ILLUSION CITY. La mostra di Yue Wu da Numero 51 Concept Gallery

È un viaggio tra tradizione e innovazione, tra memoria e immaginazione la mostra che Numero 51 Concept Gallery dedica, sino al prossimo 8 giugno, al giovane artista cinese Yue Wu (1996). Il vetro, protagonista assoluto dell’esposizione, rivela la raffinatissima estetica di questo autore, erede di terza generazione del Museo d’Arte del Vetro di Wuzixiong a Taizhou (Zhejiang, Cina), che recuperando il sapere artigianale della sua famiglia lo traghetta nella contemporaneità, con esiti di grande téchne e potente timbro lirico.

Illusion City è la prima personale di Wu negli spazi della galleria milanese, ma non è la sua prima incursione in Italia. Nel 2024, infatti, ha esposto l’opera The Nine Dragons Plate (riproposta in questa occasione) nella collettiva tenutasi a Palazzo Loredan durante la Venice Glass Week HUB under 35. Raffigurata su un disco di cristallo vi è la scena antica dei nove draghi, simbolo di divinità e potere. Associati agli imperatori cinesi fin dall’antichità, erano tra i loro motivi più potenti, incisi sui loro abiti, sulle loro armi e sui loro elementi architettonici. A Venezia gli è stato conferito l’Autonoma Residency Prize, che gli ha garantito l’opportunità di intraprendere una residenza artistica presso la Pilchuck Glass School di Seattle (USA) nel 2025.

Installation view, Yue Wu, Illusion City, Numero 51 Conceptual Gallery, Milan. Courtesy the gallery and the artist. Ph. Andrea Deotto

Passato e presente si rincorrono come in un inafferrabile gioco di versi liberi nel lavoro dell’artista, che mescola i ricordi personali con le tracce delle città e dei Paesi nei quali è cresciuto, dando conto del carattere frammentato dell’esperienza umana, della sua precarietà ed instabilità. Avvicinatosi all’arte dell’incisione del vetro in tenera età grazie al nonno, Wu si trasferisce a Parigi per approfondire la sua formazione ed è lì che avviene l’incontro con l’arte contemporanea. Il suo vocabolario espressivo trae beneficio da questa contaminazione di culture, di luoghi, di linguaggi ed è proprio questa commistione a rendere tanto peculiare e distintiva la sua pratica, restituendo una grammatica virtuosa unica nel suo genere.

“La tradizione in Cina era prevalentemente pittorica – spiega Julia Rönnqvist Buzzetti, cofondatrice della galleria insieme ad Andrea Deotto. Alla fine dell’Ottocento, le lastre di vetro dipinte venivano vendute agli occidentali che avevano la fortuna di recarsi in Oriente per i propri affari commerciali. Erano una sorta di souvenir ma riservati ai più abbienti, anche perché erano difficili da trasportare. Più frequentemente venivano realizzati per questo scopo lavori su carta o legno. Il vetro ha una storia molto lunga in Cina, ma l’incisione su questo materiale è relativamente recente. Il tratto peculiare della ricerca di Wu è la sua capacità di appropriarsi dei soggetti tradizionali, che vengono dal contesto pittorico o calligrafico, incidendoli sul vetro, mantenendoli vivi in una forma nuova”.

Il percorso della mostra si conclude con una grande installazione, che custodisce memorie personali e collettive e intreccia fotografie dei viaggi dell’artista, insieme a ritratti e immagini prelevate dal suo archivio familiare, assemblati in un’affascinante, coerente narrazione.

Installation view, Yue Wu, Illusion City, Numero 51 Conceptual Gallery, Milan. Courtesy the gallery and the artist. Ph. Andrea Deotto

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Cover story: Installation view, Yue Wu, Illusion City, Numero 51 Conceptual Gallery, Milan. Courtesy the gallery and the artist. Ph. Andrea Deotto

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