Ogni tanto qualcuno mi inzuppa in una storia – scriveva Sergio Zavoli in una delle sue poesie – solo sua, d’amore, di vaghezza, di gioco e lascio fare. Dicerie, sabbie mobili, non ti muovere o affondi…
Nessun incipit migliore per questo incontro avvenuto tra l’odore disciolto della pioggia, pungente e molle, in un giardino che pareva fatto di salvia e di rose. Stretto tra le mani il fazzoletto buono, di seta. E il suo profumo.
“Sono Mauro Malatini, un profumiere dell’anima. Definizione che mi sono un po’ cucito addosso. Non sono un guru, non sono un maestro, non sono un terapeuta e nemmeno una sorta di stregone: sono solo un profumiere che cerca di tirare fuori il bello da ogni persona, la sua unicità, la meraviglia che risiede nell’anima di ognuno di noi. Questa la mia mission: entrare nel mondo di chi lo desidera e collegare la fragranza, l’essenza, con uno stato dell’anima. Ho forgiato questa abilità empatica di aiutare gli altri nella ricerca della propria felicità attraverso il profumo che a livello scientifico, si sa, lavora nel sistema limbico dove risiedono memoria, ricordi, emozioni. Quindi non mi sono inventato nulla di nuovo, quello che faccio altro non è che mettere in connessione la materia prima olfattiva con la parte animica delle persone.”
Laureato in tecniche erboristiche presso la facoltà di Farmacia di Perugia, una formazione legata al mondo olistico, un percorso di vita che si incrocia con mondi mistico-esoterici, diverse esperienze lavorative tra cui in una comunità per tossicodipendenti e in una farmacia, Mauro Malatini si avvicina all’universo del profumo in maniera quasi accidentale grazie a un corso sulla profumeria naturale e a un ricordo che emerge nitido da un passato nemmeno troppo remoto.
“Un lascito della mia nonna paterna probabilmente, questa fascinazione per il profumo. Una contadina del maceratese, la terra dalla quale provengo io, una terra fatta di argilla che noi marchigiani conosciamo bene. La tipica donna morbida, i capelli raccolti nello chignon, con una certa raffinatezza a livello olfattivo e una passione smodata per i profumi, come quello che rubava sempre a mia madre: Paris di YSL.”
E così, sulla scia odorosa di tutte queste suggestioni, è nata a Civitanova Marche la Bottega Malatini. Un luogo come quelli degli anni Cinquanta e Sessanta, un punto di ritrovo. Dentro anche l’eco delle botteghe rinascimentali, spazi artigiani per le arti e i mestieri in cui prendevano forma autentiche meraviglie.
“Perché proprio a Civitanova Marche? Perché qui ci sono le mie radici, questa è la mia terra alla quale sono molto legato. Viaggerò, mi sposterò, conoscerò altri mondi, ma questo lo considero il mio punto di partenza. Chiaramente negli anni la Bottega è cresciuta, si è sviluppata e sta assumendo a tutti gli effetti la fisionomia di un brand. Anche grazie a Silvia Scorcella che, essendosi innamorata del mio percorso e della mia anima, è diventata il mio referente per tutta la parte relativa alla comunicazione. Lei che sa parlare un linguaggio universale è oramai un tassello fondamentale di questo progetto, potrei definirla la mia voce.”
“Quando ho incontrato Mauro per la prima volta” racconta Silvia, “ho vissuto subito un’immagine, che dagli occhi mi è entrata nella pelle, fin dentro alle emozioni: la meraviglia di aver incontrato un poeta della leggerezza. Proprio la Leggerezza narrata da Italo Calvino ne “Le lezioni americane” quando dice: “Il De Rerum Natura di Lucrezio è la prima grande opera di poesia in cui la conoscenza del mondo diventa dissoluzione della compattezza del mondo, percezione di ciò che è infinitamente minuto e mobile e leggero. Lucrezio vuole scrivere il poema della materia, ma ci avverte subito che la vera realtà di questa materia è fatta di corpuscoli invisibili. È il poeta della concretezza.” Ecco, Mauro attraverso le essenze ti prende per mano e ti accompagna alla scoperta della tua concretezza da cui proviene la tua vera bellezza, quella che spesso non conosciamo: sa accarezzarti l’anima, ti guida a conoscerla nelle parti invisibili in cui è composta e a farla parlare attraverso le sostanze odorose, infine la sublima in un pulviscolo perfetto di profumo nato su di te e per te solo. Così ho scoperto che il profumo non è solo un vezzo: ma diventa un’esperienza speciale, un tassello prezioso nel grande mosaico di vita personale. Da quel momento la mia certezza che il suo modo di essere Profumiere sia davvero unico nel suo genere si è saldata giorno per giorno, anche grazie alle esperienze vissute con le persone e le aziende che si sono affidate al suo profumo dell’anima. Alle volte sembra di assistere ad una magia: ma la sorpresa più grande è che questa magia è fortemente radicata nella realtà, si fonde con la vita quotidiana, diventa un’alchimia.”
