Fino all’11 novembre, mentre in galleria è in corso la nona mostra del maestro francese Daniel Buren, Massimo Minini presenta nella project room la personale di Santiago Torresagasti (Buenos Aires, 1991) dal titolo “zero virgola quattro”.
“Santigo è un giovane artista che ho incontrato poco fa a Como, alla Fondazione Ratti – spiega Minini. Voluta da Antonio Ratti e ora gestita da Annie Ratti con Lorenzo Benedetti e Maddalena Terragni, la Fondazione ospita ogni anno in soggiorno a Como un noto artista e venti giovani. Ero da loro lo scorso luglio e tra gli invitati mi ha colpito il suo lavoro”.
Il progetto espositivo realizzato per questa occasione si compone di una foto, un video e quattro insiemi di disegni (biro, matita, carboncino), che esplorano da diverse angolazioni il tema delle immagini in movimento: la loro proliferazione, la loro accessibilità, le tracce di invisibile che si annidano tra le pieghe del visibile. È indubbio infatti che la nostra epoca contemporanea abbia accelerato l’esperienza visiva, sottoponendo ciascuno di noi a una crescente iperstimolazione.
“Il lavoro è una riflessione sulla capacità che abbiamo di accedere a determinate immagini – racconta Torresagasti. Non si tratta di stabilire se questo sia giusto o sbagliato, categorie sempre molto soggettive, però io credo che ci si concentri troppo sulle immagini in movimento che possiamo vedere e troppo poco su quelle che non possiamo vedere. In altri termini: mi interessa quello spazio tra un fotogramma e l’altro che ci permette in qualche modo di evocare una memoria, un’immagine personale, che magari torna in sogno, come un dejavu, in altri momenti della nostra vita”.
I fotogrammi raccolti in mostra provengono da fonti differenti. Da un video realizzato dall’artista con uno smartphone, da immagini della fine degli anni Settanta ricavate dall’archivio Aamod (Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) e girate dal Fronte di Liberazione Nazionale e da altre prelevate dalle telecamere di sorveglianza di una scuola presbiteriana di Nashville, dove nel febbraio del 2023 si è consumato un attentato.
“Queste immagini, così diverse tra di loro, hanno la particolarità di essere state per me molto accessibili. Alcune di queste sono inserite all’interno del video che ho installato nella project room e la loro continuazione, cioè le altre immagini che compongono i video che sono dentro al tubo catodico, ho deciso di incastrarle e occultarle all’interno dello spazio”.
Formatosi alla Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano, Torresagasti esplora l’immagine in movimento da un punto di vista teorico più che narrativo. La sua ricerca, che si spinge oltre il puro e semplice flusso, ambisce a indagare nuovi linguaggi e nuove modalità di esposizione, invitando lo spettatore a ragionare sulla questione della visione e dell’immagine, e sulla loro separazione.
Cover story: Santiago Torresagasti, zero virgola quattro, Veduta della mostra allestita nella project room della Galleria Massimo Minini, Brescia, foto Petrò Gilberti