Un territorio in continua espansione, una proposta culturalmente fluida che muove da una passione per l’arte contemporanea radicata nel tempo. Nasce dal sogno di Federico di Porcia e Brugnera la galleria CreArte Studio, un sogno a lungo coltivato quello di poter valorizzare i giovani talenti dell’arte italiani e stranieri inclini alla sperimentazione. Un sogno che trova concretezza in un luogo estraneo ai grandi circuiti tradizionali, a Oderzo, piccolo paese della provincia di Treviso.
“Una passione per l’arte che è cresciuta per gradi, prima con il collezionismo e poi seguendo una serie di gallerie sparse in giro per il mondo, specie in Asia, in Giappone e Corea. Infine il desiderio di iniziare una nuova avventura, provare a dare vita a un luogo capace di accogliere il nuovo. E’ così che è nata CreArte. Serviva uno spazio fisico, una presenza tangibile e abbiamo utilizzato degli spazi che avevamo a disposizione a Oderzo. La collocazione periferica in qualche modo fa da stimolo e incuriosisce e devo dire che siamo immersi in un ambiente straordinariamente vivo dal punto di vista artistico. C’è molto interesse per l’arte contemporanea, forse più in provincia che nei grandi centri dove ancora il moderno domina di più e domina il mercato.”
Una proposta che si orienta in maniera decisa ed esclusiva sul contemporaneo: artisti giovani, italiani e stranieri, fautori di progetti concettualmente innovativi. La fotografia, il digitale, la sound art, non esiste un medium preferenziale, forse nemmeno un rigido criterio selettivo determinato in maniera aprioristica, solo l’emozione, qualcosa che va dritto al cuore, e il nuovo come principi discriminatori.
“E’ il caso del coreano Seung-Hwan Oh un artista che lavora la fotografia con degli innesti di colture batteriche. Un esempio di piena innovazione.”
Una ricerca che muovendo dalla consapevolezza dell’eterna impermanenza dell’uomo e delle cose, dal loro continuo trasformarsi, sottopone la pellicola fotografica all’azione corrosiva dei batteri per uno stupefacente risultato visivo sintesi di materiale fotografico e materia organica.
O ancora César Meneghetti, artista brasiliano la cui indagine ha per oggetto le questioni sociali, il tema della migrazione e del confine individuale, sociale e politico. Con il suo ultimo progetto I\O_ IO È UN ALTRO, esposto anche alla Biennale di Venezia, esito di un lungo periodo di collaborazione con alcuni ragazzi della Comunità di S. Egidio affetti da varie forme di disabilità fisica e mentale coinvolti in un workshop durato 4 anni, approfondisce i temi della memoria e dell’identità. Aspiranti artisti che attraverso l’opera d’arte sono diventati visibili in qualche modo, questo anche il senso delle parole che accompagnano il lavoro: la mia presenza fisica è quella che restituisce ai tuoi occhi la mia immagine o l’illusione della mia vera rappresentazione.
“Sono vari i piani di lettura di questa opera. César lavora sull’idea di perfezione del mezzo utilizzato, cioè il video digitale in questo caso, e ci parla di una rottura dei codici: è il codice di fondo della fotografia, della scrittura digitale, che viene rotto, rovinato fino a risultare sfuocato, allo stesso modo del codice genetico. E promuove l’imperfezione a soggetto principale dell’opera d’arte.”
Interessante anche il lavoro di Katerina Belkina, artista russa che vive e lavora a Berlino, la cui formazione sembra più simile a quella di un pittore che a un fotografo. Il suo è un mondo di suggestioni che muove dalla sua stessa figura ritratta in maniera precisa, quasi cristallina, a dire della lunga ricerca dell’essere umano, della ricerca dei confini delle proprie connessioni con l’universo, del senso di solitudine e abbandono dentro il contesto urbano, artificiale e materiale. Atmosfere surreali che sembrano congelate dal tempo; figure astratte, impossibili, distanti come la nuova umanità che si muove in questi Empty Spaces dove solo una frazione di coscienza della connessione con l’universo reale è presente, come ha perfettamente sintetizzato la storica dell’arte Marike van der Knaap.
In un luogo decentrato un epicentro creativo, una galleria che mira ad espandere gli orizzonti, sia in termini di contenuto che di forma, in una tensione dinamica verso nuovi codici narrativi. Nuove pratiche atte a stimolare una riflessione personale sulla contemporaneità.
Desidero ringraziare per la cortese intervista CreArte Studio – web site – Facebook – Instagram.
Foto di Giancarlo Fabbi
Federico di Porcia e Brugnera, CreArte Studio Gallery - ArteFiera 2017
César Meneghetti, I\O_ IO È UN ALTRO - CreArte Studio Gallery ArteFiera 2017
Katerina Belkina, Fly! (2010) - CreArte Studio Gallery ArteFiera 2017