La casa, la terra, il radicamento alle proprie origini, come fossero sempre prossimi, sempre lì a portata di mano negli antichi tronchi d’albero, compagni naturali di vita e di cammino. Un mondo meraviglioso, inesauribile e generoso. Un mondo silenzioso che pur si fa sentire da ogni parte.
Quella che è andata in scena nel suggestivo contesto del Molinetto della Croda (TV) è stata un’originale rappresentazione del rapporto tra uomo e natura, un’indagine che attraverso un percorso fotografico sensoriale composto di trenta scatti realizzati dal giovane fotografo Nicola Callegher ha inteso approfondire, in cinque sezioni tematiche, il tema del nudo in natura. Sottolineando l’importanza primaria di una relazione ancestrale che stenta oggi a ritrovare la propria ragion d’essere, in un periodo storico e culturale come questo che viviamo in cui l’attenzione sembra essere esclusivamente incentrata sull’innovazione tecnologica e sui numerosi e frenetici stimoli imposti da questa nostra contemporaneità.
Curata dall’Associazione Lyra che dal 2015, anno della sua fondazione, si occupa di realizzare eventi che abbiano come fine la valorizzazione e promozione del territorio, la mostra Radici ha inteso esplorare la profonda e radicale connessione tra l’uomo e l’ambiente in cui è inserito guidando lo spettatore attraverso una serie di spazi, ognuno con un proprio allestimento site specific, in cui la potenza delle immagini veniva amplificata da suoni, colori e profumi. Un’immersione totale nella natura, un invio a sentirla.
“Ho sempre avuto la passione per la fotografia ma è stato quando mi sono iscritto all’Istituto di Fotografia e Arti Visive di Padova che il mio approccio è cambiato, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista concettuale. Questa mostra è nata in realtà dal progetto finale assegnato proprio dalla scuola che chiedeva di approfondire il tema del surreale. Da lì sono partito per fare questo lavoro sulla natura e sul corpo nudo in relazione alla natura con l’obiettivo di emozionare attraverso le mie immagini ma lasciando a ciascuno la più libera interpretazione, libertà di lettura. Quello che volevo far risaltare era l’indissolubile legame tra uomo e ambiente: le persone entravano in silenzio in questo contesto naturale, il Molinetto della Croda, ed era come tornare un po’ agli albori, alle origini dell’uomo.”
Il tempo empirico dell’uomo e il tempo dilatato della natura. Il fluire incessante della vita, l’essenzialità con cui questo flusso viene narrato, emerge da queste immagini che sembrano come avvolte da un senso di eterno. Un intervento minimo della figura umana si innesta nel ciclo vitale dei vegetali e si mischia ai nidi, alle rocce, al muschio, al legno, agli arbusti del bosco.
E non trovo miglior conclusione che quel passo di una poesia di Whitman che recita:
Ora vedo il segreto per fare gli uomini migliori:
crescere all’aria aperta,
mangiare e dormire con la terra.
Nicola Callegher – Facebook – Instagram – PhotoVogue
Molinetto della Croda – web site