Un processo di scomposizione e ricomposizione della tela, una immagine prima fatta a brandelli e poi con pazienza ricostruita grazie a un procedimento di minuziosa ingegneria che dal buio conduce alla luce, dai toni più scuri vira verso quelli più chiari. Armonia, bellezza, colore: elementi fondanti di un’arte che pone il suo valore nella propria potenza suggestiva.
“Si tratta di una composizione di materiale precedentemente strappato, una sorta di vandalismo estetico che mi piace aver domato. La tela bianca viene immersa nel colore, lo assorbe e poi da lì inizia il lavoro di sottrazione perché non stiamo parlando di pittura bensì di un processo inverso che richiede misura nel saper togliere.”
Si intitola LDV la serie di opere dell’artista Gian Piero Gasparini omaggio ai grandi maestri protagonisti della storia del Rinascimento italiano che sarà in mostra allo Spazio Kryptos di Milano dal 22 settembre al 4 ottobre prossimi. La sigla, acronimo di Leonardo da Vinci, identifica una serie di ritratti realizzati dai sommi dell’epoca come Pollaiolo, Antonello da Messina o Raffaello reinterpretati in chiave contemporanea.
“Arrivo da una formazione iperrealista e il seguito è stato davvero inatteso perché non ho creduto fin da subito di poter essere un artista. Ci sono arrivato perché sapevo che ci sarei arrivato, perché è una esigenza l’esprimersi in modo artistico e forse anche grazie a una mamma che era una bravissima pittrice che dipingeva quadri meravigliosi insieme ai quali sono cresciuto. Ma in primo luogo io mi considero un artigiano a cui piace fare con le mani e credo che il saper fare con le mani sia una forma di sapere piuttosto sofisticato.”
Una cultura vasta, una personalità vorace di tutto, senza esigenze di sistematicità, e un inter abbastanza insolito che inizia con la decorazione di interni e spazia nel campo degli allestimenti e dell’advertising ma sempre con una attenzione profonda per la ricerca, l’armonia e il buon gusto.
“Per me l’arte è imprescindibile dal buon gusto. Non sono un artista concettuale e non ho intenzione di suggerire concetti inarrivabili attraverso il mio lavoro. Non ora almeno, non ancora. E non credo nemmeno tanto nello shock. In certi casi l’effetto dirompente è necessario ma non è fondamentale, non è l’unico modo di dialogare con il mondo aggredirlo. Non mi permetto di giudicare chi ritiene giusto farlo, ma io sono un esteta, un amante delle forme e dei volti e mi piace che dal mio lavoro si percepiscano serenità e bellezza in qualche modo.”
Nel 2004, quasi per una casualità, l’invito a partecipare a una collettiva e la soddisfazione di veder venduta la prima opera ancor prima dell’inizio della mostra. Un cambio di rotta che avviene con naturalezza lungo la scia di un percorso professionale mai inteso in maniera tradizionale e che dagli inizi non aveva disdegnato le contaminazioni con il mondo dell’arte.
“Un indizio che non ho colto subito in realtà. C’è sempre la sensazione di essere impreparati, credo che definirsi o dichiararsi artisti possa rischiare di sembrare molto presuntuoso alle volte. Io so solo che a un certo punto ho cominciato a sentire l’esigenza di fare qualcosa che non fosse né commissionato né definitivo come poteva essere la pittura murale. Sentivo il bisogno di qualcosa che fosse possibile possedere. In arte spesso è definito bello ciò che crea desiderio di possesso. A me piace l’idea che qualcuno possa possedere una mia opera, sono molto affascinato da questo aspetto.”
Esito felice di sperimentazioni precedenti con le resine, i led, i materiali fluorescenti ed espressione di un percorso che già esulava dalla decorazione di interni e che in qualche modo ne era conseguenza, la tecnica di Gian Piero Gasparini, così vicina a certe espressioni delle avanguardie dei primi del ‘900, è diventata il suo tratto distintivo, unico e immediatamente riconoscibile.
“Questa serie dal titolo LDV è frutto del mio amore per la storia dell’arte e della mia passione per la filosofia. Immagini che ritornano ciclicamente, come fantasmi, perché i momenti passano ma le immagini restano e ne siamo sempre e comunque influenzati. Così questi capolavori del Rinascimento costantemente riaffiorano e ritornano perché l’arte contemporanea è legata in maniera indissolubile a quello che la storia dell’arte ha lasciato nelle nostre mani.”
Una miriade di piccoli pezzi si ricompone in una esplosione di colore e di tattilità sensoriale. E la frammentazione, simbolo del contingente e del temporaneo, porta per contro a una coscienza dell’immanente e dell’eterno. La ricchezza della nostra storia.
Desidero ringraziare per la cortese intervista Gian Piero Gasparini – web site – Facebook – Instagram
La sua mostra LDV sarà visitabile a Milano in via Panfilo Castaldi 26 presso lo Spazio Kryptos dal 22 settembre al 4 ottobre 2017
Io indosso una creazione Elle Venturini e orecchini Aumorfia
Foto di Elisabetta Brian