ANA HILLAR, TUMMO

Si intitola Tummo la nuova mostra che Tempesta Gallery dedica ad Ana Hillar (Santa Fe, Argentina, 1969) fino al prossimo 7 ottobre 2022. Già il titolo – in tibetano significa fuoco interiore ed è una tecnica di respirazione praticata dai buddisti da più di mille anni che permette di sopravvivere a condizioni estreme – suggerisce un percorso che è, sul piano della fruizione, un’inedita sollecitazione sensoriale che oscilla tra corpo e natura, generando una situazione di energia simpatetica.

Diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Santa Fe, in Argentina, nel 1997, Hillar si trasferisce in Italia e consegue un diploma in restauro ceramico archeologico presso l’Istituto d’Arte di Faenza, imponendosi all’attenzione della critica nel 2001, con l’installazione intitolata “Sombra del Viento”, vincitrice del Premio Faenza nella 52° edizione del Concorso Internazionale di Arte Ceramica.

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L’arista presenta in questa occasione un progetto site-specific costituito da un nuovo corpus di opere materiche, insieme a due installazioni in gres: Breath, realizzata con rami in terraglia, gres, fumo e oro e Habitat, realizzata in rami di gres. Poste in dialogo sintonico con le altre sculture esposte, accompagnano il visitatore in un viaggio di riscoperta del mondo, del rapporto intimo con il mondo. Tummo identifica infatti uno stato d’introspezione, di scoperta e ascolto senza pregiudizi o paura. Significa guardarsi dentro e sentire l’energia vitale e potente che fluisce, la perfetta funzionalità dei nostri organi, la trasformazione continua. Rappresenta anche la volontà di dialogo con la natura, una predisposizione all’ascolto, alla contemplazione dell’esistenza. Ogni volta che inspiriamo una piccola rivoluzione è in noi, che travolge cellule, flusso sanguineo, attività del cervello, sistema nervoso, il tutto scatenato migliaia di volte nel corso delle nostre vite da un gesto naturale e inconsapevole come l’atto di respirare.

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Quello di Hillar è un approccio vitalistico e inclusivo all’arte che, muovendo dagli elementi presenti in natura e dall’energia che da essi scaturisce – quella della terra, dell’acqua, del vento, delle piante -, tenta di creare una connessione tra il respiro del mondo e quello interiore, profondo e vibrante dell’individuo, capace di travolgere ogni singola cellula del suo essere. Nel complesso, un progetto di grande attualità supportato da un convincente esito estetico grazie a lavori che riqualificano l’importanza del gesto e della manualità del processo operativo.

Spiega l’artista: “Prelevare dalla terra la materia, avvalermi di tecniche antiche, come la cottura a legna, saper guidare il fuoco per assistere alla necessaria trasformazione è fondamentale nella mia ricerca, avvicinandomi alle radici di una cultura ancestrale che ci appartiene. Non delegare il passaggio all’automatismo della tecnologia, alla comodità di un forno computerizzato, vegliare il fuoco per circa 10 ore, controllare il colore dentro il forno, attendere il tempo dello stupore. Il dialogo diretto con la materia implica un processo lento e lungo, si potrebbe comparare ai cicli dell’agricoltura, la raccolta del materiale, la preparazione, lo sviluppo lento e progressivo della forma, l’essicazione e infine la cottura.”

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L’arte di oggi, ci insegna Bourriaud (cfr. Inclusioni. Estetica del capitatocene), potrà reinventarsi solo tenendo gli occhi aperti sulle nuove forme di energia nate dalla situazione di promiscuità globale a cui l’antropocene e l’era delle pandemie ci sottopongono. Appaiono nuovi cortocircuiti nuove prossimità, tutte le distanze si riconfigurano. E in questa riconfigurazione lo spettatore è coinvolto non solo in quanto soggetto senziente ma anche come essere vivente collocato all’interno di un ecosistema condiviso.

“Tummo, la capacità di resistere

energia nascosta che spinge verso il proseguo della vita. 

La rinascita 

Il potere segreto della terra vibrando nelle profondità, il potere segreto della vita pulsa dentro.  

La bocca del vulcano pronta ad esplodere.

Pulsare di ogni cellula, di ogni organo, interiorità in espansione, vibrazione potente del respiro. 

Il respiro come unico motore.

Tummo è l’espressione del battito che instancabilmente resiste, 

perdura e si ripete, gesto vitale inconsapevole, istintivo, naturale

inevitabilmente incessante.”

Ana Hillar

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Crediti immagini: Ana Hillar, Tummo, Vedute della mostra a Tempesta Gallery, Cortesia di Tempesta Gallery e dell'artista 

ANA HILLAR, TUMMO

Tempesta Gallery | Milano, Foro Buonaparte 68

In mostra fino al 7 ottobre 2022 | Da martedì a venerdì ore 15:00-19:00

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