Si intitola In Between (letteralmente, in mezzo) il progetto di tesi individuale di Ginevra Colia, a conclusione del suo corso di studi di Textile & Fashion presso IAAD Torino, che ho avuto il piacere di seguire in qualità di relatrice insieme ad Anahita Matin, fondatrice del brand A2byMatin. Un progetto declinato al femminile che attraverso le storie di tante creative, artiste e fashion designer, testimonia come sia possibile portare fuori dal letto della propria cultura i segni che ne definiscono l’appartenenza, ricollocandoli in un nuovo spazio identitario. Luogo di invenzioni ibride che vivono nella mescolanza di Oriente e Occidente, di tradizione e innovazione.
Il concetto di “In Between” prende ispirazione dalla mostra dedicata a Rei Kawakubo “Art of the In-Between” allestita al Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute di New York nel 2017. Curata da Andrew Bolton, l’esposizione presentava all’incirca 150 modelli realizzati dalla designer giapponese dagli anni Ottanta ad oggi, appartenenti al brand Comme des Garçons. Proprio nel mezzo si è sempre collocata l’arte di Rei Kawakubo. Costanti dicotomie e perpetue oscillazioni tra concetti estremi raccontano l’immaginario della designer che fin dagli esordi si è contraddistinta per il carattere anti-convenzionale delle sue creazioni. Una voce fuori dal coro, un pensiero sempre contrario a dogmi e imposizioni che ha intrinsecamente combattuto e vinto la propria battaglia contro la violenza intesa in senso lato come privazione, negazione del proprio essere più profondo e autentico, delle proprie vocazioni e attitudini.
Rivolgendo lo sguardo in particolare al Medio Oriente, il progetto narra le storie di molte donne che, entrate in contatto con la cultura occidentale, hanno maturato un desiderio di innovazione e progresso trovando nell’arte e nella moda una maniera per esprimere il loro bisogno di cambiamento. Così le artiste Afifa Aleiby e Samira Ahmadi Ghotbi, le fashion designer Faeze Mohammadi, Sogand Nobahar, Sephideh Ahadi e Amira Ayoub tanto per citarne alcune.
Tra loro, anche le sorelle Aida e Anahita Matin. Da sempre appassionate al mondo dell’arte e della moda, iniziano i loro studi all’Università di Arte e Architettura di Tehran, in Iran. Per diversi anni lavorano come designer indipendenti e nel 2005 danno vita al loro primo marchio MatinDesign, ispirato all’arte e alla cultura persiana rivisitate però in chiave contemporanea. In seguito, Anahita decide di trasferirsi in Italia, a Venezia, dove completa i suoi studi come fashion designer presso IUAV. E’ dalla fusione di queste due culture opposte – quella iraniana e quella italiana – che nel 2016 nasce il brand A2bymatin. Creazioni “Punk Islam”, come amano definirle le due sorelle, che uniscono la tradizione sartoriale italiana alla cultura contemporanea iraniana. Linee morbide, colori brillanti e fantasie floreali, destrutturazione e rielaborazione di capi semplici in capi più elaborati e complessi, insieme al concetto di sostenibilità, sono gli assi portanti su cui poggia la visione del vestire del brand.
Proprio perché la camicia è un elemento molto utilizzato nelle collezioni A2byMatin, Ginevra, con il supporto di Anahita, ne ha realizzata una che potesse essere in qualche modo esplicativa del tema del multiculturalismo. Ne è risultato un vero e proprio ibrido, un capo a due veli sovrapposti caratterizzato da un doppio colletto e pensato con un sistema di bottoni sul giromanica che rendono a tutti gli effetti la camicia un capo trasformabile e indossabile in diverse occasioni, da diverse donne e di diverse culture.
E’ stata infine ricamata, sul colletto inferiore e sui polsini, la scritta “In Between”. In mezzo, nel mezzo del mercato di Porta Palazzo a Torino infatti, sono state scattate le immagini che accompagnano, come in un viaggio visuale, il progetto. I mercati, infatti, oltre a svolgere la loro funzione primaria, sono luoghi simbolici per le relazioni tra diverse comunità, sono i cuori pulsanti delle città, rappresentazione della trans-culturalità e delle interazioni multi-culturali. Emile Zola, nel noto romanzo “Le ventre de Paris” del 1873 descriveva il mercato de Les Halles come il “ventre di Parigi” e, ancora oggi, i grandi mercati urbani, come quello di Porta Palazzo, costituiscono i nodi centrali del funzionamento delle città, attraversati da continui flussi di merci, di persone e di culture.
Credits:
In Between | Un progetto di Ginevra Colia con la collaborazione di Anahita Matin, A2bymatin
Foto: Alberto Nidola
Modelle: Sofia Ling, Amira Ayoub, Anna Margaria, Isabella Guarneri,
Mua: Alessia Biginelli