A partire da sabato 18 novembre, la galleria Massimo Minini presenta un inedito dialogo tra gli artisti Sheila Hicks (Hastings, Nebraska, 1934), pioniera e oggi universalmente acclamata protagonista dell’arte tessile contemporanea, e Nedko Solakov (Cherven Briag, Bulgaria, 1957) autore eclettico la cui opera si sviluppa nella forma di uno storytelling spesso umoristico e sovversivo.
Quella di Hicks è una carriera longeva e straordinaria. Dopo aver conseguito i diplomi BFA e MFA presso la Yale University, riceve nel 1957 una borsa di studio Fulbright grazie alla quale si trasferisce in Cile e proprio in Sud America sviluppa il suo interesse per la lavorazione delle fibre, traslando la sua indagine da un piano prettamente pittorico a un altro. Un nuovo medium, il tessuto, che si fa luogo per eccellenza della sua progettualità creativa. Ha esposto le sue opere in innumerevoli mostre personali e collettive ed è stata inclusa nella Biennale di Venezia del 2017, nella Biennale di Whitney del 2014 a New York e nella Biennale di San Paolo del 2012 in Brasile. Il suo è un lavoro polisemico, stratificato e aperto all’interpretazione, che esalta il potenziale energetico di un elemento naturale, primordiale e antico come il filo. Un lavoro complesso, alla maniera di ogni intreccio, tanto sul piano formale quanto su quello semantico, che esplorando texture e colore si estende fino a grandi installazioni site specific. Come la scultura monumentale intitolata Vers de Horizons Nouveaux (2023), realizzata a Parigi nella piazza dell’Institut de France, di fronte al Pont des Arts, ed esposta in occasione dell’ultima edizione di Paris+ par Art Basel. Una colonna alta sei metri ricoperta da fibre di diversi colori ottenuti da pigmenti naturali provenienti dalla Turchia e colori acrilici, in relazione dialogica con la Colonna Infinita (1938) di Constantin Brancusi.
Solakov invece è un artista bulgaro noto a livello internazionale, che si è distinto per la sua singolare capacità di mescolare con sapienza tecniche tradizionali e sperimentali. Oltre ad aver esposto in importanti gallerie e musei in tutto il mondo, tra cui il Museo d’Arte Moderna di New York e la Tate Modern di Londra, è stato anche selezionato per rappresentare la Bulgaria alla 49ma Biennale di Venezia nel 2001. La sua pratica multiforme spazia dal disegno alla pittura, dalla video arte all’installazione, e si caratterizza per un linguaggio che oscilla sempre tra le polarità dell’assurdo e del drammatico, del serio e del comico, traducendosi in un’acuta critica al sistema sociale e politico, spesso esperita attraverso l’uso della parola scritta. Dando voce ai suoi pensieri, alle sue angosce, ai suoi sogni e alle sue paure, Solakov delinea un universo creativo che riflette l’essenza dell’esistenza umana e che al contempo invita lo spettatore a mettere in discussione convenzioni e stereotipi.
Visitabile sino al 14 febbraio 2024,“Flying colors in yarn and water” si configura come un emozionante scambio tra due assoluti protagonisti del panorama artistico contemporaneo, accomunati dalla capacità di trascendere i confini tradizionali dell’arte.
Cover story: Sheila Hicks, 2019, Ph. Cristobal Zanartu