Imponente, maestosa, monumentale la prima grande personale dell’artista britannico Damien Hirst a Venezia dal titolo Treasures from the Wreck of the Unbelievable. Un progetto articolato e ambizioso al quale ha lavorato per diversi anni: straordinario negli intenti, ricchissimo nell’utilizzo dei materiali, dalla malachite, alla giada, all’oro, l’argento, i marmi e i graniti, eccezionale nelle dimensioni, basti pensare che la mostra si snoda lungo i 5.000 metri quadrati espositivi di Palazzo Grassi e Punta delle Dogana, le due sedi veneziane della Pinault Collection affidate per la prima volta ad un unico artista.
Nato nel 1965 a Bristol, dopo essersi formato al Goldsmith College di Londra, Damien Hirst passa agli onori della cronaca per aver organizzato e curato la collettiva Freeze, trampolino di lancio non solo suo ma di una intera generazione di giovani artisti britannici che saranno poi ricordati con il nome di YBAs (Young British Artists) e si impone nel panorama artistico degli anni ’90 grazie al carattere marcatamente provocatorio e spiazzante delle sue opere: celebre lo squalo immerso nella formaldeide o il teschio ricoperto di diamanti.
E’ lui che oggi trasforma la città che poggia sul mare, un tempo crocevia tra Oriente e Occidente, nel teatro del naufragio dell’antico veliero Unbelievable (Apistos in greco antico) ed espone l’immenso tesoro rimasto sommerso nell’oceano Indiano per quasi duemila anni, riscoperto grazie a una campagna di recupero subacqueo iniziata nel 2008. Vuole infatti la leggenda che tra la metà del I e l’inizio del II secolo d.c. un ricchissimo collezionista noto con il nome di Cif Amotan II, liberto originario di Antiochia, avesse accumulato una fortuna spropositata fatta di sculture, gioielli, monete e manufatti provenienti da ogni parte del mondo, dando vita a una vastissima collezione. Si dice che la gran parte di questo straordinario tesoro fosse stata caricata su un enorme vascello, diretto ad Asit Mayor, luogo in cui Amotan aveva fatto costruire un tempio dedicato al Sole. Ma la nave, inabissandosi per ragioni ignote insieme a tutto il suo carico, non raggiunse mai quella destinazione.
Damien Hirst, (right to left) The Diver with Divers, (Photography Christoph Gerigk), Calendar Stone, The Diver, Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2017
Il binomio realtà e finzione anima tutto il percorso della mostra. “Accettiamo facilmente la realtà, forse perché intuiamo che nulla è reale” scriveva Jorge Luis Borges ne L’Aleph e così Hirst vorrebbe farci credere che è stato il mare a riportare alla luce le ricchezze perdute, in più solo lo scorrere inesorabile del tempo documentato dalla presenza di coralli e gorgonie e spugne cresciuti nel corso dei secoli. Quando invece tutti gli oggetti sono stati realizzati dall’artista mescolando il bronzo con l’acciaio, l’oro con i LED, i busti delle divinità greche, egizie o induiste con le statue di Mowgli, di Pippo e Topolino e dell’orso Baloo. “Perché tutto sta in quello che volete credere” ci dice mentre balza davanti agli occhi il modellino dei Transformers tutto ricoperto di coralli e madrepore o i due autoritratti dell’artista che finge di essere Amotan in un parallelismo, un gioco di sovrapposizioni identitarie, che lega in maniera evidente Hirst al suo alter ego, bramoso di successo e sprezzante del destino, facendolo riemergere dagli abissi marini.
Damien Hirst, (left to right) A collection of jugs and vessels from the wreck of the 'Unbelievable', Reclining Woman. Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2017
Ricorrono puntuali in questo percorso narrativo tutti i temi della sua complessa poetica. Il tempo che non sente ragioni e passa, passa su tutto. La morte e la decomposizione e il tentativo di frenarne l’avanzata attraverso l’arte, poi la bellezza e la violenza, il ciclo chiuso della vita fatto di un inizio e di una fine. Elementi dicotomici e saldi di una indagine artistica che si svela anche negli animali dentro la formaldeide, nella testa di vitello divorata dalle larve che si trasformano in mosche fulminate poi dalla corrente elettrica, o ancora nei dipinti realizzati con ali di farfalle vere e negli armadietti pieni di medicinali. E prosegue qui a Venezia con la statua di Aracne trasfigurata in una mosca o con la rappresentazione del Dio Kronos che mangia i suoi figli, con l’ermafrodito e i demoni.
(left to right) Damien Hirst, Hydra and Kali (two versions), Hydra and Kali Beneath the Waves (photography Christoph Gerigk). Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS/SIAE 2017
Un viaggio non solo geografico ma anche temporale che ci traghetta dai miti del passato fin dentro il futuro. Il progetto di una mostra che vuole esprimere tutto, l’unità del tutto come spiega lo stesso Hirst: la nascita del mondo e al suo interno tutte le singole particelle che lo compongono. Ambizione smodata e viscerale di poter comprendere l’universo e svelarne la sua organizzazione. Ma fu proprio questa insolenza e tracotanza, l’orgogliosa coscienza di sé, questa hybris come la chiamavano i Greci, a causare il naufragio della nave.
La mostra di Damien Hirst “Treasures from the Wreck of the Unbelievable” è visitabile a Palazzo Grassi – Punta della Dogana fino al 3 dicembre 2017 – sito web
Desidero ringraziare per il prezioso supporto Giulia Granzotto, collaboratrice di Palazzo Grassi – Punta delle Dogana, che ogni sabato pomeriggio alle ore 15 a Punta della Dogana e alle ore 17 a Palazzo Grassi è incaricata delle visite guidate gratuite in lingua italiana.
In copertina: Damien Hirst, Demon with Bowl (Exhibition Enlargement). Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS/SIAE 2017
Damien Hirst, Mickey. Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS/SIAE 2017
Damien Hirst, The Warrior and the Bear. Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2017
Damien Hirst, Aspect of Katie Ishtar ¥o - landi. Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS/SIAE 2017
Damien Hirst, Unknow Pharaoh. Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS/SIAE 2017