Al via ieri la quarta edizione di Panorama Monferrato, la mostra diffusa organizzata da ITALICS con lo scopo di mettere in relazione arte, architettura, antichità e contemporaneo con il territorio e le sue comunità. Dopo Procida (2021), Monopoli (2022) e L’Aquila (2023), la manifestazione approda quest’anno nel Monferrato, con un progetto a cura di Carlo Falciani che coinvolge 4 comuni – Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole – e presenta 150 opere d’arte tra scultura, pittura, video e installazioni site-specific.
Tra le 62 gallerie presenti, Raffaella Cortese partecipa con uno dei primi lavori di Franco Vimercati (Milano, 1940-2001): una ricognizione fotografica condotta nell’area geografica delle Langhe in stretta connessione con l’ambiente e i suoi abitanti. Realizzata nel 1973, la serie intitolata Sulle Langhe, di cui alcune opere sono esposte sino all’ 8 settembre presso l’Ex-Cottolengo di Camagna (via Matteotti 30), mette insieme ritratti in bianco e nero che colgono immobili i soggetti nella loro fissità. Sono le persone che popolano un paese della campagna piemontese dove Vimercati era solito trascorrere il periodo delle vacanze estive: il panettiere con il figlio, la titolare della posteria, la pettinatrice, il mediatore di uve, la macellaia, tanto per citarne alcuni.
Fedele alla sua poetica rigorosa ed essenziale, e a un’attitudine operativa che pone enfasi sull’oggettività dell’opera, l’artista approccia questa ricerca alla stregua di un lavoro classificatorio dei mestieri. Esautoramento dell’autore, tendenza minimalista, interesse per le sollecitazioni intellettuali: tutti gli elementi che compongono la sua grammatica sono già ravvisabili in queste immagini.
Dopo questa prima esperienza, Vimercati esaspera il suo approccio concettuale all’arte visiva concentrandosi sulla regola, il rituale operativo, la serialità, la rigorosa pratica di trovare il diverso nell’uguale. E isola, per tutti gli anni a venire, l’esperienza del fotografare all’interno delle mura di casa. Ne è un bell’esempio l’opera Senza Titolo (Brocca) del 1980 esposta in questa occasione.
Nasceranno in seguito la serie Zuppiera che ha impegnato l’artista per quasi 10 anni, dal 1983 al 1992, e la serie Capovolte, che raccoglie immagini rovesciate in cui il soggetto fotografato finisce per eclissarsi del tutto. Con lui scompare anche il fotografo che, non intervenendo, lascia immutate le cose esattamente come esse vengono proiettate sul fondo della macchina fotografica, senza ruotarle di 180°, senza renderle leggibili all’occhio umano.
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Cover story: Franco Vimercati, Monforte d’Alba, Macellaia, 1973, dettaglio, Cortesia dell’Archivio Franco Vimercati, Milano e di Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albissola, Copyright: Eredi Franco Vimercati