Il nero profondo altro non è che un bianco dipinto. Dentro io, a cercare un difficile equilibrio tra gli opposti: luce e ombra, forza e fragilità. Nella consapevolezza degli altri mentre vengo ritratta da Livio Moiana, dalla sua sensibilità lucida che sa riconoscere la felicità di fianco alla sofferenza.
Il suo approccio è astratto, non ama la confusione, restituisce immagini nitide, con rari elementi oltre al personaggio, spesso nessuno.
In una ambientazione anonima, il fondale del suo studio, il nudo è solo un pretesto per creare una forma che catturi un’emozione. Una meticolosa e personale indagine che ha come unico fine quello di cristallizzare e poi far emergere netto l’elemento emotivo della natura umana. Quello che di più emozionante e stimolante c’è nella vita si manifesta con forza nel contrasto totale tra bianco e nero, nelle linee, nelle curve, nelle forme progettate con cura. Nell’attimo immobile capace di esplodere il movimento dall’inquadratura. E’ lì che l’emozione si fa universale, trascende il perimetro mio e diventa materia, diventa spazio. Diventa terreno comune, terreno di riflessione comune, di tutti, senza confini identitari.
La fotografia non si accontenta di essere solo documento, mera ricognizione, e assume una nuova valenza semantica che le permette di diventare una forma d’arte. Il prodotto finale ha quasi sembianze scultoree, quasi fosse ricavato da un blocco di marmo, per la tridimensionalità che lo contraddistingue. Per quella innata capacità di raffigurare l’altro e di esprimere l’intuizione artistica attraverso le geometrie di corpi sapientemente modellati dalla luce e dalla padronanza della tecnica.
La fotografia, infine, come atto di generosità, come gesto d’amore. Per la vita, per l’uomo e per sé stessi. Perché fotografare è un processo, complesso, che permette di vedere meglio anche dentro il proprio animo.
Non solo occhio a occhio, anche corpo a corpo. Attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica ho trasformato la mia geografia del pudore. Un nuovo modello visivo e un nuovo linguaggio che ha restituito in forma di immagini sensazioni e pensieri. Non è un semplice fatto quantitativo la concessione della maggiore o minore superficie che si permette allo sguardo altrui, è un modo diverso di vivere e di intendere. Di intendersi. Cambiamento personale e nuova pulsione estetica insieme.