Carla Sozzani festeggia i 25 anni della sua Galleria con una mostra dal titolo Fotografia Futurista curata dallo storico e critico d’arte Giovanni Lista. Sono esposte più di 100 fotografie, in stampe originali provenienti da collezioni pubbliche e private, di 31 autori attivi tra la fine del secolo scorso e gli anni ’40 che raccontano del modo in cui i futuristi hanno fatto proprio il linguaggio della fotografia. “Sembra un quadro” è una cosa che non ci interessa, è per noi una cosa assolutamente superata scrivevano nel 1930 Marinetti e Tato (Guglielmo Sansoni) siglando il Manifesto della Fotografia Futurista. E ancora: noi vogliamo realizzare una rivoluzione per un progresso della fotografia. Far sconfinare la scienza fotografica nell’arte. Ecco l’obiettivo futurista.
Coraggiosi, audaci e ribelli, gli artisti si imbattono in una serie di sperimentazioni con l’intento di affrancare la fotografia dal suo ruolo tradizionale perché smetta di essere fotografia pittorica a servizio della riproduzione del reale e diventi, per contro, mezzo espressivo capace di comunicare con codici propri.
La fotografie diventano allora immagini artificiali e non semplice trasposizione del reale, esercizi volti a produrre sedicenti foto spiritiche, immagini grottesche e chiaramente manipolate nelle quali pare che fantasmi si materializzino attraverso sovraesposizioni e esposizioni multiple. Facendo uso della tecnica del fotomontaggio il mezzo fotografico diventa strumento funzionale alla scomposizione dell’io e a rivelarne la sua molteplicità in lavori quali “Io multiplo“ di Alinari o “Io – Noi” di Boccioni.
Sposando quel desiderio di vitalità e libertà che permeava tutte le avanguardie europee, i fratelli Bragaglia si fanno inventori del fotodinamismo. Il movimento e la forza insita nel movimento stesso vengono esaltati in scatti che ritraggono corpi alle prese con gesti repentini, come fossero colti in tante stazioni intermedie del gesto.
Depero dal canto suo sperimenta il fotoritratto come mezzo per elevare l’immagine dell’artista d’avanguardia e riesce a dare corpo e concretezza ad alcune idee del futurismo che passano così dalla forma di proclamazione verbale alla forma visiva.
Per approdare infine agli anni ’20 e ’30 in cui la ricerca fotografica si estende a foto-collage, foto-performance, composizione di oggetti come sguardi che si pongono al di fuori della contesto storico-culturale del fascismo e intendono estraniarsi dall’iconografia di regime.
La mostra è un un viaggio dentro una realtà in divenire, sperimentale, di rottura.
“Perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.”
Così scriveva Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto Futurista del 1909.
In mostra fino al 1 novembre 2015 presso Galleria Carla Sozzani, Milano www.galleriacarlasozzani.org
Foto di copertina di Elisabetta Brian
Le foto della mostra sono state gentilmente concesse da Galleria Carla Sozzani, Milano
Maggiorino Gramaglia, Spettralizzazione dell’Io, 1931, fotomontaggio. Coll.Museo Nazionale del Cinema, Torino.
Fortunato Depero, Autoritratto con pugno, Roma 24 marzo 1915, foto-performance. Mart, Archivio del ‘900, Fondo Fortunato Depero
Fratelli Bragaglia, Giovane che si dondola, fotodinamica 1912. Fondazione Primo Conti, Fiesole, Fondo Sanminiatelli, Corrispondenza Bragaglia-Sanminiatelli
Mario Nunes Vais, L’attore Leopoldo Fregoli, 1906. Gabinetto Fotografico Nazionale, Roma (ICCD-MiBACT)