GIUSEPPE BUCCINNA’

I arrive alone

I drink alone

I laugh alone

I cry alone

I’m leaving alone — Abbas Kiarostami

Laureato in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano e con un diploma di Modellista conseguito all’Istituto Secoli, Giuseppe Buccinnà fa confluire nel suo lavoro entrambe le formazioni combinando insieme elementi strettamente tecnici con forme più armoniose e voluminose, mirando a un dialogo simbiotico tra tessuto, styling e vestibilità. Le strutture abbandonate e il fascino per le culture orientali, la psicologia, la musica e la pittura giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della sua ricerca.

Giuseppe Buccinnà, FW/21

La sua nuova collezione FW/21, fresca di debutto alla Milano Fashion Week, è una cronaca costruttivista declinata in tele grezze di Tecnocotton che sostengono fibre di cotone e in capi di nylon termico leggero che si mescolano alla trasparenza del tulle elasticizzato e alla maglieria. Gioca con la pelle e ama le forme geometriche. Vive in camicie, reggiseni, gonne, blazer, completi, giacche e abiti. E predilige i colori verde, ruggine, bianco e le sfumature di nero. A completamento, e frutto di collaborazioni di lunga data, le borse e gli accessori in pelle di Michvasca e gli occhiali di Fabbricatorino. 

Giuseppe Buccinnà, FW/21

Una riflessione sul tema del desiderio – forma erotica di didattica – di cui abbiamo parlato in questa intervista.

Francesca Interlenghi: Vorrei cominciare dall’inizio e chiederti della cosa che mi ha colpito di più e cioè della fonte di ispirazione per questa collezione: il genio di Abbas Kiarostami. Lui che attraverso le parole e le immagini è riuscito a sondare il significato dell’esistenza, dell’isolamento, della solidarietà e della morte offrendo un rappresentazione poetica della vita per quel che è. Mi racconti come è avvenuto questo travaso di stimoli dal suo lavoro al tuo lavoro? 

Giuseppe Buccinnà: Aver legato parte della ricerca a Kiarostami è stata la mia risposta ad un periodo nel quale ho cercato di fronteggiare il dolore e l’angoscia di quel che è accaduto. Un minimalismo poetico, come unica maniera per riempire i vuoti del contemporaneo perché, solo con la poesia, è possibile aprire strade a nuove conoscenze. Riaffermare, in modo delicato, non sbavato e con una profonda ricerca introspettiva, concetti come pensiero, sentimento e mistero. Andare al di là guardandosi dentro, sempre più a fondo, come risposta ad un distanziamento coatto e alla solitudine digitale che ha svuotato le nostre interazioni. Così il colore, i tagli, ed i finissaggi fatti su materiali “grezzi” nobilitati, così com’è nobilitante, il pensare.

Giuseppe Buccinnà, FW/21

Francesca: In senso più lato, l’arte contemporanea è sempre confluita nella tua estetica quasi a dire della necessità di un dialogo continuo e costante tra le diverse discipline. In che modo si è alimentato ed evoluto questo scambio dagli inizi della tua carriera od oggi? 

Giuseppe: L’arte contemporanea è la chiave di lettura più efficace in nostro possesso; un osservatorio privilegiato per analizzare ciò che succede nella nostra società. Pertanto, affronto questo dialogo in modo serio, guardandomi dentro, misurandomi e rispondendo col mio linguaggio alle domande che oggi rilevo. Continuo ad arricchirmi d’altro poiché le parole inducono il pensare e tanto più ampio è il vocabolario tanto più lo sarà il concetto. Non parlerei di evoluzione bensì di momenti e di condizioni che mi hanno spinto, collezione dopo collezione a cercare nuovi orizzonti, nuove contaminazioni. Mi piace pensare ai miei abiti come esplorazioni di questi perimetri nella consapevolezza che una società che non produce cultura sia destinata a morire.

Giuseppe Buccinnà, FW/21

Francesca: La tua donna vive di dicotomiche alternanze. A fare da contrappunto al suo stato di solitudine, a una certa intima fragilità – colta in un reggiseno esibito o in una trasparenza appena accennata – ci sono vestiti attillati, materiali tecnologici, moderni scudi per affrontare la vita di tutti i giorni. Mi racconti che tipo di donna avevi in mente di vestire con questa collezione? 

Giuseppe: Avevo in mento una donna tormentata e al tempo stesso capace di rapportarsi col proprio tormento, con le proprie fragilità. Volevo parlare ad una donna che viva nel desiderio; come concetto, come forma autonoma di pensiero. Ho immaginato come questo stato di solitudine potesse influenzarne anche il modo di vedersi, di sentirsi e come poter delineare i paletti per una nuova intimità costruita e rafforzata da una sensibilità consapevole, non più nascosta. Ecco dunque materiali con pesi diametralmente opposti accostarsi tra loro, pelle e tulle tagliate da nylon tecnici; opposti che dialogano tra loro.

6. GB_FW21_Lookbook

Francesca: Al tempo, dilatato e immobile, della pandemia si contrappone quello, subitaneo e frenetico, delle stagioni della moda che ha dovuto privilegiare, anche in questa occasione, la formula del digital show. Come descriveresti il tuo debutto digitale alla Milano Fashion Week? 

Giuseppe: Ho vissuto questa esperienza cercando di vederne il lato meno buio, ovvero quello relativo alla nuova urgenza di desiderio scaturita dal solipsismo virtuale dell’anno trascorso. Alienati da un’eclissi di desiderio, la mia urgenza è stata quella di entrare in contatto con chi mi circonda e di farlo col mio linguaggio. Credo il desiderio sia una forma erotica di didattica e questo rappresenta per me motivo di grande interesse. Mi andava di raccontare questo momento, questa solitudine, anche perché convinto e consapevole dell’importanza della traccia e di quanto descrivere quello che ci circonda sia il modo più onesto per rapportarsi con la vita.

Giuseppe Buccinnà, FW/21

Giuseppe Buccinnà, FW/21

Giuseppe Buccinnà, FW/21

Giuseppe Buccinnà – web siteFacebook  – Instagram 

Credits: Photographer: Massimo Zanusso, Stylist: Ivan Bontchev, MUA: Luciano Chiarello, Set assistant: Chiara Tiso, Photo assistant: Umano Teodori, Styling assistant: Francesca Farina, Casting: Marcello Junior Dino, Models: Tessa Grootjen (Select) – Jess Posada (Select) 

Comments are closed.