A partire dal 31 gennaio, nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 e in occasione di ARTEFIERA, IGOR Libreria e Senape Vivaio Urbano presentano la mostra di Roberto Dapoto (Piacenza, 1980) “PITTURA da FOTOGRAFIA”, a cura di Leonardo Iuffrida.
Fotografare è diventato un gesto abitudinario ed automatico che ci trasforma in fagocitanti divoratori seriali di porzioni di realtà. Ma credendo di salvare il presente con un click, ne perdiamo il senso. Dapoto scardina questo meccanismo, dipingendo ad olio da fotografia. La sua pittura restituisce memoria e tempo al ricordo sepolto, trasformando scatti quotidiani, selezionati dal suo smartphone, in dipinti che si fanno ponti verso un altrove dove coltivare la meraviglia. L’artista non dipinge dal vero o attingendo esclusivamente alla fantasia personale, ma partendo dallo scatto e dal modo in cui oggi pensiamo e vediamo il mondo: fotograficamente. L’immagine che brilla dal monitor del computer viene contemplata e tradotta in pittura. La fotografia congela l’attimo, mentre il gesto pittorico diventa un lento mantra meditativo di sospensione che offre luce, materia, densità, profondità e bellezza al più comune istante. L’immagine fotografica viene spogliata della sua oggettività e vestita di impressioni stratificate e intimi ricordi.
Le scene e i soggetti scelti raccontano momenti che nella loro pura ordinarietà hanno attraversato la vita dell’artista e quella di ognuno di noi: un fiore, un ex amante, un selfie di gruppo, delle farfalle, delle bandiere al vento. Sorrisi, amori, cieli e natura a cui ci sentiamo intrecciati ma che, distrattamente archiviati nelle memorie virtuali, si riducono a giga occupati nei nostri device. Nelle opere di Dapoto non conta tanto aver documentato la realtà o averla rappresentata, quanto la durata del tempo ad essa dedicata. La pittura salva il ricordo. Il ricordo estende la vita. Un’immersione in un tempo espanso in cui perdersi, un racconto introspettivo e intimo in cui riconoscersi. Un elogio alla preziosità del tempo come rifugio dalla velocità del mondo.
Le campiture di colore sintetiche e le dimensioni delle tele, di grande o piccolo formato rispetto alla foto originale, modificano il punto di vista e straniano l’immagine per amplificarne una diversa percezione rispetto al quotidiano. Le opere, visibili sino al 23 febbraio, non sono accostate seguendo un racconto lineare, ma sono disposte per libere associazioni e, nella varietà delle dimensioni, mimano lo zoom su uno schermo digitale ed il processo di concentrazione sull’immagine da parte di Dapoto. La sfocatura da cui emergono le figure conduce verso quello stato onirico in cui l’artista si perde quando rievoca il sapore del vissuto celato oltre il visibile.
L’allestimento isola i lavori, tentando di creare lunghe pause e climax percettivi che permettano di dilatare gli intervalli temporali tra noi e il mondo esterno, ma anche di replicare il lungo processo epifanico di rivelazione del ricordo.
Cover story: Roberto Dapoto, Bandierine, 18×44 cm, 2023