Protagonisti di Altaroma anche i Talents 2016 di Accademia Costume e Moda. 15 giovani designers, selezionati lo scorso luglio da una commissione tecnica, che hanno realizzato le loro capsule collection e il cui lavoro è stato valutato da una prestigiosa giuria composta tra gli altri da Silvia Venturini Fendi (Presidente Altaroma) e Carlo Capasa (Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana). L’Accademia, come un laboratorio in continuo fermento ed evoluzione, ha permesso agli allievi di misurarsi con le loro abilità in uno show che intendeva essere sintesi di un lungo percorso di crescita personale e professionale insieme. Per una ricerca identitaria: libera e creativa.
Ilaria Fiore – Magda
La finalista di questa edizione gioca con le contrapposizioni di strutture e drappeggi e restituisce all’accessorio un ruolo fondamentale. Complementare al vestiario e di grande impatto estetico e funzionale.
Andrea Di Salvo – Brèhat
Un interessante studio su forme e strutture, una ricerca che muove da materiali grezzi e colori neutri, lattice e contrasti. Una eterea figura di donna si svela in passerella abitando il rapporto tra il volume del cerchio e quello della figura umana.
Flavia Colantoni – Fru Fru
I Clowns di Fellini, le suggestioni di Berbard Buffet, i voli delle farfalle, i colori, l’ironia.
Livia Francese – Impalpable emotion
Morbidezza e leggerezza. Colori tenui e pastosi. E accostamenti di superfici diverse per una emozione impalpabile.
Sharon Journo Barda – Monsoon
Un diario di viaggio dal Vietnam fino alle metropoli asiatiche. Fatto di ricami artigianali e policromie delle stampe, di pelli in tinte pastello e ricchi broccati.
Maria Martyashkina – U/Vector
Linee nette, geometriche, materiali tecnici e superfici regolari nostalgiche di società industriali post sovietiche.
Federica Melpignano – Knit Wrap
La maglieria come immagine di un uomo che avvolge sé stesso dentro tops di lana lavorati a mano che creano volume mentre sottili fili elastici, per contrasto, sagomano il corpo.
Svetlana Nadezhdina – Bumblebee
Equilibrio armonico di misura ed eccesso, di ordine e scompenso, di forme semplici e lavorazioni ricercate. Tessuti leggeri convivono con pelle e pelliccia e nel nero si fa strada l’energia dell’arancio e del verde.
Deniza Nugnes – Not so ready (made)
Il Maggio Francese, un sistema antico e passatista, linea di separazione stilistica e ideologica che prende forma in giacche, gilet e abiti che seppur snaturati sono realizzati con i più tradizionali tessuti maschili.
Eleonora Olivieri – Midnight
Tagli non convenzionali, insoliti, intrecciati e contorti si mescolano a tessuti doppi in seta, organze e jacquard stropicciati. Per un minimalismo dal forte imprinting sensoriale.
Arnheidur Ros Oskarsdottir – In The Middle of Nowhere
Il tessuto si fa vivente mentre evoca elementi di una natura incontaminata: la forza dinamica delle cascate, il calore della roccia lavica, la fredda staticità dei ghiacciai. Lavorazioni di lana, sfumature di colore, contrasti di tessuti e di volumi.
Federica Rabito – Scally Boy
Il contesto urbano, l’esplorazione della sua povertà, la tossicodipendenza, lo squallore tradotti con forza grafica e materiali tecnici. Sono visioni esterne. Input. Identità.
Francesca Richiardi – Ouverture Au Sauvage
Il minimalismo austero si apre al selvaggio e ne assimila texture e colori facendoli propri. La pelliccia rimanda all’io primitivo di una seconda pelle che avvolge e protegge. E evoca ricordi ancestrali.
Martina Scattarella – Riot
Riot è sommossa, rivolta, rottura di barriere e di standard che omologano. Sono guerrieri che sfilano veloci e decisi contro le ingiustizie del sistema.
Saima Shakoor – Mindi
Mindi in Urdu significa intreccio e qui è intreccio di maglia, intreccio di generi, di maschile e di femminile, intreccio di materiali di cui il colore è la componente essenziale.
Con Adrien Yakimov Roberts – Direttore Didattico dell’Accademia
Con Raimondo Rossi, The Style Researcher
Con Francesco Antici, ARCHIlista
Nel backstage prima dell’inizio dello show
Tutte le foto sono di Elisabetta Brian che infinitamente ringrazio per la collaborazione.