Si intitola Xaxo la mostra che l’artista multidisciplinare Nayra Martín Reyes (Tenerife, 1979) presenta sino al 14 marzo a Tenerife, presso la Sala di Arte Contemporanea (SAC). Il titolo dell’esposizione fa diretto riferimento alla controversia della mummia Guanche, esposta al Museo Archeologico Nazionale di Spagna (MAN) dal 2015, recuperata in una grotta nel Barranco de Herques (Tenerife) nel 1763 e portata alla corte di Carlo III per testimoniare l’abilità che i Guanci, gli abitanti dell’isola, avevano sviluppato nel preservare i cadaveri. «Xaxo» era il nome che gli indigeni delle Canarie davano ai corpi dagli occhi neri, in contrapposizione al generico termine «mummie» utilizzato invece dagli europei. Il corpo dell’uomo in questione, un maschio guance che morì tra il 1154 e il 1260 e che si distingue per l’eccezionale stato di conservazione, è stato più volte reclamato dal Governo delle Isole Canarie, che lo rivorrebbe a Tenerife.
Martín Reyes trae spunto da questa vicenda per condurre una riflessione più ampia sul rapporto tra il museo e l’identità del luogo che ha dato a lei stessa i natali, condotta attraverso il prisma della decolonizzazione. «Cosa ci fanno i miei antenati esposti in un museo? È legale mostrare i corpi degli esseri umani, come se fossero curiosità etniche?» si domanda l’artista, che intende così contribuire al dibattito su dove debba essere esposta la storia.
«I musei in Europa e nel mondo sono stati costruiti anche con il patrimonio rubato alle colonie. Parte di queste istituzioni derivano dall’evoluzione dei gabinetti delle curiosità del XV secolo, dai conquistatori che trovavano “cose strane” e le esponevano. E hanno ancora questo tipo di rapporto con ciò che mostrano», spiega l’a:rtista. Per questo motivo ha deciso di offrire alla vista del pubblico disorientato il suo corpo nudo, chiuso dentro una teca, domandando implicitamente «Perché naturalizziamo l’esposizione del corpo canario?».
Il progetto multimediale, attraverso performance, installazione e video, intende ragionare sul tema dell’identità isolana e sulle ferite ancora aperte, causate dal processo di colonizzazione dell’arcipelago. Iniziate nel 1400 ad opera prima dei Normanni e successivamente degli Spagnoli, le campagne militari terminarono quasi un secolo dopo, quando sanguinosi massacri e una vera e propria pulizia etnica, non lasciarono più scampo alla popolazione locale.
Conclude Martín Reyes: «Lo Xaxo del Barranco de Herques, come tutte le altre mummie guanches che sono conservate fuori dalle Canarie, devono essere restituite alla loro isola e alla loro comunità. Il continuo rifiuto del museo e del governo spagnolo dimostra chiaramente un atteggiamento colonialista che deve essere risolto».
Credits: Nayra Martín Reyes, Xaxo, Museo Arqueológico de Madrid (MAN), 26 gennaio-14 marzo 2024, ph. EDGAR CERDEÑA