ARTE FIERA BOLOGNA 2016

Si è conclusa a Bologna, il 1 febbraio scorso, la quarantesima edizione di Arte Fiera la grande esposizione di arte italiana moderna e contemporanea. 190 gallerie, oltre 2000 opere presenti per più di 1000 artisti rappresentati. Un percorso espositivo suddiviso in 4 sezioni che accanto ai grandi Maestri che dominano il mercato dell’arte ha permesso di approfondire il lavoro dei giovani emergenti grazie all’invito rivolto a tutte le Gallerie ammesse a esporre opere di artisti under 40. La Main Section ospitava le principali Gallerie d’arte moderna e contemporanea e dava spazio a una speciale area caratteriale denominata I Protagonisti. La sezione Solo Show offriva uno spaccato dell’arte italiana e internazionale grazie alle Gallerie che proponevano monografiche di grandi interpreti. La sezione Nuove Proposte presentava una serie di artisti giovani di età inferiore ai 35 anni. E infine, per il terzo anno consecutivo, anche una sezione dedicata esclusivamente alla Fotografia a conferma di un trend mondiale che vede un significativo incremento di interesse per la fotografia come linguaggio d’arte.

Grazie a Caterina Verardi, di professione art advisor, mi sono addentrata in un viaggio dentro l’arte, dentro la ricerca e la sperimentazione. Dentro le molteplici forme che, grazie al lavoro degli artisti, la vita sa assumere.

 

ERIC GUO

Eric Guo

Poeta, artigiano dell’immagine, Eric Guo è nato nel 1964 in un povero paese di una regione montagnosa della Cina settentrionale. Si interessa di fotografia dall’età di 18 anni e di questa forma d’arte dice

è tutto per me, è la mia forma di espressione ma anche il mio modo di vivere

Facing each other è un lavoro dai toni di malinconica introspezione. Ritratti sospesi tra speranza e paura, sogno e realtà, in un elegante e delicato bianco e nero fotografico che narra delle drastiche trasformazioni della nostra società nella quale i valori tradizionali sono stati rimpiazzati da sogni materiali: successo, potere e denaro.

 

VINCENZO AGNETTI 

Vincenzo Agnetti

La OSART Gallery, da sempre attenta all’ arte concettuale ottico-cinetica che riguarda gli anni ’60-’70, presentava i lavori di Vincenzo Agnetti, il padre dell’arte concettuale italiana. La Galleria che lavora direttamente con l’Archivio, quindi con la famiglia, propone una selezione molto ricercata di opere che a livello cronologico comprendono le prime risalenti agli inizi degli anni ’70 fino alle ultime che si collocano agli inizi degli anni ’80. Un artista che lavorando principalmente sulla parola e sul linguaggio ha effettuato una profonda ricerca che lo ha portato a mettere in relazione parola e codice nella maggior parte delle sue opere. La sua poetica, pienamente comprensibile nel Progetto per un Amleto Politico o nella Tavola di Dario, evidenzia come sostituendo la parola con il segno numerico si possa costruire un linguaggio universale, comprensibile a tutti. Molto legato alla letteratura, amante di Proust come della tecnologia e del mondo dei mass media riteneva che la comunicazione filtrata dal mezzo mediatico perdesse la sua libertà e fluidità e diventasse quel mezzo stesso. L’acqua sa di secchia scriveva in una sua opera, a significare proprio la perdita di una idilliaca originaria spontaneità.

Vincenzo Agnetti

 

ENRICO BAJ 

Baj

Interrogandosi sul senso dell’arte e cercando linguaggi differenti per comunicare, Enrico Baj fa un importante lavoro sulla materia per capire cosa essa potesse diventare e di conseguenza esprimere. Arte informale viene definita la sua, a significare la ricerca di un linguaggio che sapesse spingersi oltre i confini del linguaggio canonico dell’arte. L’utilizzo degli oggetti diventa allora determinante per questo scopo: passamanerie, tende, cose per uso poverissimo mantengono intatto il significante ma mutano di significato.

 

IGOR MITORAJ 

Mitoraj

Un artista che ha scelto di individuare il suo periodo di idillio dell’arte nell’arte classica e un lavoro votato al raggiungimento della perfezione di quel periodo storico pur nella consapevolezza di non poter prescindere da uno sguardo contemporaneo. La realtà che Igor Mitoraj riesce a vedere e raccontare è una realtà che è stata divorata dalla contemporaneità. Come fosse consumata essa diventa una rovina. E’ la ricerca di un’arte perfetta e ideale filtrata dall’imprescindibile sguardo del presente.

 

PIERO GILARDI 

Gilardi

I Tappeti Natura di Piero Gilardi, esponente del gruppo dell’arte povera, sono come piccole piccole e dettagliate porzioni di mondo, come se, guardando dall’alto verso il basso la Terra, l’artista la analizzasse in maniera didascalica raccontando di tutti i fili d’erba, delle foglie, dell’umido, dei sassi. Invitando a cambiare prospettiva e quindi visione e costringendo a guardare dall’alto qualcosa di estremamente inutile come quello che altrimenti verrebbe calpestato. Gilardi colloca invece quel segmento di mondo in una dimensione monumentale invitandoci tutti a riflettere sulla scala di valori dell’immediato.

In copertina io e Caterina Verardi che ringrazio infinitamente per tutte le cose che mi ha spiegato. E un’opera di Giacomo Balla perché i futuristi ci piacciono assai!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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