KEREN CYTTER & NORA SCHULTZ, CONTINENTAL BREAK

E’ un progetto inedito e congiunto di Keren Cytter e Nora Schultz dal titolo Continental Break quello con cui la Galleria Raffaella Cortese di Milano riapre la stagione espositiva. Un lavoro a quattro mani con il quale le due artiste, che si incontrano qui dopo diversi anni di amicizia e collaborazioni, trasformano lo spazio in uno ambiente surreale, non totalmente partecipe della realtà, come sospeso in una condizione onirica che esaspera la contaminazione tra reale e finzione.

Un linguaggio narrativo sperimentale e innovativo che si intuisce già dal titolo della mostra allusivo, in maniera ironica, a una variegata polisemia (una continental break-fast, una colazione ricca di tante cose) e fa indubbiamente riferimento alla situazione geo-politica attuale caratterizzata da fratture, divisioni, tensioni.

Nello spazio centrale della galleria, in Via Stradella n. 7, le due artiste si sono unite dando vita a una collaborazione dagli esiti suggestivi: disegni, installazioni video, opere suggerite dal contesto quotidiano determinano una complementarietà di vero e falso, di concreto e immaginato, in una relazione di dipendenza reciproca che si fa contenitore di linguaggi dell’esistenza.

Alle pareti i cinque continenti, rappresentati con tratto semplice su superfici specchianti, diventano un moltiplicatore di effetti, un gioco di riflessi, un rimando continuo di bagliori e colori che dà forte enfasi alla proiezione del video Object (2016) di Keren Cytter. Un racconto spezzato nei toni, enigmatico nei contenuti, nel quale si alternano momenti di vita assolutamente veritieri se considerati nella loro unitarietà ma privi di qualsiasi logica del vero se considerati nella loro interezza narrativa.

Dall’altra parte della stessa stanza un suono invita lo spettatore ad addentrarsi entro e oltre alcune tende realizzate dalle artiste per assistere alla proiezione del secondo video di Keren Cytter Metamorphosis (2015). Su di uno schermo frastagliato e tagliente, ad opera di Nora Schultz, scorrono le immagini di un’anima che si fa oggetto, che diventa spazio architettonico. Si legge nell’incipit:  “…All souls, as we know them, shall be irrevocably parted from one another, isolated in modernity. Some elevated souls will become as objects. Others, losing their organic freedom, become architectural forms.”

Una oggettività che viene messa in crisi affinché liberi tutto il suo potenziale irreale e indefinibile nelle sculture a forma di tapparelle di Nora Schultz che spogliate della loro funzione d’uso consentono all’occhio di transitare e procedere sulla via dell’indagine.

La sede espositiva di via Stradella n. 4 ospita l’opera MOP (Museum of Photography) di Keren Cytter: una sorta di archivio di più di 800 polaroid scattate tra il 2012 e il 2013 in un anno denso di viaggi per l’artista tra New York, Tel Aviv, Londra e Berlino. Il risultato è quello di una registrazione quasi schizofrenica della realtà in cui la sequenza delle immagini vede scorrere parallelamente diverse condizioni umane. Ritorna il tema del racconto non lineare – infatti la narrazione fotografica è interrotta in certi punti dalla mancanza di alcune tessere-, il tema della verità che si mischia con la finzione e dei loro confini ibridi. Le polaroid, strumenti deputati a cristallizzare il reale quotidiano, sono contaminate da alcuni elementi palesemente non reali che vanificano l’oggettività della rappresentazione. Guardandolo a distanza si scorge a ben vedere l’orizzonte né vero né falso, né autentico né veritiero, che ci consegna il sistema riproduttivo del linguaggio fotografico.

Infine nello spazio di Via Stradella n. 1 i disegni Sci-fi-interview- e la scultura Tripod di Nora Schultz mettono in scena accadimenti regolati da leggi non completamente definibili. Il mondo come un luogo labirintico il cui percorso è tratteggiato nelle opere alle pareti e una entità fatta di cemento, ferro e ruggine che, nella sua volontà di umanizzarsi e conquistare autonomia, tenta la via della fuga. Dove tutto è concepibile si svolgono anche dialoghi fittizi, una messa in questione scrupolosa, interrogatori di polizia finalizzati a svelare una condizione misteriosa. Investimenti immaginari che producono una nuova percezione della realtà.

Una esperienza che è come una miscellanea, un campo aperto di sollecitazioni, di suoni, di presenze e di immagini che si apre allo sguardo e guida lo spettatore lungo un percorso fatto di connessioni. Un percorso di esistenza che ne rende in qualche modo possibile lo sforzo interpretativo.

Desidero ringraziare Raffaella Cortese per l’opportunità e tutto lo staff della galleria per la sempre preziosa collaborazione. In particolare Daniela Legotta per l’accuratezza con la quale mi ha illustrato la mostra. 

Keren Cytter & Nora Schultz “Continental Break” – Galleria Raffaella Cortese  – websiteFacebookInstagram 

29 settembre – 23 novembre 2017 | martedì – sabato h. 10:00-13:00 / 15:00-19:30 e su appuntamento

Foto di Elisabetta Brian

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