Fino al 28 aprile a Palomar, Casa della Cultura di San Giovanni Valdarno, è possibile visitare la mostra fotografica «Canopi» di Michele Lazzaro (1967), personale dell’artista toscano che riflette sul tema dell’ambiente e dell’urgente crisi ecologica con un nuovo corpus di opere, tutte di grande formato, che accompagnano lo spettatore in un viaggio dal forte impatto visivo.
Il termine canopi indica le urne funerarie utilizzate nell’antico Egitto per conservare le viscere estratte dal cadavere durante la mummificazione e in Etruria per le ceneri del defunto. Con l’idea di antropomorfizzare l’ossuario, i vasi erano composti da un coperchio a forma di testa umana, a ricordare la fisionomia del defunto, che viveva così una seconda vita nell’al di là, mentre la parte sottostante aveva proprio funzione di contenitore. Per l’esattezza dei lineamenti e la potenza espressiva, i canopi etruschi sono considerati i primi esempi di ritratto artistico in territorio italico.
Mutuando l’ispirazione dalla pratica di queste antiche civiltà, quasi fosse un antropologo del presente, Lazzaro costruisce le sue opere sostituendo il coperchio dei vasi con il ritratto fotografico del soggetto scelto per lo scatto sul quale interviene, in fase di post-produzione, modificando il colore così da evocare l’incombente rischio di decesso. Infine, àncora le immagini a dei contenitori di plastica, raccolti personalmente tra i rifiuti sulla spiaggia, rivisitando in chiave artistica e moderna gli antichi manufatti etruschi.
Lazzaro propone in questo modo una riflessione su questioni quanto mai attuali e urgenti: il consumismo, lo spreco, l’utilizzo illimitato delle risorse del nostro pianeta. Suggerendo che il riutilizzo dei materiali di scarto, e il cambio delle abitudini e dei comportamenti di ciascuno attraverso pratiche semplici ma virtuose, potrebbero contrastare l’inclinazione della società contemporanea al cestinabile generalizzato, per usare una definizione di Bauman.
Spiega l’artista:
L’omologazione imperante che sta distruggendo sapere e sapori della nostra cultura è il frutto di una globalizzazione scellerata i cui effetti sono ormai più che evidenti. A questo sconquasso culturale è strettamente legato quello ambientale. Quella climatica, fortemente connessa, è un’altra delle emergenze più gravi dell’epoca moderna che necessiterebbe provvedimenti urgenti per fronteggiare imminenti e rischiose (anche per l’uomo) estinzioni di massa di specie animali e vegetali. La mia mostra fotografica vuole essere uno stimolo alla riflessione per accendere la curiosità di capire e approfondire le problematiche legate all’uso della plastica, attraverso un esempio di riciclo creativo.
L’esposizione, che ha aperto il calendario di aprile delle Piazze del Sapere, si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative a salvaguardia dell’ambiente, messe in atto dal comune di San Giovanni Valdarno, con lo scopo di accendere i riflettori sulle questioni urgenti della nostra contemporaneità, educando i cittadini alla consapevolezza.
Biografia artista
Michele Lazzaro nasce l’1 Novembre 1967 a San Giovanni Valdarno. Poter vivere e lavorare in provincia nella città natale di Masaccio è per lui un privilegio a cui non ha voluto mai rinunciare, seppur abbia collaborato anche con imprese e brand internazionali. Si occupa di immagine dal 1996 e la sua lunga esperienza nel campo della comunicazione visiva gli ha permesso, come direttore creativo, di lavorare con fotografi di fama mondiale. Scrittore e sceneggiatore di fumetti, nel corso degli anni ha pubblicato come autore varie grahic novel che hanno saputo catturare l’attenzione dei media e registi famosi. Nel 2013 ha creato il marchio collettivo “Made in Tuscany”, marchio di autenticità registrato e riconosciuto dal Ministero degli Interni – Ufficio lotta anticontraffazione. Nel 2014 ha dato vita al brand di occhiali da vista e da sole dp69 curandone gli aspetti fotografici, il marketing e tutta la comunicazione visiva. Nutre da sempre la passione per il canto rock e jazz, l’arte, la letteratura, la filosofia greca antica e ovviamente la fotografia.