Pionieri in tutto da quando, nel 1964, fondarono in Francia la loro maison e iniziarono a sperimentare sul denim la tecnica del lavaggio a pietra e successivamente quella del lavaggio eco-friendly con l’ozono (e laser).
Una storia che continua a stupire la loro, anche dopo la grave battuta d’arresto del 2014 che li costrinse a non portare a termine le collezioni per la primavera-estate e alla rescissione del contratto con la società indiana Fibres & Fabrics International. Difronte a quella grave vicenda, e falliti tutti i tentativi di trovare un partner finanziario, la coppia di creativi è ripartita due anni fa con le sole sue forze unite al sostegno dei più fidati collaboratori. La scelta coraggiosa e per certi versi in controtendenza di non vendere la proprietà del marchio consapevoli della forte richiesta di prodotto e di un bacino di clienti “letteralmente disperati” all’idea di non poter più indossare gli abiti di Marithé + François Girbaud. Nasce così, su queste basi e con questi presupposti, la nuova società Mad Lane e il progetto che oggi li vede calcare ancora una volta da protagonisti la scena del mercato della moda.
“Entrare nelle boutique è attualmente molto difficile, voglio dire trovare il giusto posizionamento tra il segmento lusso e il segmento mass market. Quello su cui abbiamo puntato è stato l’immenso data base di clienti che avevamo costruito negli anni e il rapporto profondo, intimo quasi, instaurato con loro, fatto di reciprocità, di scambi e di imput vicendevoli. Quindi abbiamo ripensato il nostro modello di business prendendo spunto dallo show business e dall’industria della musica. Quando la discografia è entrata in crisi i gruppi musicali sono partiti per andare a fare i concerti in giro per le città, allo stesso modo anche noi andiamo fisicamente a trovare i nostri clienti organizzando delle vere e proprie tournée. Un cambio di paradigma: non stiamo fermi immobili ad aspettare, ci muoviamo e andiamo dai nostri fans.”
Nel loro modo di condurre il business il vero tratto distintivo è sempre stato la gestione del rapporto con il pubblico. E’ stato proprio ascoltando e accogliendo le richieste dei clienti, venendo incontro alle loro esigenze e ai loro desideri, che non solo sono riusciti a fidelizzare una ampia fetta di mercato ma sono stati anche capaci di generare una vera e propria necessità del prodotto. E così Marithé + François Girbaud è diventato nel tempo non tanto un modo di vestire quanto piuttosto un modo di essere. Trasversale, capace di fare presa su generazioni diverse, di guardare sempre oltre e sempre fuori, alla strada, a quello che accade alle persone nella vita reale, ponendosi sempre l’interrogativo: cosa fa la gente oggi? come vive?
“Da quando negli anni ’60 abbiamo fondato il nostro brand il mondo è completamente cambiato. La tecnologia è entrata in maniera preponderante nella vita di tutti e ovviamente anche nel mondo della moda e noi ci adeguiamo, assecondiamo l’era digitale, infatti stiamo predisponendo la piattaforma e-commerce per il nostro sito web e siamo molto attivi anche sui social media. Tutto è così cambiato che il concetto stesso di distribuzione oggi è un concetto vecchio, sorpassato, bisogna ripensare e ricreare un diverso modello di distribuzione. Ecco perché il Mad Lane tour.”
Ed ecco perché collezioni continuative che si affrancano dalle regole del marketing e della cadenza imposta dalle sfilate. Un nucleo essenziale fatto di prodotti cross-stagionali, di elementi da indossare dodici mesi l’anno e poi, in aggiunta, capi creati appositamente per la stagione in corso come le giacche per l’inverno o i top leggeri per l’estate.
“A supporto di questa scelta c’è anche una valutazione rispetto ai tempi che sono necessari per lo sviluppo della collezione. Lavorando molto sui tessuti si può dire che la nostra è una ricerca sempre in progress e a volte serve anche un anno e mezzo per completare in maniera perfetta la collezione. Le new entries affiancano ciclicamente i capi iconici e il rapporto con i nostri clienti è tale per cui c’è come un filo diretto tra noi, loro chiamano e chiedono -Avete cose nuove? Arrivo!-“
Tra le tante funzioni la tournée assolve anche a quella di testare il prodotto, un modo per capire in tempo reale quello che piace di più e di meno a seconda delle reazioni della gente e quindi un modo per programmare in maniera intelligente la produzione. Un modo anche per lavorare in sicurezza, per evitare sprechi o giacenze inutili, collezioni contenute e capi che molto spesso sono tirature limitate.
“Il denim è stato sempre il nostro cavallo di battaglia ma oggi il mercato del denim è davvero scaduto, perciò abbiamo puntato molto su questo tessuto stretch di Eurojersey, un fornitore italiano che ci ha dato un incredibile supporto quando siamo ripartiti. Un sodalizio importante così come quello con l’azienda portoghese Petratex che lavora questo tessuto, perché serve una manodopera esperta e capace di utilizzare tutte le tecniche più innovative per trattare questo materiale che nasce per lo sport e il fitness e che noi destiniamo invece ad altri usi.”
Un linguaggio dinamico, dal gusto urbano, che sa parlare della passione di una vita e che questa passione la strappa via con forza dalla grande macchina della spettacolarizzazione della moda e la porta in giro per le città del mondo. Per le strade, lì dove c’è la vita e dove accade questa nostra complessa contemporaneità.
Desidero ringraziare per la cortese intervista Marithé Bachellerie co-fondatrice del brand Marithé + François Girbaud e per il supporto Annemarie Toman. Web site – Facebook – Instagram
Il terzo Mad Lane tour si sta concludendo, per scoprire le prossime date: http://www.girbaud.com/rendez-vous
Foto di Elisabetta Brian