ANDREI POKROVSKII. SPROUT

Al giovane artista russo Andrei Pokrovskii (Mosca, 1996) Ribot Gallery dedica la prima personale in galleria dal titolo “Sprout” (germoglio). Il progetto espositivo, concepito per l’occasione, raccoglie una serie di nuovi dipinti, realizzati su supporto di legno, che esplorano il tema della relazione con i luoghi e l’attaccamento agli spazi (reali o mitici), proponendo una riflessione sul concetto di trasformazione. Ibridandosi tra loro, natura, architettura e figura istituiscono un mondo onirico, a tratti nostalgico, che rende lo spettatore partecipe di  una dimensione immaginifica. 

L’artista, che vive e lavora a Londra, si concentra sugli ornamenti che decorano  molte chiese inglesi. L’iconografia del “green man” si ritrova con frequenza soprattutto negli edifici di concezione medievale e viene usato per decorare porzioni nascoste, generalmente sotto i capitelli, le volte o le basi delle colonne. È proprio il volto di questo personaggio maschile, da cui gemma fogliame che fuoriesce dai suoi stessi occhi, dalle narici e dalla bocca, a segnare il punto di partenza di un percorso espositivo che metaforicamente germoglia dal basso (il piano interrato della galleria) verso l’alto (il piano superiore), costruendo un’interessante trama di narrazioni concettuali. 

Andrei Pokrovskii, Sprout, 2024, installation view @Ribot

Collocato al centro di un’intricata composizione lignea, che si apre alla tridimensionalità della scultura, l’”uomo verde”, il protagonista della scena, rimanda a contesti diversi. Assimilato al paganesimo, è stato ricondotto anche alla mitologia cristiana e alla “Leggenda della Vera Croce”. Secondo questa credenza, il terzo figlio di Adamo ed Eva piantò tre semi dell’Albero della Vita nella bocca del padre defunto. Il legno ricavato dagli alberi germogliati dal suo corpo, dopo molte vicissitudini, verrà utilizzato per la costruzione della croce cristiana. Ma la storia del seme è ripresa in qualche modo anche nel poema medievale inglese The Dream of the Rood, in cui il sogno dell’autore diventa pretestuoso a un racconto sulle peripezie attraversate dalla Santa Croce durante i secoli. 

“Cosa mi intrigava di questa immagine folkloristica? Certamente la possibilità di indagare la fase di transizione, la trasformazione di un personaggio vivente che diventa parte dell’ambiente e della stessa natura di cui è composto” spiega Pokrovskii. 

L’esposizione, visibile sino al 9 novembre, comprende anche un progetto speciale che mette insieme cinque esemplari differenti, una serie di opere in cui la tecnica del collage si alterna all’olio rivelando l’abilità manuale dell’autore e la sua minuziosa cura per il dettaglio. 

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Cover story: Andrei Pokrovskii, Sprout, 2024, Installation view @Ribot

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