Ha celebrato in grande stile, durante l’ultima edizione della fashion week milanese, l’anniversario dei vent’anni di attività il visionario brand belga A.F. Vandevorst: uno spazio dedicato all’interno del White che lo ha eletto Special Designer, una sfilata per presentare la nuova collezione SS/19, una installazione e un pop up store aperto al pubblico e infine la pubblicazione di ENDE NEU, il libro retrospettivo che racconta la storia della maison.
Concettuale e accademico nella progettazione delle collezioni, il duo creativo composto da An Vandevorst e Filip Arickx si incontra nel primo giorno di scuola alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa e nel 1998, undici anni dopo un sodalizio che si rivelerà essere non solo di natura professionale ma anche sentimentale, fonda la propria azienda e debutta sulle passerelle parigine con la prima collezione targata A.F. Vandervost.
La loro si è manifestata, fin dagli esordi, come una vera e propria attitudine a raccontare storie attraverso gli abiti, una capacità straordinaria di narrazione che ha sempre dato forma di favola alla stoffa, sviluppando la moda in un intreccio di suggestioni artistiche e stratificazioni di significati. Simboli – a cominciare dalla celebre croce rossa ispirata al lavoro del pittore, scultore e performer tedesco Joseph Beuys – divise ospedaliere, letti, uniformi militaresche: quello della coppia belga è sempre stato un universo denso di stimoli dentro il quale vi ha trovato dimora certamente una donna sognatrice eppure allo stesso modo concreta, così come esige l’approccio al design tipicamente nordico. Curiosa, nomade, non radicata in un unico luogo geografico, una donna che ama i contrasti e li sa armonizzare, che indossa con la stessa disinvoltura il neoprene e i ricami, le stampe floreali e il tuxedo nero, uno dei pezzi iconici del brand.
Sull’onda di queste contaminazioni e all’insegna dello slogan “always to have forever to hold” si è svolta la sfilata di presentazione della capsule collection SS/19, omaggio alla secolare tradizione della cerimonia nuziale e momento celebrativo del ventesimo anniversario di matrimonio di An e Filip.
Per l’occasione, i materiali tipici degli abiti da sposa – il satin di seta e il popeline di cotone croccante – si sono uniti al più funzionale fresco di lana dando vita a venti pezzi da giorno realizzati nei colori tenuti del bianco, dell’avorio e dell’azzurro. Insieme anche le calzature, pensate per una sposa moderna che asseconda la cifra del suo tempo, la mobilità, che ama sentirsi elegante ma allo stesso tempo desidera vestire in maniera confortevole anche in una occasione tanto importante. La classica collezione di borse si è ampliata con l’aggiunta di un gruppo di iconiche rivisitate, anche grazie all’applicazione di stampe floreali che le ha trasformate in originali bouquet da sposa. Hanno concluso lo show dieci esclusivi abiti della collezione couture sposa ri-lavorati, ri-assemblati, ri-generati partendo dalle vecchie basi degli abiti da sposa vintage e degli smoking ed esplosi nella gamma cromatica del bianco e dell’avorio; repentina qualche incursione nel nero.
Se è vero che il rito del matrimonio, così profondamente intriso di tradizione, è un avvenimento che si tramanda di generazione in generazione, di famiglia in famiglia, di madre in figlia è altrettanto vero che nessuno meglio di questi due cantastorie poteva recitare versi così appropriati, trasformando la ricchezza di tutte queste consuetudini in abiti e lasciandoli in eredità alle generazioni future.