Un collettivo formato da 4 donne, Eva Cenghiaro, Giulia Gabrielli, Gabriella Guida e Alessandra Saviotti, fondato a Venezia (durante gli studi universitari allo IUAV) nel 2006, che ha scelto il consumo del cibo e la legislazione che ne regola la produzione e la distribuzione come terreno d’elezione per la propria indagine artistica.
All’ultima edizione di ArtVerona | Art Project Fair, la fiera d’arte moderna e contemporanea che si è conclusa lo scorso 17 ottobre a Verona, nella sezione dedicata a collettivi, associazioni no profit e fondazioni impegnati in percorsi di ricerca sul contemporaneo, curata da Cristiano Seganfreddo, c’era anche Aspra.mente a misurarsi con il tema proposto per quest’anno, quello della Condivisione/Sharing. Una riflessione sulla possibilità della condivisione appunto e della collaborazione alla luce dei cambiamenti generati dalla sharing economy, con l’intento di riportare l’attenzione sul delicato equilibrio che sempre più occorre presidiare per configurare nuovi valori sociali condivisi e dare vita a forme inedite di convivenza economica, sociale e civile.
“Per noi il 2016 é un anno speciale: é il nostro decimo compleanno!” dice Alessandra una delle co-fondatrici. “Abbiamo voluto sfruttare l’occasione per condividere il nostro percorso riproponendo il lavoro sugli agrumi con il quale abbiamo iniziato la nostra storia. Abbiamo preso in esame il contesto della produzione dell’arancia rossa in Sicilia intervistando alcuni produttori locali e scoprendo che non riescono più a guadagnare dalla produzione della arance perché la regolamentazione inerente l’importazione ed esportazione di prodotti internazionali in Italia e viceversa penalizza di molto il loro commercio.”
Occasione per sensibilizzare anche in merito alla questione dello sfruttamento dei migranti, delle violenze e delle condizioni miserabili alle quali devono sottostare i braccianti che raccolgono gli agrumi nelle campagne italiane.
Parallelamente alla ricerca legata alla legislazione, quindi a fattori di carattere economico e politico, il collettivo ha focalizzato la propria attenzione sull’iconografia delle cartine che avvolgono le arance “scoprendo cose di cui non immaginavamo nemmeno l’esistenza, per esempio che ci sono dei collezionisti che collezionano le carte agrumi il cui design è rimasto praticamente invariato dagli anni ’50 in poi.”
Di qui la decisone di lanciare una open call per ridisegnare questa carta agrumi. Lo street artist che ha vinto, di cui per altro non si è mai scoperta l’identità, ne ha realizzate due versioni: una con la X e una con il tondo, i due elementi che si utilizzano nel gioco del Tris. Il progetto è stato presentato anche a Venezia, nel mercato di Rialto, in una sorta di azione pubblica che prevedeva di distribuire le arance, proprio come fossero un dono, innescando tutta una serie di dinamiche correlate.
Da allora, ed era il 2006, Aspra.mente ha sviluppato diversi progetti interdisciplinari che hanno sempre coinvolto individui operanti anche al di fuori dall’ambito strettamente artistico. Ha realizzato per esempio due giardini popolati di piante commestibili, ha lavorato poi su altri prodotti come il mirtillo e il pomodoro, quest’ultimo protagonista di un importante progetto dal titolo The Indipendent -Food presentato lo scorso anno al Museo MAXXI di Roma, curato da Giulia Ferracci e dal Direttore del Museo stesso, Hou Hanru.
“Sempre rimanendo sul tema della regolamentazione legata alla produzione di cibo, abbiamo attivato diverse partnership coinvolgendo due designers, GRRIZ, che hanno realizzato il progetto della cucina, alcuni attivisti della Casa delle Agricolture di Castiglione d’Otranto (LE) che lavorano in Puglia nei campi dove si coltiva il pomodoro, l’artista Luigi Coppola, un presidio Slow Food e una Cooperativa per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Abbiamo deciso di utilizzare lo spazio del Museo e la flessibilità di cui è capace l’arte per creare una cucina funzionate da palcoscenico per la realizzazione di un corso per chef che desse l’abilitazione HACCP ai richiedenti asilo ospiti della struttura. Muovendo dalla considerazione che le persone coinvolte nel procedimento della richiesta di asilo o dello stato di rifugiato non possono lavorare, non possono fare volontariato, non possono far nulla e vivono come in una specie di limbo. Per cui sotto l’ombrello dell’arte abbiamo attivato un corso che permettesse loro di conseguire un attestato e abbiamo donato la cucina, al termine del progetto, alla Cooperativa Sociale.”
Una indagine artistica rivolta prevalentemente al consumo del cibo inteso come prodotto essenzialmente legato alla terra e capace di generare progetti agri-culturali. Una ricerca che per questo non può prescindere dal considerare il contesto sociale e culturale del luogo nel quale viene proposto il progetto e che coinvolge direttamente il pubblico attraverso un processo di responsabilizzazione che si serve dell’arte come strumento di intervento in differenti ambiti sociali. Una dimensione inclusiva dell’arte che permette al collettivo di partecipare alla sperimentazione di nuove pratiche e di diversificarne di volta in volta forme, contenuti e modalità operative facendosi testimone di una volontà autonoma eppure pluralista che disdegna qualsiasi tentativo di omologazione culturale.
In copertina: Let the orange play, Villa Serena Bologna, IT 2008
Strange Fruit
Un progetto in collaborazione con Luigi Greco & Mattia Paco Rizzi, Luigi Coppola, casa delle Agriculture di Castiglione d’Otranto (LE), Slow Food Roma, Cooperativa Diaconia.
a cura di Giulia Ferracci
THE INDEPENDENT/Food
MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma (IT)
2015
Piazza dell’Artigianato 0
Un progetto in collaborazione con Publink, Ninanò, Orizzontale e Francesco Careri (Stalker)
A cura di Fondazione March
Villa del Conte, Padova (I)
2013
TerraTerra!
ideato e coordinato da Gabriella Guida in collaborazione con Anthony Mattia Cantarella
Positano (SA), IT
2008
Flower Salad
Quotidiana 09
Padova IT
2009