UNA COSA NELLA MENTE

HO VESTITO LA MIA MENTE CON UNA MANTELLA VINTAGE COMPRATA A LONDRA NON SO PIU’ NEMMENO QUANDO

Penso spesso che non sia poi così difficile farsi venire in mente un’idea. Complicato invece riuscire a sagomarla quell’idea intorno ad un codice comunicativo efficace, che impatti dentro il mondo emotivo altrui con forza simile a quella con la quale irrompe nel mio universo di emozioni. Potrei dire che le idee mi nascono nel cuore e al cervello, in seconda battuta, affido il compito di costruire un perimetro di coerenza dentro il quale l’azione possa svilupparsi: con parole e racconti, immagini statiche e dinamiche. Le idee nascono nel cuore che percepisce uno stimolo emotivo e salgono poi su fino al cervello che quello stesso stimolo lo lavora per giorni e notti senza tregua. Lascio poco margine all’improvvisazione, almeno quando si tratta di costruire la struttura d’insieme. Penso senza sosta, anche nei sogni, perché se non ho evidenza del mio tutto non inizio a scrivere, nemmeno a immaginare una foto o un video e nemmeno mi azzardo a disturbare le persone, a cercare la loro vicinanza perché abitino per un tempo breve i miei spazi, loro che sono l’anello portante di pensieri in serie, legati e concatenati. Non sta a me giudicare la bontà o meno di questo lavoro che ho fatto, a me il compito di delinearne gli aspetti di sostanza e di forma. La sostanza: il disagio mentale. In un giorno indistinto, iniziato molto tempo indietro, il cuore percepiva netto un senso di sdegno per certe storie di emarginazione. Per l’indifferenza di certa psichiatria abile molto a classificare e poco a indagare con pazienza dentro il dolore di un disagio. Persone. Non maglie strette, e nemmeno rigide, di certe definizioni mediche. Perché non poter tracciare dentro schemi, a ragione o torto definiti, non vale a relegare. Provò pietà per l’illusione che la realtà possa essere unica e univoca. E ora la forma. Dagli abissi della solitudine emergono gli occhi dei Dimenticati del pittore Vincenzo Baldini (www.thedummystales.com/the-dummy-meets-vincenzo-baldini). Dagli abissi dell’incontrollabile emergono le voci stridule e invisibili di Davide Pagani (www.thedummystales.com/davide-pagani-the-invisible-voices). La loro cattiveria e ferocia pare prendere forma netta nella figura di Gebrek, fantomatico dittatore di un Nuovo Mondo (www.thedummystales.com/the-dummy-meets-claudio-elli). Dagli abissi dell’abbandono emerge infine la rabbia malinconica di una giovane attraente donna (www.thedummystales.com/disorder). Racconto per immagini, forti, quasi violente di una eroina border chic (www.thedummystales.com/border-chic). Pezzi. Pezzi di altri. Pezzi di me. Pezzi di caos. Pezzi che non si sono generati da soli. Pezzi multipli figli di multiple indifferenze. E di seriale non amore.

Photo by Pasquale Russo

Translation by Chris Alborghetti 

 

DUMMY’S PICK #9. MENTAL

I often think that it is not that difficult to come up with a bright idea. Nevertheless, I think it is very complicated to apply that idea to an efficient communication code so as to make an impact on people’s emotional state in such a powerful way as it does on mine whenever it invades it. I could say that my ideas are born in my heart as well as in my brain. Afterwards, I entrust them with building a coherent perimeter within which they are put into actions through words, tales and static as much as dynamic images. Thus, ideas are born in the art that reacts to an emotional stimulus and then travel to the brain which perceives and interprets this stimulus day in, day out. I do not leave much room for improvisation, at least when it comes to create the main structure. I think without intermission even when I dream, because if I do not  have all I need and hence a comprehensive panorama, I do not start writing, I cannot even picture a photo or a video. Consequently I do not even dare to ask people or approach them in order to make them be part of my reality and therefore be dwellers in my space. People, who I know for a fact, are the hub of all my thoughts. It is not down to me to judge the goodness and goodwill of the work I have done so far in terms of form and content. The substance of it is the mental distress, discomfort and uneasiness. One day, a long time ago, my heart felt disdain for the way certain stories of marginalization and exclusion were dealt with by psychiatric and professionals alike who work in close contact with patients and the hospital’s psychiatric unit too. No less so, is the field of psychiatric which is always impeccable when it comes to classify and categorize, nonetheless it shows indifference when it comes to inspect and examine on the mental state of distress, sorrow and uneasiness of patients. After all, they are people and not tight and rigid shirts. Doctors should work within the defined schemes, frameworks and theories of the psychiatric field rather than relegate patients and certain cases. I take pity on those who are labouring under the illusion that reality is unique and univocal. From the content we now go to form. Thus, from the abyss of solitude surface the eyes of those who have been Forgotten a work by the painter Vincenzo Baldini (www.thedummystales.com/the-dummy-meets-vincenzo-baldini).  From the abyss surface the Squealing and Invisible voices by Davide Pagani (www.thedummystales.com/davide-pagani-the-invisible-voices). Evilness and cruelty seem to take shape in Gebrek, an imaginary dictator in a future that he names the New World (www.thedummystales.com/the-dummy-meets-claudio-elli). From the abyss of solitude and abandonment finally surfaces the anger and sadness experienced by an attractive young woman (www.thedummystales.com/disorder) (www.thedummystales.com/border-chic). Bits, bits of others, bits of me, bits of chaos, bits that have not generated by themselves but rather multiple bits which have come to life due to indifference and not love, unfortunately.

 

Photo by Pasquale Russo

Translation by Chris Alborghetti 

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