Ho avuto il grande piacere di interpretare le creazioni del brand di gioielleria contemporanea PIG’OH. Fondato nel 2012 da Ilaria Baraldi e Marco Pigozzi, il marchio combina etica ed estetica dando vita a prodotti eclettici, dal gusto minimalista, che si caratterizzano per l’uso atipico di materiali: dai cavi elettrici, vero e proprio elemento distintivo, a tubi di gomma e bulloni. In occasione dell’imminente presentazione della nuova collezione FONDAMENTA, dal 14 al 17 settembre alla fiera Milano Fashion&Jewels, ho intervistato Ilaria e insieme abbiamo esplorato i valori, le ragioni e gli obiettivi di questo progetto.
Innanzitutto vorrei chiederti, come nasce l’idea di un brand di gioielli?
Marco ed io proveniamo da percorsi di studio e lavorativi molto diversi, e anche ispirazioni e gusti spesso divergono. Quando ci siamo conosciuti abbiamo intuito che probabilmente queste differenze potevano essere la base di un percorso di sperimentazione interessante. Io amo il design e Marco ha una grande manualità. Abbiamo cominciato per gioco a lavorare con materiali differenti e forse è stata la mia passione per i gioielli originali e vistosi che ci ha portati velocemente alla creazione di gioielleria contemporanea. Era un sogno poter avere qualcuno che mi aiutasse a realizzare alcune mie bizzarre idee!
Quali sono, dal punto di vista estetico, le caratteristiche di PIG’OH e come si è evoluto il prodotto nel tempo?
Pig’OH si caratterizza per un uso atipico dei materiali e per la propria identità eclettica, minimalista e contemporanea, che trova la sua espressione più iconica nell’uso dei fili e dei cavi elettrici. Grazie a questi elementi i nostri gioielli non passano inosservati: dal design all’abbinamento dei colori, tutto è pensato in modo originale per raccontare la personalità di chi indossa i nostri gioielli. Abbiamo fatto un giro abbastanza lungo per arrivare fin qui, facendo scelte negli anni che ci hanno portato a puntare sempre un po’ più in alto, cercando di restare pop. La collezione Fondamenta, che tu Francesca hai elegantemente interpretato, é il frutto di un affinamento di tecniche di lavorazione, della ricerca costante della purezza e linearità del disegno, del desiderio di evolvere senza abbandonare l’origine del nostro lavoro e della nostra ispirazione.
Sostenibilità, riuso, riciclo, responsabilità, sono fattori chiave che determinano la scelta dei materiali. Il rispetto per l’ambiente è centrale e orienta la vostra produzione. Me ne puoi parlare?
La produzione è interamente e rigorosamente artigianale: ogni pezzo è realizzato a mano da Marco con estro, cura e passione nel nostro laboratorio vicino a Ferrara. Il nostro lavoro è cominciato per gioco, sperimentando con ciò che avevamo a disposizione e da subito ci siamo mossi con l’idea di dare una seconda possibilità a oggetti e materie nati per altri scopi, rivisitandoli, reinventandoli, piegando la loro funzione. Non solo perché questa è la parte più divertente del nostro lavoro ma anche perché tutta la nostra produzione ruota attorno alla necessità di consumare meno e riusare di più. Cerchiamo in tutti i modi di ridurre il nostro impatto, migliorando la filiera di produzione, acquistando legno che sarebbe destinato al macero perché lievemente difettoso, lavorando con fornitori e distributori che condividono la nostra filosofia, collaborando con artigiane e artigiani, anche del nostro territorio, che lavorino in modo sostenibile. Anche l’acquisto dei nostri gioielli deve poter essere sostenibile: il valore per noi risiede anche nel giusto equilibrio tra costo e prezzo.
Trovare la bellezza lì dove normalmente non sarebbe scontato incontrarla. Potrebbe essere questo il vostro claim?
Nel nostro percorso abbiamo usato davvero di tutto… coroncine dei tappi di bottiglia, legno marino, scarti di stampa 3D, vecchie stoffe, spartiti, abbiamo fatto una intera collezione con materiale edile dai tubi di gomma ai raccordi del gas alle grondaie dismesse! Ci siamo sempre divertiti a creare gioielli sul presupposto che non è bello solo ciò che è prezioso, anzi: la bellezza per noi sta nel mostrare quanto può essere originale un bracciale fatto con il rame di una grondaia rigenerata o in una collana di filo elettrico che si nasconde nei muri. Il prototipo della nostra collana best seller, la Regolo, é nato da un pezzo di legno recuperato da un pavimento allagato e dal cavo elettrico del ferro da stiro!
Il tema dell’arte è strettamente connesso alla vostra concezione del gioiello contemporaneo. Siete presenti al Guggenheim Museum di Venezia, al MACRO – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e il Palazzo delle Esposizioni a Roma, oltre che alla Royal Academy of Arts di Londra. E adesso questo shooting nella casa-museo Remo Brindisi: una grande collezione, eterogenea, costituita da 1.100 opere allestite in un “museo abitabile” ma aperto a tutti, voluto dall’artista in un edificio progettato dall’architetta Nanda Vigo. Come nasce questo legame moda-arte?
Arte, viaggi, natura, architettura, design sono tutte fonti di ispirazione. Se all’inizio del nostro percorso l’accostamento era cercato a posteriori, mano a mano che si è raffinata la lavorazione, consentendoci di sperimentare nuovi materiali, il rapporto si è invertito. La collezione Merides, ad esempio, si ispirava alle culture e ai luoghi di un onirico giro del mondo; la collezione Repeat richiama il mondo della musica. La collezione Fondamenta si ispira agli elementi cardine dell’architettura: un design pulitissimo ed essenziale. Era da tanto che giravo attorno a questa ispirazione. Quando Marco ha trovato il modo tecnico per realizzarla, siamo partiti! Noi ci muoviamo sempre così: io ho una idea e Marco mi dice se si può fare oppure no!
Progetti futuri?
A metà settembre si riparte con la fiera di settore più importante, Milano Fashion&Jewels, per presentare la nuova collezione ai nostri resellers e ovviamente conquistarne di nuovi! Il calendario autunnale é già fitto di eventi e iniziative: amiamo incontrare le nostre e i nostri clienti davanti ad un aperitivo, e negli anni abbiamo avviato bellissime collaborazioni per la promozione della creatività del nostro territorio, che vanno rafforzate e consolidate. In cantiere abbiamo già idee per la collezione primavera del 2025, un passo ancora avanti nell’uso di nuovi materiali e tecniche. E poi… chissà. Il bello è anche farsi stupire dagli imprevisti e cavalcare l’onda!
Tutte le foto sono di Giacomo Brini e sono state scattate presso la Casa Museo Remo Brindisi