Per tutta la vita mi sono sentita a mio agio nell’ombra, non nella luce. Quasi fosse un modo per non disturbare, quasi fosse un modo per scusarmi con la gente, con le cose, con la vita stessa, del mio esserci. Sostare, in mezzo a tanti coni d’ombra, in forma di manichino. Poi, quando due anni fa ho iniziato a scrivere, ho realizzato quanto ombra e luce fossero indissolubilmente legate, parti complementari di una stessa, identica, complessità. Sotto la luce o dentro l’ ombra il mio corpo è diventato una specie di mèdium, un corpo a servizio di un ricerca estetica votata all’autenticità. Un corpo in cui anche cicatrici, fatiche, dolori e tristezze che in esso sono scolpite trovano spazio e legittimazione ad esprimersi. E ho realizzato che infondo mostrare la propria ombra significa mostrare la propria luce. Nello stesso istante. Disturbando.
Questo viaggio così intimo è stato possibile solo grazie alla sensibilità, di donna e di fotografa, di Sil Conti. Senza, non sarebbe stato.
Sil Conti, Trust me
Sil Conti, Show me your soul
Sil Conti, No light without shadow
Sil Conti, Bitter sweet
Sil Conti, Mixed blessing
Sil Conti, Cuori elettrici
Sil Conti, Breath
Sil Conti, I made you smile at the end
Il lavoro di Sil Conti si può vedere qui: www.silconti.com – facebook – instagram