Fedele alla sua linea di ricerca, che predilige l’arte dell’Est Asia (principalmente Giappone, Cina e Corea del Sud), Numero 51 – Concept Gallery presenta It’s all Paperwork, la prima personale in galleria di Yansu Wang (Harbin, Cina, 1992). L’inedito progetto espositivo muove dalla vicenda personale dell’artista, che trasferitasi in Italia nel 2015 riceve in dono da un amico un quaderno con una mappa di Milano all’interno. Il gesto diventa pretestuoso alla creazione di un Junk Journal personale (un quaderno riempito di collage con materiali riciclati) in cui narrare la propria vita quotidiana. Un racconto intimo fatto di scontrini, biglietti del cinema, brochure, multe, manuali di istruzioni, password Wi-Fi di hotel scritte su pezzi di carta, involucri di caramelle e molto altro, che traduce l’esperienza del vivere in esperienza artistica.
La mostra raccoglie una selezione di libri pop-up oltre a nuove opere realizzate in collaborazione con Pineider, che ha fornito i suoi preziosi quaderni e carte per i nuovi lavori dell’artista. Del resto, è proprio dalla Cina che ha inizio la lunga storia della carta. Si narra infatti che nel 105 d.C. Tsai Lun, un dignitario della corte imperiale, inventò il modo di fabbricarla partendo da brandelli di stoffa usata. Una particolare reinterpretazione artistica si affermò in seguito, a partire dalla metà del XIX secolo, attraverso le composizioni Bapo o Otto Frammenti: una tecnica considerata distinta dalla pittura e dalla calligrafia tradizionali, che utilizzava vari elementi per decostruire concetti culturali e creare immagini con giustapposizioni sempre nuove su carta.
Sono queste suggestioni a comporre il vocabolario visuale di Wang, che riscoprendo “una forma d’arte storica e radicalmente moderna che non era mai stata documentata e che era quasi dimenticata” (scriveva Wu Tung, Senior Curator of Chinese Art presso il MFA di Boston che nel 2017 ha dedicato una mostra a questo insolito stile pittorico) sperimenta giocando con parole, simboli e significati, costruendo un ecosistema fatto di connessioni sottili e inattese. Allo spettatore il compito di decifrare, ciascuno secondo le proprie risonanze emotive, questa metafora dolce e inquieta dell’esistenza, di perdersi nei meandri del collage abbandonandosi al viaggio della fantasia e scoprendo nei frammenti dell’altro frammenti della propria realtà. Un’invenzione del 1912 dei pittori Braque e Picasso, che dimostra ancora oggi tutta la sua vitalità.
Con questa mostra, visibile sino al 16 marzo 2025 (ma anticipo che l’1 marzo è in programma un workshop con l’artista), la galleria prosegue nell’intento di accendere i riflettori sul vivace mondo dell’arte asiatica. Complici di questo orientamento i frequenti viaggi e la fascinazione dei due fondatori Julia Rönnqvist Buzzetti e Andrea Deotto per l’universo orientale, che trova nello spazio milanese di Viale Emilio Caldara 51 una sorta di ancoraggio. Un laboratorio di idee, aperto alla sperimentazione e alle collaborazioni, in cui confluiscono manifestazioni creative sempre originali e uniche nel panorama espositivo cittadino.
Cover story: Yansu Wang, It’s all Paperwork, Installation view at Numero 51 – Concept Gallery, Milano 2025, Ph. Andrea Deotto