#VENTURA LAMBRATE DISTRICT
L’avvenimento più creativo, interessante e stimolante che coinvolge la città di Milano è per me, senza dubbio, la settimana dedicata al design. Lo spazio urbano si trasforma in spazio dell’immaginazione al servizio delle idee, straordinariamente dinamico e sorprendentemente inclusivo. Un concentrato di proposte che caratterizza anche e specialmente i percorsi del Fuorisalone. Io quest’anno ho scelto il distretto di Ventura Lambrate evitando accuratamente il circolo e i circuiti dei soliti noti della moda. Più di un incontro interessante, a partire dalle lampade firmate Giopato & Coombes Editions. Prodotti dal forte impatto emotivo capaci di combinare la qualità della manifattura artigianale italiana con l’innovazione del design britannico. La commistione di questi due elementi sa trasformare il vetro di Murano nelle più inaspettate forme di illuminazione come le bolle o i flauti. Singolare anche il progetto di socializzazione targato Floor Nijdeken. “Social machine” la chiamano loro, a significare un progetto di ricamo collettivo in cui le persone diventano parte attiva dell’installazione e fanno confluire in una sorta di tappeto ricamato, che diventa momento di condivisione, le loro parole, le loro emozioni, le loro abilità. Perchè “talking to each other insn’t scary” argomentano. Dal passato del punto croce al futuro dell’energia eolica il passo è breve, si tratta di attraversare la strada e incontrare Enessere Clean Energy Company. Un progetto che, affondando le radici nello straordinario contesto industriale del nord est dell’Italia, fa si che l’eolico assuma valenza estetica oltre che funzionale e dia vita a prodotti capaci di coniugare bellezza con tecnologia. Prodotti che nascono per integrarsi perfettamente in qualsiasi ambiente, soluzioni che contribuiscono alla completa indipendenza energetica, valorizzando il contesto in cui vengono installati e generando un nuovo equilibrio tra essere umano e natura. Sono poi inciampata in lampade e sedie fatte solo di corda. Rope hope è uno dei tanti progetti inseriti nel contenitore di Livable Products che ha studiato elementi d’arredo capaci di restituire nuova vita a materiali come la corda, riducendo così gli sprechi e creando opportanità di lavoro nelle zone più povere del pianeta. Con l’obiettivo di divulgare anche la affascinante storia degli uomini che lavorano le corde dismesse delle vecchie navi nelle poverissime aree adiacenti i siti portuali delle Filippine. E ancora, i telai di Andrea Rizzi e il suo progetto TELA. Telai trattati alla stregua di oggetti d’arredo, lavorati da mani artigiane che ne sanno fare pezzi unici e irripetibili, decorati in funzione della personalità di ogni singolo individuo. Per distinguersi tra i suoni e i rumori della giungla urbana, perché da sempre andare in bici è uno stile di vita ma con TELA lo è ancor di più. Ho infine sperimentato in prima persona la Room For Inspiration, uno spazio dinamico e multisensoriale, pensato per stimolare una nuova consapevolezza di sè in un momento storico come questo fatto di molte connessioni con l’esterno ma poche con l’interno, con noi stessi. Un progetto di matrice olandese, nato dal pensiero sinergico di più aziende, che ambisce a trovare collocazione non solo in territorio professionale ma a essere esportato anche in altri ambiti, come quello clinico per esempio. Resta dentro, alla fine di questo seppur breve viaggio, lo stesso entusiasmo coinvolgente di tutte le persone incontrate, di tutte le cose viste, che ti fa venire voglia di cercare, scoprire, inventare, fosse anche solo con la fantasia. E credo sia questa, insieme all’essere un fenomeno per sua natura partecipativo, la grande ricchezza dell’evento del Salone del Mobile.
Video di Pasquale Russo