Dalla Cina alla Russia e poi l’India, il Sud Est Asiatico e l’Africa. Quella di Primo Marella, fondatore dell’omonima galleria Primo Marella Gallery, è una ricerca che a partire dagli inizi degli anni ’90 si è spinta ben oltre i confini europei e ha toccato diverse aree emergenti con il preciso scopo di anticipare le tendenze della scena artistica e presentare sempre proposte innovative e variegate.
“Sono stato tra i primi a interessarmi ad aree geografiche alle quali nessuno si interessava, come l’Asia e la Cina in particolare dove a cominciare dal 1995 mi sono recato frequentemente. Ho iniziato a conoscere e rintracciare qualche artista locale e a portarlo in Italia con enorme disappunto da parte dei galleristi e dei collezionisti del tempo che andavano a cercare l’arte a Berlino, i più avveduti si spingevano magari fino a New York. Io no, io andavo in Cina. Perché? Forse perché non sono una persona convenzionale e sentivo che lì c’era qualcosa da scoprire.”
Nel dicembre 2004 la Galleria apre uno spazio a Pechino nel distretto 798, il distretto artistico divenuto oggi uno straordinario laboratorio creativo che ospita importanti mostre internazionali e punto di riferimento fondamentale per la cultura urbana di Pechino.
“La mia è stata la prima Galleria europea ad aprire in Cina e a Pechino ci sono rimasto fino al 2011 quando a seguito della mutata situazione politica, dei controlli fiscali sempre più serrati e delle limitazioni, specie alla circolazione delle informazioni, ho deciso di proseguire il mio lavoro spostando l’organizzazione in Svizzera dove è nata nello stesso anno una seconda Galleria. Ma già nel 2004 monitoravo il Sud Est asiatico e l’India e nel 2007 ho iniziato a interessarmi anche all’Africa.”
A Torino, all’edizione appena conclusasi di Artissima 2017, una panoramica interessante su autori e opere legati da un progetto di narrazione che pone il focus su aree geografiche in cui il linguaggio artistico è in forte via di sviluppo e di evoluzione.
A partire dal cinese He Wei, un artista giovane e brillante, la cui grande qualità sia sotto il profilo concettuale che sotto il profilo tecnico è del tutto evidente nei dipinti estremamente elaborati, dalla resa materica e di grande impatto cromatico, e nell’installazione posta al centro dello stand, una sorta di quadro che assume forma strutturale.
Da Singapore Jeremy Sharma, uno dei più interessanti artisti della scena del Sud Est asiatico che si rivela nell’astrazione, in un lavoro concettuale e tridimensionale molto più vicino ad esperienze europee che non alle radici della sua provenienza.
Lo sguardo sul continente africano si nutre dei lavori di Abdoulaye Konaté, uno degli artisti più rilevanti della scena contemporanea, di cui spicca l’opera di grandi dimensioni dedicata ad Aleppo, simile a un arazzo rinascimentale nel colore acceso del rosso frutto della grandissima sensibilità dell’autore, esposta fino a poco tempo fa a Parigi in occasione dell’importante mostra sull’arte africana conclusasi alla fine dell’estate.
Dall’Africa anche le installazioni del giovane emergente Julien Creuzet e le opere pittoriche di Ouattara Watts per finire al Madagascar con i lavori di Joël Andrianomearisoa, un artista che tratta i tessuti in maniera raffinata con una impronta concettuale e una resa minimale e geometrica.
Un percorso nell’arte dei paesi emergenti che tiene insieme le diverse esperienze sociali e culturali di un corpo territoriale enorme dal quale affiora inequivocabile una spontaneità felice, una pienezza vitale, una vivacità creativa e interpretativa che funziona come potente aggregato di entità storiche ed etniche diverse.
Primo Marella Gallery, Milano Viale Stelvio 66 – web site – Facebook – Instagram
Foto di Manuela Lisci