Il privilegio, sabato scorso, di trascorrere un pomeriggio con alcuni studenti della Libera Accademia delle Belle Arti di Brescia, nella sede distaccata di Torbole in Trentino. Insieme al docente di Fotografia Digitale Damiano Dargenio, ho affiancato i ragazzi in un corso speciale di Fotografia Fashion attraverso un laboratorio pratico finalizzato a dare loro gli strumenti per la costruzione di un editoriale di moda. Ho cercato di portare il mio piccolissimo contributo condividendo la mia idea di moda, di armonia, di contemporaneità. Io non so cosa sia bello e cosa sia brutto ho detto subito. Di base non vado molto d’accordo con le assunzioni aprioristiche. Credo anzi che il gusto sia qualcosa di estremamente personale, un modo intimo di guardare alle cose che ci circondano per poi rielaborarle con strumenti propri: la propria sensibilità, la propria cultura, il proprio bagaglio di esperienze. Sulla base di questa considerazione ho parlato loro del mio vissuto in fatto di moda, di quello che mi porto dentro e del modo in cui riverso la mia personalità nella costruzione delle foto di The Dummy’s Tales. Perchè io sono contenta quando, insieme alla mia squadra, riesco a mettere un pezzo di me tra l’obiettivo della macchina fotografica e la realtà. L’immagine che trasmette la mia indole, quella con il mio carattere, per me è una bella immagine anche se magari tecnicamente non è sempre perfetta. Se ha il mio sapore, se parla in maniera forte di me, allora è un’immagine che funziona. Lo stesso dicasi per lo styling. Sempre quando mi chiedono se ritengo necessario vantare esperienze importanti in materia di styling per essere credibili nel cosiddetto mondo della moda rispondo un secco no, aggiungendo che è molto più importante avere una propria e ben definita personalità. E’ fondamentale essere curiosi, è indispensabile scoprirsi e sapere che la scopertà di sè si presta ad essere un buon punto di partenza. Serve poi evolversi, con la consapevolezza che la propria evoluzione farà di noi persone in movimento, con traguardi mobili e punti di arrivo incerti. Credo sia proprio questa incertezza, intesa come continua propensione alla ricerca, a darci la possibilità di migliorare. Raccogliere il materiale fotografico delle più disparate riviste italiane e internazionali ci ha dato l’opportunità di discutere, di confrontarci e di ragionare sul fatto che dietro ogni immagine si annida un pensiero, più o meno condivisibile che sia. Ma c’è un pensiero. Ed è importante coglierlo, perchè nulla è per caso. E’ importante capirlo, perchè capire è l’unico modo per poi riuscire ad argomentare. Ci siamo salutati con le donne in bianco e nero di Peter Lindbergh tra le loro mani. E il compito arduo di guardarle, studiarle, e provare a fare un tuffo in quella costruzione fotografica, in quelle atmosfere, in quelle luci, in quello styling, in quel make-up. Difficile, mi han detto. Al limite dell’impossibile, ho risposto. Però hanno un bravissimo professore e tanta voglia di sperimentarsi, perciò io credo che più di qualche scatto tra qualche tempo lo vedremo girare tra le pagine di The Dummy’s Tales. In bocca al lupo ragazzi!
Desidero ringraziare per questa opportunità il fotografo Damiano Dargenio che alla LABA Trentino tiene i corsi di Fotografia Digitale 1, 2 e Fashion e i suoi studenti: Silvia Barocco, Chiara Debiasi, Gaia Panozzo, Marco Pasquali, Nicole Potrich, Valerie Sara Tonolli, Angelica Trinco, Marianna Zanetti.