Nell’ambito della 17a edizione di Milano Photofestival, Spazio Kryptos si prepara ad accogliere, dal 4 al 18 ottobre 2022, la personale di Marco Circhirillo “Gli spazi dell’identità”, a cura mia e di Roberto Mutti, direttore artistico del festival.
Circhirillo (Parma, 1980) si occupa di fotografia concependola come un tentativo di rimedio all’eterno fluire dell’esistenza, come rappresentazione delle idee, dei pensieri, dei sogni della mente ma anche e soprattutto dei mostri e delle angosce che la abitano. Non tanto una volontà di esorcizzazione e annientamento dei mali del nostro tempo, quanto il desiderio di incontrarli, conoscerne la profondità, imparare a convivere con essi. Di stampo surrealista, influenzato da colui che ritiene il suo maestro ideale, Man Ray, ha esposto in molte occasioni le proprie opere.
Immaginiamo di essere un “Io”, ma in realtà siamo molti “Io” diversi. Considerare noi stessi come uno solo è l’errore più grande che facciamo: è una grande illusione. In realtà siamo divisi in centinaia di “Io” diversi. Da qui provengono tutte le fobie della nostra mente, prima fra tutte la paura della morte e la consapevolezza del tempo che passa.
© Marco Circhirillo, Corrado Levi, 70x105
Indagando il tema dell’identità, e le sue possibili declinazioni, Circhirillo presenta i soggetti del suo lavoro in una proliferazione quasi ossessiva, potenzialmente infinita, attraverso un puro prodotto dell’immaginazione nel quale si condensano le fantasie, i drammi, le storie e le trame di ognuno di noi. Il clone, la replica, il multiplo, sono tutte varianti della propria identità, variabili delle sue ombre materiali e immateriali, in cui l’essere si rispecchia senza trascendersi.
E’ un soggetto autentico o simulato quello ritratto dall’artista? Unico o plurimo? E quale il ruolo della macchina fotografica? Chi è deputata a cristallizzare? Questioni affascinanti, che intersecano il tema dell’identità con quello della sua possibile definizione.
Ma definire l’identità significa, a ben vedere, definire l’ibrido che è per sua natura qualcosa che non appartiene a una categoria ben precisa. L’ibrido definisce sé stesso in una sorta di terra di nessuno, in uno spazio che è interstiziale rispetto a categorie pre-esistenti. Noi non riusciamo ad organizzare la realtà se non categorizzandola e quando la realtà eccede queste categorie, ecco allora che lì si crea lo spazio dell’ibrido: spazio identitario. Un insieme composto o abitato o invaso o popolato o posseduto – a seconda delle circostanze – da sottoinsiemi eterogenei tra loro. In altri termini: il multiplo opposto all’uno. Lo illustrava bene Italo Calvino nelle Lezioni americane quando, trattando il tema della molteplicità, scriveva: «Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di informazioni, di letture e di immagini? Noi siamo un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.»(1)
© Marco Circhirillo, Francesco Tricarico, 70x105 cm
Con i suoi tableau vivant, ritratti al contempo uguali e diversi, statici eppure dinamici, Circhirillo mette in scena l’essere plurimo e l’essere univoco, l’identità e il corpo, inteso quest’ultimo come esperienza paradossale nella quale sono presenti contemporaneamente il massimo della specificità umana e della indifferenziazione di genere, il vertice della individualità irripetibile e della ripetitività.(2) Invitando lo spettatore a lasciarsi andare a un orizzonte largo, che si distende davanti agli occhi secondo l’unica traiettoria di una favolistica ubiquità esistenziale.
Una ricerca fedele allo spirito dei tempi, si potrebbe concludere, che amplifica il potere narcisistico del ritratto al punto da inflazionarlo, in accordo con la spettacolarizzazione mediatica alla quale quotidianamente assistiamo, e che affronta il discorso sull’identità al tempo della modernità, un tempo che ha rivelato la fragilità e l’instabilità delle cose e ha spalancato la possibilità (e la necessità) di dar loro una nuova forma.(3)
© Marco Circhirillo, Superego, 70x105 cm
Cover story: © Marco Circhirillo, Enzo Fiore, 70x105 cm
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Marco Circhirillo. Gli spazi dell’identità
Milano Photofestival 17th
a cura di Francesca Interlenghi e Roberto Mutti
Spazio Kryptos | Milano, Via Panfilo Castaldi 26
4.10.2022 – 18.10.2022
inaugurazione 4 ottobre h 18.30 | lunedì-venerdì 14-19
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Note bibliografiche:
(1) Italo Calvino, Lezioni americane, Molteplicità, Mondadori, Milano, 1993
(2) Enrico Pozzi, Per una sociologia del corpo, Roma, 1994
(3) Zygmut Bauman, La società individualizzata, L’identità nel mondo in via di globalizzazione, il Mulino, Bologna, 2002