L’arte colorista americana in mostra alla Osart Gallery di Milano in una collettiva dal titolo COLOR as attitude, curata da Alberto Zanchetta, che raccoglie una serie di opere dei tre tra i più importanti esponenti del movimento: Ruth Ann Fredenthal (Detroit), Winston Roeth (Chicago, 1945) Phil Sims (Richmond, 1940).
“Il progetto è nato dalla volontà di guardare al periodo storico degli anni ’60 e ’70, quello sul quale si focalizza il mio interesse, indagando qualcosa di diverso dalle bacheliti e dai feltri di Agnetti, ponendo l’attenzione sulla pittura questa volta. Una mostra che ha beneficiato della conoscenza della famiglia Panza di Biumo, amica e sostenitrice della galleria, che questi autori li ha nella propria collezione.”
Lavori la cui natura potrebbe essere definita come uno studio sulle proprietà del colore, uno studio scientifico sulla luce “perché senza colore non ci potrebbe essere pittura e senza luce non esisterebbe l’arte”, in cui dipinta è la totalità della superficie esistente e non raffiguranti alcuna forma. Alla scomposizione della realtà, quasi si trattasse di matematica elementare, tipica delle tendenze minimaliste di quel periodo – basti pensare a Judd, Morris, Serra, LeWitt – si affianca una tecnica pittorica che mira principalmente a impressionare lo spettatore, corollario perfetto di quella riduzione e di quell’understatement estetico.
Tre modi differenti, benché una stessa matrice, nell’affrontare il tema della luce. Un modo molto razionale, il più razionale di tutti, quello dell’artista Ruth Ann Fredenthal che lavora per partizioni.
“Sembrano opere monocrome ma in realtà non lo sono, sono quadri che osservati da vicino risultano divisi in settori e ogni settore, grazie a diverse stesure di colore, produce una sorta di profondità appena percepibile a un primo sguardo ma del tutto evidente da una distanza più ravvicinata.”
Un approccio in perfetto equilibrio tra razionalità e istintività quello di Winston Roeth che si manifesta in dipinti mai uguali a loro stessi, cangianti a seconda dell’inclinazione e della luce esterna che li colpisce. Colore che diventa granuloso e una nuova pittura che sperimenta superfici piatte, fogli di alluminio per esempio, sulle quali il pigmento puro viene miscelato con vernice poliuretanica e acqua fino a ottenere la giusta consistenza.
“E’ lo stesso artista che sostiene di approdare alla realizzazione del quadro solo quando entra in uno stato di serendipity. Come fosse un alchimista gioca con i pigmenti puri miscelandoli e dando grande rilevanza al materiale su cui stende il colore.”
Una sottile sensibilità lirica connota invece il lavoro di Phil Sims probabilmente il più istintivo, certamente il più emotivo, della triade di autori. Tele non preparate sulle quali vengono stese dalle 40 alle 60 pennellate di colore con andamento sia verticale che orizzontale, dimostrando una predilezione per la matericità della pittura quando mischia con l’olio anche la cenere e la terra, elementi proprio fisici.
“Una tensione verso la liquidità della pittura. La tela sottilissima, un lino impalpabile, sembra accentuare questo senso del fluido al punto che, a guardarle bene, le linee di colore somigliano a quelle di un mare increspato.”
Una mostra alla quale lo spettatore può partecipare attivamente attraverso una continua interazione con il quadro, scoprendo, con il solo gesto di spostarsi, effetti visivi diversi. Percezioni frutto di uno slancio che va oltre la pittura, qualcosa che ambisce a riempire totalmente la vista, e fa dell’opera d’arte un centro di irradiazione che è come una sorgente di luce.
Desidero ringraziare per la cortese intervista Andrea Sirio Ortolani, direttore della galleria Osart Gallery, Corso Plebisciti 12 Milano – web site – Facebook – Instagram
La mostra COLOR as attitude, Ruth Ann Fredenthal, Winston Roeth, Phil Sims si può visitare presso la galleria fino al 15 novembre 2017 da martedì a sabato, 10.00 – 13.00; 14.30 – 19.00
Foto di Elisabetta Brian