È questo contrasto tra metallo e spazialità aerea,
spesso abitata da filamenti e “ricami metallici”,
a creare quella “titubanza percettiva” che, a mio avviso,
costituisce uno dei maggiori fattori enigmatici
nell’opera di Colombara
cosa sta avvenendo negli strati profondi della vita.
–Gillo Dorfles
Il Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova dedica a Piergiorgio Colombara (Genova, 1948) la mostra personale “Neroro”. Il progetto espositivo, a cura di Giorgia Ligasacchi, visibile fino al 5 febbraio 2023, fa riferimento nel titolo al ciclo di dipinti inediti, acrilici su tela, tutti di grande formato, realizzati tra il 2017 e il 2021.
Piergiorgio Colombara, Veduta della mostra Neroro, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova, gennaio 2023Noto soprattutto come scultore, Colombara esibisce in questa occasione alcune delle sue opere iconiche come Suononous (1985), Mulino (1992), Lacrime di vetro (1977), L’audace carena (2007) e Culla (2014), ma anche una serie di dipinti che mettono in luce un altro aspetto della sua ricerca, iniziata negli anni Settanta proprio con la pittura e proseguita poi dai primi anni Ottanta con la scultura. A sottolineare il mutuo transito tra le due discipline, dove un’arte passa reciprocamente nel campo dell’altra, sono esposti due lavori del 2017, un dipinto e una scultura per l’appunto, che recano lo stesso titolo Inpunta.
Il percorso espositivo è costruito come una sorta di esperienza, visiva e sensoriale, alla scoperta della poetica di un artista che si è rivolto al “materico” e che ha fatto dell’ibridazione dei materiali uno dei tratti distintivi della sua indagine. Ottone, rame, piombo, alluminio, vetro soffiato, cera, ferro, bronzo, ceramica, frammenti di specchio, corde, cartapesta, riporti fotografici costituiscono la grammatica del processo creativo di Colombara, sempre teso a innestare una cosa sull’altra, a montare, combinare, congiungere ciò che di solito è separato. Il risultato è quello straniamento, quella titubanza percettiva di cui parla Dorfles, che si genera dall’abilità dell’artista di sovvertire le regole giocando con la fantasia, dando libero sfogo alla sua inventiva.
Piergiorgio Colombara, L’Audace Carena, 2018, Bronzo, cm 470x90x80, Collezione Studio CopernicoIn riferimento alla scultura materica, è ancora il critico d’arte e filosofo a scrivere: «La ragione di queste ricerche è evidente: la “bella scultura” levigata, lucente, […] assume piuttosto l’aspetto del soprammobile che quello della creazione autonoma e non permette di trasferire alla scultura quel carattere di immediatezza propria dei nostri giorni. Questo può forse giustificare la proliferazione, spesso tumultuosa e pleonastica, di queste vegetazioni metalliche, di queste concrezioni lignee, di queste grumose cretacee.»*
Visione progettuale e impulso fecondo si inseguono e si sfuggono, si congiungono e disgiungono, delineando un territorio di frontiera tra mondi di solito ritenuti alternativi. É da questa dialettica, serrata e costante, che affiora il timbro lirico del lavoro di Colombara. Dall’alternanza dei vuoti e dei pieni, dal ritmo del silenzio e del suono. Da un esito mai disgiunto da quel senso di leggerezza e fragilità che riconnette l’uomo con il significato profondo della sua transitorietà.
Piergiorgio Colombara, Veduta della mostra Neroro, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova, gennaio 2023*Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell’arte d’oggi. Dall’Informale al Neo-oggettuale, Feltrinelli Editore, Milano, 2017
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Piergiorgio Colombara, Neroro
A cura di Giorgia Ligasacchi
Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Via J. Ruffini 3 Genova
2 dicembre 2022 – 5 febbraio 2023
Cover story: Piergiorgio Colombara, Veduta della mostra Neroro, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova, gennaio 2023