Torna al Teatro Litta di Milano, per un compleanno d’eccezione, il Cirano di Bergerac: un cult di Corrado d’Elia e del teatro italiano che quest’anno celebra 20 stagioni di successi. La famosa commedia teatrale in cinque atti, pubblicata nel 1897 dal poeta drammatico francese Edmond Rostand, rivive in una prosa spogliata dei fronzoli del romanticismo e in una interpretazione appassionata, intensa e fisica di Corrado d’Elia che veste i panni dell’indomito guascone dal naso lungo di cui recita l’amore non corrisposto per Rossana, innamorata a sua volta di Cristiano, uomo bello ma privo di vitalità e spirito.
“E’ stato molto emozionante mettere mano a uno spettacolo a cui abbiamo lavorato in realtà ogni anno. Quindi non si tratta propriamente di “ripresa” perché tutte le volte ci lavori, sistemi, rimetti in prova e anche questa volta non è andata diversamente tranne per il fatto che abbiamo coinvolto alcuni degli attori che avevano fatto parte di questo spettacolo 20 anni fa, penso per esempio a Giovanna Rossi o Michel Altieri, e abbiamo provato a lavorare nuovamente con loro che sono la memoria storica di questo Cirano. Di solito noi pensiamo al lavoro artistico come a un andare avanti invece, per una volta, è stato molto interessante andare indietro, molto emozionante pensare da dove questo spettacolo era partito, come lo facevamo, cosa di quello era ingenuo e cosa era il senso. Perciò sono affezionato a questa versione che è ancora diversa dalle altre perché ancora una volta la ricerca è stata a tendere verso una sorta di purezza nel segno, una purezza recitativa.”
Fedele ai suoi sogni, Cirano combatte con la spada e con la parola soprattutto contro falsità, pregiudizi e stupidità con i quali decide di non scendere mai a patti. A costo della vita perché lui lo sa che alla fine l’avranno vinta loro, ma non importa, lui si batte! si batte! si batte! Per quel piacere sublime che dà il poter cantare, ridere, sognare, essere indipendenti e liberi e lavorare magari alla cronaca di un viaggio sulla luna, senza curarsi della gloria e della fortuna, senza mai essere costretti a scrivere qualcosa che non sia nato davvero dentro sé stessi.
“Perché 20 anni di Cirano? Mi chiedi…Perché no? Verrebbe da dire. In realtà quello che dobbiamo domandarci è perché pensiamo allo spettacolo come a un prodotto quando invece lo spettacolo è qualcosa che nasce da una esigenza di raccontare ma poi, come qualsiasi cosa noi creiamo, diventa patrimonio comune. Spesso invece in Italia siamo abituati a ragionare in funzione dei fondi che stanzia l’ente pubblico e pensiamo: ho questo a disposizione e faccio quest’altro, e poi ce ne dimentichiamo. Invece Cirano come Otello, Caligola, Don Giovanni o Don Chisciotte, e come tutti gli spettacoli che ci riguardano, raccontano il nostro crescere, e il nostro invecchiare anche, attraverso la maturazione di qualcosa. E perciò dobbiamo pensare a loro come a una risorsa, come al nostro patrimonio.”
CIRANO DI BERGERAC al Teatro Litta di Milano fino al 30 ottobre 2016 – Compagnia Corrado d’Elia – di Edmond Rostand, Traduzione Franco Cuomo, Regia e adattamento Corrado d’Elia, Assistenti alla regia Marco Brambilla e Marco Rodio. Con : Michel Altieri, Marco Brambilla, Alessandro Castellucci, Giovanni Carretti, Franceso Cordella, Corrado d’Elia, Sebastien Halnaut, Claudia Negrin, Stefano Pirovano, Marco Rodio, Giovanna Rossi, Stefano Rovelli, Chiara Salvucci. Scene Fabrizio Palla, Tecnico Luci Marco Meola, Tecnico Audio Gabriele Copes, Grafica Chiara Salvucci.
Foto di Elisabetta Brian
Foto di scena Angelo Redaelli