La città e gli scambi. 2.
A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l’uno dell’altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s’ incrociano per un secondo e poi si sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano.
Le città e il cielo. 2.
Si tramanda a Bersabea questa credenza: che sospesa in cielo esista un’altra Bersabea, dove si librano le virtù e i sentimenti più elevati della città, e che se la Bersabea terrena prenderà a modello quella celeste diventerà una cosa sola con essa.
Le città e il cielo. 4.
Chiamati a dettare le norme per la fondazione di Perinzia gli astronomi stabilirono il luogo e il giorno secondo la posizione delle stelle, tracciarono le linee tracciate del decumano e del cardo orientate l’una come il corso del sole e l’altra come l’asse attorno a cui ruotano i cieli, divisero la mappa secondo le dodici case dello zodiaco in modo che ogni tempo e ogni quartiere ricevesse il giusto influsso dalle costellazioni opportune, fissarono il punto delle mura in cui aprire le porte prevedendo che ognuna inquadrasse un’eclissi di luna nei prossimi mille anni. Perizia – assicurarono – avrebbe rispecchiato l’armonia del firmamento; la ragione della natura e la grazia degli dei avrebbero dato forma ai destini degli abitanti.
Le città e i morti. 4.
Ciò che fa Argia diversa dalle altre città è che invece d’aria ha terre. Le vie sono completamente interrate, le stanze sono piene d’argilla fino al soffitto, sulle scale si posa un’altra scala in negativo, sopra i tetti delle case gravano strati di terreno roccioso come cieli con le nuvole. Se gli abitanti possono girare per la città allargando i cunicoli dei vermi e le fessure in cui s’insinuano le radici non lo sappiamo: l’umidità sfascia i corpi e lascia loro poche forze; conviene che restino fermi e distesi. tanto è buio.
Le città e gli occhi. 2.
E’ l’umore di chi la guarda che dà alla città di Zemrude. Se ci passi fischiettando, a naso librato dietro al fischio, la conoscerai di sotto in su: davanzali, tende che sventolano, zampilli. Se ci cammini col mento sul petto, con le unghie ficcate nelle palme, i tuoi sguardi si impiglieranno rasoterra, nei rigagnoli, i tombini, le pesche di pesce, la cartaccia.
Le città e gli scambi. 3.
Entrato nel territorio che ha Eutropia per capitale, il viaggiatore vede non una città ma molte, di eguale grandezza e non dissimili tra loro, sparse per un vasto e ondulato altopiano. Entropia è non una ma tutte queste città insieme;una sola è abitata, le altre vuote;e questo si fa a turno. Vi dirò ora come. Il giorno in cui gli abitanti di Eutropia si sentono assalire dalla stanchezza e nessuno sopporta più il suo mestiere, i sui parenti, la sua casa e la sua via, i debiti, la gente da salutare o che saluta, allora tutta la cittadinanza decide di spostarsi nella città vicina che è lì ad aspettarli, vuoi e come nuova, dove ognuno prenderà un altro mestiere, un’altra moglie, vedi un altro paesaggio aprendo la finestra, passerà le sere in altri passatemi amicizie maldicenza.
Le città nascoste. 4.
Invasioni ricorrenti travagliarono la città di Teodora nei secoli della sua storia; a ogni nemico sgominato un altro prendeva forza e minacciava la sopravvivenza degli abitanti. Sgombrato il cielo di condor si dovette fronteggiare la crescita dei serpenti; lo sterminio dei ragni lasciò le mosche moltiplicarsi e nereggiare; la vittoria sulle termiti consegnò la città in balia dei tarli.
“Viaggi per vivere il tuo passato?” era a questo punto la domanda del Kan, che poteva anche essere formulata così “Viaggi per ritrovare il tuo futuro?
E la risposta di Marco “L’altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà.”
Italo Calvino – Le città invisibili
Tutte le immagini sono state gentilmente concesse dal fotografo Nils Rossi che le ha scattate durante un lungo viaggio in Nepal.