Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto
vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia:
di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
molti dolori patì sul mare dell’animo suo,
per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.
Odissea, Libro I
Sembra di valicare i confini del mondo reale, quando si entra a galleria Zero per vedere la mostra “Ulisse Lineare”, la collettiva che presenta opere di Yuri Ancarani, Micol Assaël, Mario Dellavedova, Hibert Duprat, Massimo Grimaldi, Yu Ji e Atiéna R. Kilfa. Dopo il superamento dell’ingresso, esattamente come accade nell’Odissea, ci si trova in uno spazio in cui le coordinate dell’eroico e dell’umano non sono più valide. In questo spazio diverso, vivono esseri e figure che la ragione non può concepire: è il mondo del fantastico e dell’immaginario, dell’irrazionale e dell’irreale, della magia e dell’incantesimo.
Micol Assaël, Critical Loudness (detail), 2016-2021, installation view at Ulisse Lineare, ZERO..., Milan, 2021, Ph. Roberto Marossi
Quale oggetto del racconto epico, Omero ha scelto la fase estrema e insieme decisiva del ritorno e con esso il senso di fatalità che incombe su Ulisse che, dopo la vittoriosa conquista di Troia, si mette in viaggio verso la patria con la sua flotta. Ma poi, separato dagli altri, deve affrontare più avventure di ogni reduce e più a lungo deve restare diviso dai cari. Infine, solo impiegando tutte le sue forze fisiche, psichiche e intellettuali può riconquistare ciò che gli appartiene.
Immaginiamo ora che sulla via del ritorno, nel mezzo della circolarità connessa a questo movimento che conduce di nuovo verso il punto di partenza, intervenga l’azione divina, sotto la guida dell’unico sommo dio Zeus. A disegnare, partendo da uno dei punti della circonferenza intorno alla quale si sviluppa l’intero poema, una retta tangente. Ecco allora che sospeso in questa ipotetica linearità, cristallizzato nel momento intermedio di questo processo, si delinea un altro Ulisse, eroe nuovo, protagonista di una nuova epopea contemporanea.
Installation view at Ulisse Lineare, ZERO..., Milan, 2021, Ph. Roberto Marossi
I suoi incontri con streghe e giganti, con mostri e mangiatori d’uomini, il suo viaggio agli Inferi, i suoi contatti con esseri demoniaci, si materializzano lungo un originale percorso espositivo che vede compiersi un destino alternativo. Destino lineare in cui la figura umana, il volto in particolare, emerge secondo varie possibilità fenotipiche.
E’ per esempio il volto del protagonista dell’opera video di Yuri Ancarani Perché devo morire io, 2021 o quello appeso alla parete del dipinto di Mario Dellavedova, olio su tela dal titolo Olfatto strofinato su tela crêpe, 1992. Insieme ai volti digitali di Massimo Grimaldi Scarecrows, 2021 che appaiono e scompaiono, mutando continuamente, dentro gli schermi degli Apple iPad Pro allestiti nello spazio inferiore della galleria.
Yu Ji, Flesh in Stone - Component #3, 2017, installation view at Ulisse Lineare, ZERO..., Milan, 2021, Ph. Roberto Marossi
Il mondo dell’epos diventa l’immagine speculare del mondo reale nel quale viviamo, e nel quale l’uomo è immerso senza scampo, con i suggestivi lavori delle due artiste emergenti Atiéna R. Kilfa Nevermind (Screentest I), 2021 e Yu Ji Flesh in Stone – Component #3, 2021: un video a parete il primo e un’opera scultorea il secondo. E con essi, la linea riprende il suo moto circolare e la via di un ritorno sottomesso alla potenza inesorabile e incomprensibile del destino.
Cover story: Atiéna R. Kilfa, Nevermind (Screentest I), 2021, installation view at Ulisse Lineare, ZERO..., Milan, 2021, Ph. Roberto Marossi
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Ulisse Lineare | Galleria Zero, Milano Via Carlo Boncompagni 44
Con opere di: Yuri Ancarani, Micol Assael, Mario Dellavedova, Hibert Duprat, Massimo Grimaldi, Yu Ji e Atiéna R. Kilfa
fino al 19 febbraio 2022