LUIGI BORBONE, HAUTE COUTURE SS/16

A Altaroma, dentro immaginarie strutture labirintiche, architetture così ingegnose da rendere difficile l’orientamento dell’esistenza, ha sfilato la collezione Haute Couture SS/16 di Luigi BorboneMetafora di questo nostra contemporaneità, quasi a voler decifrare la complessità del presente. Tante donne. E una sola. Tanti ruoli. E uno solo: quello della propria bellezza. Vestita di eleganza, sensualità, ironia o fanciullezza essa varca il confine della dialettica maschile – femminile e si sofferma sul dato umano, sulla sua continua evoluzione, sulla trasformazione incessante che spinge alla ricerca del senso di sé e della propria esistenza.

Fiabescamente transfigurate dalla fantasia dello stilista, dopo un sonno che sembra preludere alla metamorfosi, sfilano silhouette dai colori opalescenti, nelle sfumature del verde, del rosa, del blu. Avvolte in sete, pizzi e Swarovski. Circondate da ampie gonne che evocano le linee degli anni ’50. O nel nudo velato da trasparenze che ricorda la libertà sessuale degli anni ’70.

Una ricerca stilistica che trova ispirazione in diversi riferimenti cinematografici quali il film di Sally Potter, tratto dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf, in cui una meravigliosa Tilda Swinton interpreta il giovane nobile Orlando mentre attraversa secoli di storia inglese misurandosi con diverse esperienze, tra cui anche un cambio di sesso spontaneo. O come la sperimentazione cinematografica di Henry George Clouzot che ne L’Enfer trasforma Romy Schneider in Kore, una figura femminile capace di virare dall’amore all’odio, da Eros a Thanatos. Cristallizzando così il mito del femmineo nell’eternamente doppio, eternamente carico di tutta la fragilità umana.

Un lavoro in cui le preziose tecniche artigianali e le abilità sartoriali rivivono in chiave estremamente moderna e attuale e fanno dell’abito un contenitore di pensieri coincidenti nel tempo. Il nostro presente.

Foto di Elisabetta Brian

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