Si intitola “I Dimenticati” la personale di João Coelho (Angola, 1964), curata da Christine Enrile con Batsceba Hardy di Progressive Street, allestita a Marina d’Andora (SV) presso Palazzo Tagliaferro fino al prossimo 3 luglio 2022. In mostra le potenti immagini in bianco e nero che ritraggono la gente della sua terra natale nella quale, a partire da aprile 2021, il fotografo è ritornato altre due volte per documentare la tragedia delle discariche.
“Non si può essere più poveri e dimenticati delle famiglie, dei padri, delle madri e dei figli, persino in fasce, che da generazioni vivono in una discarica alla periferia di Benguela, dove sono nato. Tutta la giornata, dal più anziano al più giovane, setacciano i rifiuti, separando i più preziosi, lattine e vetri, per il riciclaggio. Si nutrono degli scarti del cibo, o barattano con altri, che sono nelle loro stesse condizioni, il necessario. La sera dormono nelle tende stracciate. Non hanno altro. Né l’avranno, perché sono dimenticati e invisibili per le nostre società che si sono voltate dall’altra parte, la parte della ricchezza.”
João Coelho, A time for love, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
Costretto a trasferirsi con la famiglia in Portogallo, in seguito alla guerra di indipendenza in Angola (1961 – 1975), Coelho ritorna da adulto in Africa per raccontare, con le immagini fotografiche, la realtà delle discariche. Il problema dei rifiuti urbani è gravissimo in Angola dove non esistono la raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti. Ogni anno se ne producono 3 milioni e mezzo di tonnellate, di cui circa un terzo nella sola capitale di Luanda. La spazzatura ammassata all’aperto contiene di tutto: plastica, lattine, cartoni, stracci, vetri, avanzi di cibo, scorie di industrie e di allevamenti di animali, persino carogne. L’odore è nauseante. Nugoli di mosche dappertutto.
João Coelho, Time for a change, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
Il bianco e nero netto e contrastato dei suoi scatti esalta emozioni e sentimenti, attirando l’attenzione dello spettatore sulle disuguaglianze e le asimmetrie che ancora esistono nel mondo. L’obiettivo della sua macchina fotografica indugia su un lembo meridionale di terra, fra le lamiere arrugginite di un cimitero d’automobili, insieme con le famiglie di diseredati. La sopravvivenza qui dipende da quanto si può raccattare, magari pezzetti di rame preziosi frugando per terra. O ancora, si sofferma su una spiaggia dell’Angola, dove montagne fatte di gusci di crostacei sono state erette dalle donne, di ogni età, che lavorano per estrarne la polpa. D’improvviso, la gioia dei bambini che giocano a buttarsi giù con delle specie di slitte, create con i carapaci delle tartarughe. Verso sera il paesaggio che diventa quasi apocalittico, a causa del fumo nero che si alza dai pentoloni nei quali si prepara quel poco che si può per cena. Ma il fotografo cristallizza anche i riti religiosi attorno ai baobab, le enormi deità vegetali il cui tronco massiccio rappresenta il Cristo e la corona la disseminazione dell’amore. Sul prato, attorno al gigantesco albero, si celebrano i raduni dei fedeli.
João Coelho, The dump ballet, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
“Ho incontrato le persone che vivono e lavorano in questa discarica alla periferia della città. Una marea di sentimenti ed emozioni mi ha travolto e mi ha trasformato e ha trasformato il mio modo di relazionarmi al mondo. Qui ho trovato, incredibilmente, persone genuine e disinteressate pur essendo consapevoli che il loro domani sarà duro e difficile come l’oggi. Qui ho trovato l’estrema povertà al limite della sopravvivenza, ma non mi sono mai sentito minacciato o insicuro, come accade nelle città dove le persone hanno molto di più e vivono una vita apparentemente normale. Qui ho trovato la tristezza ma anche la gioia e la voglia di vivere, qui ho trovato lo sconforto ma anche un’enorme forza interiore. Qui ho trovato una stanchezza estrema ma anche una solidarietà ammirevole. Qui ho trovato sguardi imploranti ma anche sorrisi aperti e schietti. Qui ho trovato un luogo dove, nonostante la desolazione e il caos del paesaggio a perdita d’occhio, mi sono sentito accolto e nel quale mi sento in dovere di tornare. Qui mi sono sentito parte di una famiglia. È di questa mia famiglia che voglio condividere alcune storie, per mostrare come vivono qui, dimenticati da tutti.”
João Coelho, Despair, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
La mostra narra la storia di una famiglia di dieci persone: genitori, figli, nipoti. Da anni setacciano l’immondizia, utilizzando dei ferri dalla punta ricurva. Cercano tutto ciò che potrebbe avere un valore e che dopo anni di massacrante esperienza sanno riconoscere. Frugano alla ricerca anche di altro per sé stessi: vestiti a brandelli, scarpe vecchie, cibo. Spesso li scambiano con gli altri gruppi della discarica. Qui non esistono i soldi, tutto viene barattato. Gli uomini salgono in cima ai mucchi di rifiuti e gettano giù ciò che trovano, alle donne che suddividono in mucchi tutti gli scarti. Si lavora in silenzio. L’unico rumore è la tosse cavernosa di chi ha i polmoni già compromessi dall’inquinamento. Nella famiglia tutti aiutano, anche Ana, la più piccola, che è già incinta. Jorge invece, il figlio maggiore, è diventato cieco a causa della congiuntivite. Lavorano in qualunque condizione, anche sotto la pioggia, finché l’ultimo mucchio non è stato setacciato. Ed è peggio quando non piove e la polvere della terra, dopo mesi di siccità, sollevata dal vento, si mescola al fumo.
João Coelho, The wheel game, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
I bambini a piedi nudi setacciano la spazzatura come fosse piccoli adulti allenati a ripetere gesti meccanici. Solo alla fine della giornata possono riposarsi un po’, giocare con le bambole rotte gettate via, fare torte con la sabbia, inventarsi il divertimento con quel che trovano. Le madri lavorano con i neonati sulla schiena, dentro un telo (“kakunda” nella lingua locale) legato attorno al corpo. Non li abbandonano mai, a dimostrazione dell’enorme sacrificio e della dedizione alla maternità. Verso sera il paesaggio si trasforma. Gli uomini danno fuoco alla spazzatura per individuare le lattine, i trofei più ambiti, che possono essere vendute per il riciclaggio. In mezzo a nubi tossiche, fra fiamme e ceneri, vagano come sagome scure.
João Coelho, To a lesser God, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
“Possono essere stati dimenticati, ma io non posso più ignorarli. Lo scopo di questa mostra e il mio scopo personale, come fotografo e come essere umano, è proprio quello di urlare. E se tutti voi potete amplificare il mio grido in qualche modo, forse possiamo essere ascoltati. Forse in questo modo, queste persone potranno avere accesso a una parte del cibo che ogni giorno viene buttato via, forse questi bambini potranno scoprire il mare e i fiumi che esistono al di là delle montagne, forse impareranno a scrivere il loro nome e leggere poesie, forse non dovranno più disperarsi in attesa della pioggia perché avranno il diritto di avere un po’ d’acqua, forse la morte qui potrà essere posticipata se avranno accesso alle cure mediche. Forse potranno finalmente avere la dignità di esseri umani.”
João Coelho, The kingdon of flies, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
Cover story: João Coelho, Alone, The Forgotten exhibition at Palazzo Tagliaferro, Marina di Andora (SV), April 23- July 3, 2022
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João Coelho | I Dimenticati
Palazzo Tagliaferro | Marina di Andora (SV)
fino al 3 luglio 2022