GIORGIO GALIMBERTI, IL SOGNO DI GEORGE

Lasciateli stare i sognatori, sono gente di carbone per vecchi treni a vapore, lasciateli stare nelle loro piccole case, che abitano come tasche, piene di spine e di more. (G. Nadalini)

Si intitola “Il sogno di George” la prima personale che la galleria Glenda Cinquegrana Art Consulting dedica al fotografo Giorgio Galimberti (Como, 1980). In mostra, lavori recenti e altri più datati che insieme costituiscono un omaggio alla poetica di un artista che nella dialettica tra bianco e nero, tra figura e ombra, tra realtà e onirismo, ha saputo dare vita alla propria incisiva cifra stilistica.

E’ un universo personale e fantastico quello di George, alimentato da sogni e desideri, capace di trasfigurare i corpi in luoghi dell’animo, in entità inafferrabili. Come quello di una fanciulla prigioniera di una balena di ferro (“Camogli” #01, 2017), in bilico tra figurazione e astrazione. O quello di un uomo che, ridotto alla dimensione di gnomo, si muove sullo sfondo di un paesaggio fatto di fiori e di pale eoliche (“Capracotta”, 2020). E ancora, l’impercettibile linea che tratteggia una persona immobile, colta tra cielo e struttura, dentro un sistema di pieni e di vuoti, moltiplicatore di effetti (“Maddaloni”, 2020). Corpi cristallizzati tutti nel loro statuto di solitudine, al cospetto di architetture composte in ritmi regolari e geometrici, a fare da contrappunto all’inquietudine che si annida tra le pieghe dell’esistenza.

Giorgio Galimberti_Maddaloni 2020_©Giorgio Galimberti_Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

© Giorgio Galimberti, Maddaloni, 2020, Courtesy the artist and Glenda Cinquegrana Art Consulting

La fotografia di George è costruzione. Ma non si tratta di costruire tanto per costruire, né solo di costruire bene. Si tratta piuttosto di dare al costruire un senso che lo trascenda in un atto non solo tecnico, ma eminentemente artistico. Egli mette in equilibrio un sistema complesso di variabili fatto di luci e di ombre, di naturale e artificiale, di umano e industriale, generando quella precisione imprecisa che caratterizza la sua grammatica espressiva.

Egli è attratto dal reale nella misura in cui questo gli consente un viaggio dentro la profondità dell’essere umano, perché, come uno strumento amplificatore di stati d’animo, gli permette un vedere interiore e soggettivo. Lì, il reale si fa sogno. Lì, convergono le forme che si fanno e si disfano sotto il segno dell’oscuro, del nero, del silenzio. Lì, l’immagine si apre alla dimensione non reale. E diventa uno spazio onirico, spazio sospeso, immerso nella vita ma sottratto alla vita.

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© Giorgio Galimberti, Forme di spazio #29, Courtesy the artist and Glenda Cinquegrana Art Consulting

Quello di George è, in ultima analisi, un reale sottoposto alla metamorfosi del sogno da cui affiorano immagini intime e soggettive, presenti eppure come assenti. Immagini in cui il nuovo si contamina con l’esistente, risolvendo la fotografia in una apparizione inaspettata, che cristallizza l’altro e l’altrove. E disegna i contorni di un mondo apparente dentro un mondo vero.

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Giorgio Galimberti è nato a Como nel 1980. Da sempre appassionato di fotografia, complice anche un clima familiare aperto all’arte e alla creatività, fin da piccolo comincia ad avvicinarsi al mezzo fotografico attraverso le Polaroid. Con i primi tentativi di manipolazione e alterazione dell’immagine, Giorgio esplora approfonditamente la dimensione giocosa del supporto istantaneo. Successivamente Galimberti si riavvicina al mondo della fotografia digitale senza mai abbandonare del tutto la pratica analogica. Numerose le sue partecipazioni a mostre personali e collaborazioni con importanti gallerie d’arte Italiane e Internazionali che gli hanno permesso di entrare nella fotografia autoriale. Si dedica alla didattica trasmettendo durante i suoi workshop e seminari il suo punto di vista sulla fotografia d’autore. Dal 2018 è testimonial LUMIX.

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Giorgio Galimberti e Gianluca Nadalini che ha contribuito, insieme ad  A. Cucchetto, al catalogo che accompagna la mostra, "George", 2021, in collaborazione con Trieste Photo Days, Ph. credit Elisabetta Brian
Cover story: © Giorgio Galimberti, Camogli #01, 2017, Courtesy the artist and Glenda Cinquegrana Art Consulting

Giorgio Galimberti, Il sogno di George

Glenda Cinquegrana Art Consulting

Fino al  12 marzo 2022 | martedì – sabato dalle 15.00 alle 19.00

Una mia precedente intervista a Giorgio Galimberti si può leggere qui: link

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