DESIDERIO, NIRVANA – BEAUTY HAZARD 2007|2017

Un mondo denso e intenso, intriso di carnalità umana. Visioni e apparizioni legate a una sensazione di inquietudine. Un’atmosfera immaginaria popolata di personaggi onirici, magici, folli che producono come un senso di estraniazione dal reale.

Alla Fabbrica del Vapore di Milano la mostra dell’artista Desiderio “Nirvana-Beauty Hazard 2007|2017” curata da Chiara Canali è una vera e propria esperienza multisensoriale in cui i dipinti, le installazioni, i video, le fotografie e le performance, forme espressive stratificate e concatenate insieme, invitano lo spettatore ad addentrarsi nelle cavità più remote dell’essere.

“Questo progetto è stato ideato e realizzato dall’associazione culturale Art Company insieme con il Comune di Milano e Fabbrica del Vapore e come partner la Galleria M77  che segue da anni la ricerca dell’artista Desiderio. Ho iniziato il lavoro di curatrice una quindicina di anni fa, collaborando fin da subito alle mostre della corrente Italian Factory che promuoveva i linguaggi della pittura e della scultura, recuperando gli elementi pittorici e scultorei più peculiari della tradizione italiana e ponendo particolare attenzione ai generi del ritratto, del paesaggio, della natura morta. Con loro ho curato in prima persona il Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana dalle cui fila è stato selezionato anche Desiderio che avevo già scoperto e conosciuto in occasione del Premio Germinazioni indetto nel 2007 dal Comune di Perugia. La mia è sempre stata una attività di talent scout di artisti emergenti della mia generazione e con il tempo ho allargato l’ambito di interesse un po’ a tutti i linguaggi, non più solo pittura e scultura ma anche i nuovi media, le nuove tecnologie e le modalità di interazione dello spettatore con esse.”

Il percorso della mostra narra dieci anni di attività dell’artista in un crescendo che muove dalle opere meno recenti – la texture della pittura più rude e materica – fino agli ultimi lavori in cui cambia il registro pittorico, gli sfondi diventano piatti, le composizioni si fanno meno dense ma ricche di simbologie, simili a rappresentazioni teatrali che inscenano l’aspetto latente del mondo.

Bellezza fragile ed effimera (l’azzardo della bellezza recita, non a caso, il titolo della mostra), pulsioni dal basso, bambini come bambolotti con indosso maschere anti gas, figure che sembrano ingabbiate all’interno di scatole e costrette a un ruolo che non appartiene loro. Un guardare instancabile a ciò che sta intorno per indagare l’uomo e la natura dell’uomo in una continua tensione verso la scoperta di mondi nuovi, visioni parallele apparentemente distanti eppure presenti. Sempre più verso la rarefazione, verso l’annullamento dei desideri e delle passioni (Nirvana), verso lo svuotamento (Kenosis).

“Il manifesto della mostra è una effige di Marilyn Monroe, una scultura in terracotta che si sgretola e brucia in un fuoco purificatore. A significare la volontà di liberarsi da quelli che sono i miti, le icone, i simboli della bellezza per essere liberi da bramosie, senza vincoli, e poter così intraprendere un nuovo corso espressivo e spaziare in tutto il proprio mondo illusorio e visionario, che ritorna spesso ai luoghi dell’infanzia, ai personaggi delle storie, dei fumetti, dei cartoons. Pur essendo talvolta il suo lavoro assimilato a quello delle correnti del Pop Surrealism e della Lowbrow Art americana, noi abbiamo per lui coniato l’espressione ‘realismo magico’, che si rifà alla corrente del primo Novecento italiano, proprio perché la sua base di partenza è il dato di realtà. Le presenze sono reali, poi il fatto di chiamare in causa i personaggi delle favole o i super eroi è sia un modo per regredire al mondo dell’infanzia, protetto e incantato, sia una strategia per affrontare il quotidiano in una veste più conosciuta e sicura. La pelle della realtà è vista in una maniera altra, magica, imprevedibile e a volte inquietante.”

Un travaso continuo da un medium all’altro produce un flusso e un intreccio di forme visive. Accanto al progetto Beauty Hazard compaiono i cicli narrativi Confabula Spurio, il viaggio di due sposi all’interno dell’ex orfanotrofio La Bastarderia, e I love my Queen che approfondisce ancora di più il tema dell’infanzia mettendo in risalto giocattoli, ambientazioni oniriche e personaggi quali la principessa bambina.

Senza trascurare il forte legame con Cuba dell’artista che, dopo aver vinto il Premio Italian Factory ottiene una residenza in quel Paese, partecipa a due Biennali all’Avana e per la Biennale di Venezia realizza un progetto per il Padiglione cubano. Un sentimento di intensa vicinanza documentato da una serie di fotografie: frammenti di volti, di viaggi, di luoghi, di performance.

“Desiderio nasce a Milano ma i suoi genitori, quando lui era ancora bambino, si trasferiscono in Umbria. La sua poetica si sviluppa quindi nel contesto della campagna e della cascina in cui è cresciuto ed ecco perché i molti riferimenti alla figura del maiale che tra l’altro è la prima fonte di sostentamento della sua famiglia. Una presenza che diventa intima e domestica, benevola al punto da attribuirgli il nome di Mommy, ma anche primigenia e ancestrale perché si dice che il maiale sia un animale che prova dei sentimenti molto vicini a quelli dell’uomo. Quindi questa ambivalenza tra uomo e bestia, tra istintività e umanità caratterizza tutta la ricerca dell’artista.”

Insieme ai quadri di grandi dimensioni anche il tavolo su cui vengono macellati realmente i maiali e i segni rossi che richiamano il fluire del sangue. Mescolanza di vita e di morte, una hybris che genera un senso di spiazzamento e stupore dinanzi all’esistente e che non si avvale solo della pittura per essere registrata.

“Il cortometraggio è un altro aspetto fondamentale del lavoro di Desiderio che sente l’urgenza di utilizzare la videocamera come dispositivo perturbante attraverso il quale inquadrare la realtà. C’è una sorta di perversione e di innamoramento nel suo guardare il mondo con la bramosia di un artista, l’innocenza di un bambino e l’orrore di un angelo. Avevo infatti intitolato un testo su di lui ‘Bellezza e Fragilità’: la bellezza di osservare questa umanità struggente ma allo stesso tempo la fragilità, la caducità, il senso di innocenza e orrore che ne scaturiscono e che si mescolano nei suoi cortometraggi. Storie visionarie e improbabili, molto personali, che rinviano a emozioni universali e che rivivono nei suoi quadri sotto forma di frame.”

Un intreccio di sperimentazioni in cui a poco a poco cadono le distinzioni e le immagini tutte diventano squarci su un mondo dove l’invisibile, la fugacità e la transitorietà della vita umana, si fa sempre più visibile e tangibile.

Desidero ringraziare la curatrice Chiara Canali per il tempo dedicatomi

Desiderio “Nirvana – Beauty Hazard 2007 | 2017” a Milano presso la Fabbrica del Vapore fino al 14 gennaio 2018

Foto di Elisabetta Brian

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