogresscolletive_toPray_Ph. credit Costanza Coloni

INC innprogresscolletive, toPray, ph. Costanza Coloni

“Il mio è stato un approccio molto naturale alla danza. Da quando ho memoria mio fratello (Omid Ighani street choreographer & dancer ndr) ballava in casa e quasi per osmosi ho assorbito questa attitudine, anzi ero convinto che la danza fosse una componente presente in tutte le famiglie. Verso i quattordici anni ho iniziato con i corsi, il primo maestro è stato proprio mio fratello e poi nel tempo ho continuato a studiare ed approfondire le mie ricerche. Dalla vittoria di “Heim” non ho mai più smesso di ballare e a quella sono seguite tutta una serie di altre produzioni che mi hanno portato in giro per il mondo, a New York per esempio, con Oceania (2012), presentato al Festival LaMaMa Moves presso Ellen Stewart Theater.”

INC innprogresscollective_oceania_Ph. credit Julieta Cercantes for The NYT jpg

INC innprogresscollective, Oceania, ph. Julieta Cervantes for The New York Times

Cogliere lo straordinario, il surreale, nella realtà è il compito dell’artista: grazie a questa sua prerogativa il mondo può divenire ciò che non è (come la pipa di Magritte) e la trama della realtà si apre e noi riusciamo a penetrarla e a capovolgerla e dopo averla capovolta aneliamo a volare su di essa, per poterla guardare dall’alto (come gli amanti di Chagall). La poetica di questi due grandi autori ispira ÓSEMÁN, che in persiano vuol dire “il cielo”, uno spettacolo nato da una riflessione sulla luna blu, lo straordinario accadimento astronomico durante il quale si assiste al sorgere di due lune piene nell’arco di un solo mese. Alcuni incontri nella vita sono rari quanto la luna blu, e straordinaria è allo stesso modo la capacità degli esseri umani di provare un amore che sia puro ed incondizionato, frutto di una scelta libera, incurante delle rinunce o delle circostanze imposte dal destino. Un amore che per la maggior parte del tempo fluttua sulle nostre teste e che qualche volta, per caso, ci capita di vedere quando alziamo gli occhi al cielo. Un amore che è come una nuvola, che rincorriamo e tentiamo di afferrare o anche solo di toccare con un dito.

INC innprogresscollective_osemàn_Ph.credit Costanza Coloni

INC innprogresscollective, Osemàn, ph. Costanza Coloni

“Uno spettacolo che parla dell’amore e delle mie cose più segrete, una visione molto romanzata ma allo stesso tempo dai risvolti anche solitari. Te ne parlo proprio oggi, nel giorno della scomparsa del grande direttore d’orchestra e compositore Ezio Bosso il cui brano “La dodicesima stanza” è stato il punto di partenza, l’ispirazione per questo mio progetto. Sulle sue note ho iniziato un lavoro complesso e impegnativo nei confronti dei danzatori, costringendoli a scavare dentro la loro interiorità, a metabolizzare eventi, a un’auto-analisi difficile ma con precise finalità drammaturgiche.”

ÓSEMÁN, dice Afshin, racconta un momento in cui l’amore ci chiama a danzare, pullulanti, caldi, violenti e audaci, sotto un cielo in tempesta.

ÓSEMÁN, aggiungo io, racconta un momento in cui l’amore ci chiama da dentro la vita, ci costringe a rinunciare all’immobilità dell’amore, a percorrere come lo zèffiro ogni casa, ogni porta così come è scritto in quella meravigliosa poesia persiana:

“[…] Il Tuo amore, il mio triste cuore,

 l’ha intessuto nella stoffa dell’anima mia,

 filo a filo, corda a corda,

 trama a trama, ago ad ago.

 Entro il suo cuore ha vagato Tahirih

 E non ha visto che Te

 In ogni pagina, in ogni recesso,

  in ogni velo, in ogni piega.”

 —Tahirih  poetessa mistica persiana

Afshin Varjavandi_portrait_ph. credit Giovanni Bocchieri

Afshin Varjavandi, portrait, ph. Giovanni Bocchieri
Cover story: Afshin Varjavandi by Giovanni Bocchieri 

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Afshin Varjavandi: Instagram

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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