Dell’ America non mi sono mai rimaste dentro le cose sommamente grandi, quelle sommamente imponenti, quelle che forse sarebbe stato più facile tenere salde e impresse nella mente. Tutt’altro. Sotto il cielo finto e luccicante di Las Vegas i ricordi si disfacevano a mano a mano che si facevano e intanto il cielo sbiadiva con il primo sole del mattino.
La nebbiolina in fondo all’orizzonte, il signore col carretto dei giornali a lato di una strada, un pezzetto di arcobaleno, l’angolo appuntito di una vecchia macchina, l’insegna del Cafe che si dibatteva insieme al vento caldo del deserto o quella di un Motel che rimandava a una promessa vaga di felicità. Sempre così in America, sempre che le cose piccole prendevano il sopravvento, sempre che il microcosmo dell’uomo, delle sue emozioni attraenti e misteriose insieme, si imponeva sopra e oltre la vastità del più grande luna park del mondo.
Dentro mi sono rimaste, come attaccate, anche le immagini di Yuri Catania. La sua America teatro dell’umano, unico avversario veramente degno della morte. Le atmosfere rarefatte, spesso attraversate da una malinconia leggera e lo sguardo intento a osservare, a indugiare sui dettagli, lontano dalla confusione, nell’illusorietà di poterla dissipare.
Un viaggio lungo dieci anni, istintivo e intenzionalmente spoglio delle sovrastrutture tipiche della fotografia di moda, che Yuri Catania, fotografo affermato nell’industria del fashion, oltre che art director e videographer, celebra con un progetto dal titolo “No Fashion Places of America” ospitato fino al 13 ottobre prossimo presso la sede di Officine Fotografiche Milano.
In mostra due installazioni interattive, le American Flag, che raccolgono 90 piccole fotografie scattate lungo la traiettoria di un libero vagabondare e che diventano un’opera viva e vivente permettendo all’osservatore di fruirne cambiando ordine e disposizione alle immagini; Anthology che è una collezione dei simboli e dello stile della cultura statunitense e Black Neon che raggruppa le insegne e le scritte luminose che si stagliano negli orizzonti del paesaggio americano.
Anche la mia di America è stata come una avventura turchina e in quella America io avrei voluto portarti, prima che il tempo ti rubasse lo stesso tempo della vita. Saremmo partiti anche noi con una vecchia macchina dagli angoli appuntiti, con lo scappamento che spargeva un odore tossico e invisibile fin giù nel petto, mescolato all’odore acre dell’olio, delle gomme e della polvere. In silenzio, perché adesso anche il rumore del motore si è stranamente rimpicciolito. In silenzio e con un acuto sentimento di solitudine. Lo stesso con cui ti guardo, tu che sei ignaro di essere guardato, mentre stai difronte a quella finestra. E piano ti dico: c’era una volta in America. E piano ti dico anche: sarà un viaggio bellissimo.
A Fausto
La mostra di Yuri Catania “No fashion places of America” a cura di Photo Op e Officine Fotografiche Milano è visitabile presso la sede di Officine Fotografiche Milano, Via Friuli 60, fino al 13 ottobre 2017
In copertina: Sexy Windows New York, 2012 ©Yuri Catania
Rainbow Motel Arizona, 2016 ©Yuri Catania