Milano ha una bellezza tutta sua, nascosta le rimprovero spesso, per niente evidente. Custodita come fosse un segreto nei vicoli stretti di certe strade, di certi palazzi, di certi spazi raccolti e intimi che narrano la storia di certe persone. E dicono del loro viaggiare e del loro tornare. Del loro cercare e del loro trovare. Della loro curiosità tenace che si traduce in urgenza di inventare. La Cucitoria è uno spazio quasi onirico tutto da scoprire, che si svela a poco a poco nel racconto della sua anima fondatrice, Sonja Tagliavini, intorno alla cui sensibilità questo luogo è stato pensato e costruito. Un atelier inconsueto capace di spaziare dalla realizzazione di abiti su misura alle più semplici riparazioni, fino alla rimessa a modello di certi capi. Con una cura quasi maniacale per il dettaglio, il particolare, la finitura di pregio, perchè “il mio rovescio deve essere più bello del dritto” dice Sonja piena di orgoglio. E’ il Made in Italy che trionfa in linee che amano la destrutturazione, in velluti che accarezzano le forme, in abiti dai tagli essenziali che non necessitano di ricchezza altra oltre quella dei tessuti preziosi di cui son fatti. E’ il Made in Italy che si nutre del lavoro degli artigiani e lo restituisce in forma di assoluta qualità. Quella alla quale tutto il resto del mondo ambisce.
“Ho iniziato 16 anni fa facendo vestiti, così, quasi per scherzo. E all’inizio in questo spazio, come è naturale che sia, sono entrate le amiche. Successivamente le donne che volevano indossare qualcosa di diverso, qualcosa che non fosse esattamente aderente agli schemi classici. E ora, in una sorta di inversione di tendenza, vesto tante ragazze che sono stanche di un’immagine anonima e fatta in serie, che magari mi portano i vestiti della loro mamma o della loro nonna perché io glieli cucia addosso e li renda attuali.”
Un girovagare per il mondo, quello di Sonja, capace di contaminare le sue creazioni con colori vibranti e tessuti etnici scovati negli angoli più remoti dell’India, del Madagascar, dello Yemen o ancora del Mali. Capace al pari di attrarre donne trasversali, curiose e inclini a dare forma nuova al loro apparire, che non subiscono passivamente l’appeal di un brand.
Cerco in fondo la bellezza e vado a scovarla nelle donne. Ecco, direi che mi piace tirare fuori il bello da chi quello stesso bello dentro sé non lo sa vedere.
Bellezza di altri tempi, anche nei modi. Eleganza che anima pure i rapporti personali e ne fa raffinata vicinanza, cortesia tutt’altro che di maniera. Un piccolo angolo di poesia nel fluire sempre troppo veloce di questa città.
Desidero ringraziare per la cortese intervista Sonja Tagliavini, titolare de La Cucitoria, Via Disciplini 4 – Milano www.lacucitoria.it
Photos by Pasquale Russo