La Boutique del Mistero mi verrebbe da dire prendendo a prestito il titolo di una raccolta di racconti di Dino Buzzati. Nelle essenze tutte in fila, nel rituale della personalizzazione, nell’immagine riflessa dentro lo specchio, nelle domande che fanno emergere certi impulsi dell’inconscio e certi sentimenti di solito inconfessati.
Mauro: Cosa vuoi che non ci sia più nella tua vita? Cosa vuoi lasciare andare?
Francesca: La paura di non essere abbastanza, di non essere all’altezza, di fallire.
Mauro: Quale pensi sia il tuo valore?
Francesca: Saper restituire le cose che vedo e che sento in scrittura.
Mauro: Questo è il tuo dono e in te risiede. Nessuno te lo potrà mai portare via.
Il mistero del parfum-à-porter si presenta come invenzione fantastica, con un senso tutto da scoprire e interpretare. Accompagnata dall’estro di un vero maestro, la mia selezione olfattiva produce le mie personalissime note che vanno ad aggiungersi a una base precedentemente creata e che, mischiate insieme, danno origine al mio profumo semi-personalizzato. C’è la tuberosa: una fragranza conosciuta nel mondo indiano come ki rani mi spiega Mauro. E’ la corteggiatrice della notte che induce lo stordimento dei sensi, un sentimentalismo da cui non si può uscire. E dice di una persona di grande passione. C’è poi il gelsomino che parla delle prime notti calde d’estate, notti sensuali, un fiore bianco amato da chi ama il bello con una storia, non il bello fine a sé stesso. Ma in questa bellezza c’è una parte di oscenità. Nella composizione del gelsomino infatti troviamo un residuo di odore fecale, una parte di bruttezza nella bellezza. “Dai tuoi momenti bui sei nata tu, tu hai saputo farne dei punti di forza, una leva. Sprigioni questa energia.” E infine il sandalo, nota sacra del mondo indiano ormai molto rara. Indica il senso dell’onore, la pulizia, l’integrità. Una sorta di fascino spirituale.
“Che sia per una persona, un’azienda o un brand, l’approccio alla creazione non cambia perché creo la fragranza lavorando su quelle che sono le caratteristiche del soggetto e legandole alla sua anima. Quando è un’azienda a chiedermi la realizzazione di un profumo che la rappresenti, l’evento del parfum-à-porter, il cui esito è un profumo semi-personalizzato, ha lo scopo di lasciare un ricordo olfattivo a tutte le persone che vi partecipano. Dalla fragranza, creata appositamente per l’azienda, di solito elimino le cosiddette note di cuore – quelle la cui durata si attesta intorno alle 4/6 ore – e di volta in volta le sostituisco con le note di cuore scelte dalle singole persone. Un assaggio di quella che potrebbe essere l’esperienza vera e propria del profumo personalizzato. Lì vado a creare una fragranza su misura, come fosse un abito sartoriale, che viene poi aggiustata sulla pelle sino ad arrivare a una formula definitiva. Registrata, diventa un unicum a tutti gli effetti: è il profumo dell’anima, quello che ti appartiene in quel determinato momento. Non è detto infatti che debba essere per sempre. Così come noi siamo in divenire anche il profumo della nostra anima può cambiare.”
C’è sempre qualcosa di ancestrale che ha a che fare con la percezione dell’odore: una suggestione, un sogno, un ricordo, un richiamo surreale dietro l’apparente normalità delle cose. L’odore disciolto della pioggia, pungente e molle, come una madeleine proustiana mi riporta in quel giardino che pareva fatto di salvia e di rose. Stretto tra le mani il fazzoletto buono, di seta. E ancora il suo profumo.
“L’olfatto rivela in qualche modo il nostro essere effimeri, ci rende consapevoli di essere fatti di materia destinata a disfarsi. Materia che è importante preservare certo, ma è lo spirito che poi andrà avanti. E io credo che la bellezza di ogni persona risieda proprio lì, nel suo spirito.”
Desidero ringraziare per la cortese intervista Mauro Malatini, fondatore di Bottega Malatini, sito web – Facebook – Instagram
Foto di Silvia Scorcella