Proseguendo nell’innovativo percorso voluto da Elisa Bonzano ed Enrico Angelino, alla guida della galleria dal 2022, e con la volontà dichiarata di intraprendere un dialogo diretto, aperto e frontale sui rapporti tra esseri umani, la Natura e i vari ecosistemi socio-culturali, Tempesta Gallery dedica, a partire dal 24 marzo, la seconda personale all’artista Alma Heikkilä (Finlandia, 1984) dal titolo “Hot prefrontal cortex”.
Tematiche urgenti e non rimandabili, dall’antropocene al genere, affrontate con una nuova modalità di confronto e raffronto tra epoche e momenti diversi della storia dell’arte, sono quelle che la galleria pone al centro della propria originale proposta che bene si esprime anche in questa occasione.
Heikkilä presenta infatti un nuovo corpus di opere che ritraggono intricati schemi di crescita e decadenza. Lavorando con pittura, gesso, resina, organza, spazio e luce, l’artista finlandese trae ispirazione per la sua ricerca passeggiando nelle antiche foreste boreali e immaginando gli infiniti processi che si verificano sul suolo, sotto la superficie della terra e all’interno dei tunnel oscuri e morbidi del nostro corpo.
Del resto – scrive Bourriaud – gli artisti dell’antropocene hanno imparato che tutto è materia, che niente potrebbe più costituire uno sfondo indifferenziato sul quale sovrapporre un’attività. Questo nuovo regime mentale avvicina sfere un tempo separate: il vegetale, l’animale, il minerale, il molecolare, il robotico e il sociale si rivelano interdipendenti, si riecheggiano continuamente.
Che cos’è la vita? Cosa significa essere un essere umano? Cos’è un essere umano? Come funziona il corpo insieme ad altri corpi e forme di vita? Cosa significa dire che la vita nella biosfera è simbiotica? Questi gli interrogativi dai quali muove la sua ricerca, che potrebbe tradursi in una sorta di immersione nel mondo interno e molto spesso invisibile: quello della vita che brulica dentro il tronco di un albero in decomposizione o all’interno del nostro intestino. Perché, sosteneva Eduardo Kohn in Comment pensent les forets:
Il mondo al di là dell’umano non è un mondo sprovvisto di senso, al quale sarebbero gli umani a dare senso.
Nel suo testo “Inclusioni. Estetica del capitalocene” sempre Bourriaud pone l’attenzione sul fatto che, a partire dalla rivoluzione agricola del Neolitico, la specie umana cessò di sentirsi immersa nel suo ambente e ne prese invece il controllo. Se l’antropocene non è altro che una “crisi della misura umana”, è perché tale programma di controllo trova oggi i suoi limiti tra i due infiniti del minuscolo e dell’immensità, del virale e del globale. Dagli anni Novanta sono diversi gli artisti che, come Heikkilä, con il loro lavoro testimoniano l’importanza del vivente microscopio nell’arte di oggi. Si pensi a Carsten Höller, particolarmente affascinato dai funghi, o alle sculture batteriologiche di Anicka Yi (in mostra a Pirelli Hangar Bicocca fino al prossimo 24 luglio), oppure alle tele di ragno di Tomás Saraceno.
Il progetto pensato da Heikkilä per Tempesta Gallery si configura come una riflessione sulla condizione umana, la sua transitorietà all’interno di una biosfera costituita da interdipendenze simbiotiche, tra organico ed inorganico, muffa e pietra, vita e tempo, cibo e secrezione. La pratica dell’artista finlandese è un tentativo di articolare e fare spazio per ragionare proprio su queste trasformazioni e dell’impossibilità degli esseri umani di avere il quadro completo: i misteri della vita sfuggiranno sempre alle nostre capacità percettive e ai nostri sistemi di conoscenza.
Una percentuale della vendita delle opere presenti alla mostra sarà devoluta a sostegno dell’Ucraina e del suo popolo.
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Alma Heikkilä | Hot prefrontal cortex
Tempesta Gallery | Foro Buonaparte 68, Milano
Vernissage 24 marzo ore 18
In mostra fino al 31 maggio
Aperto da martedì a venerdì 15:00-19:00