THEATER OF DIS-OPERATIONS (Atto I. A Disarmament)

C’è tempo sino al 27 settembre per vedere nella sede milanese di ArtNoble Gallery, in via Ponte di Legno 9, Theater of Dis-Operations (Atto I. A Disarmament): progetto realizzato in collaborazione con Sa.turn platform, a cura di Arnold Braho con Stefano De Gregori.

La mostra individua nell’attivazione di processi di disarmo l’urgenza primaria della società contemporanea, in un periodo storico in cui la normalizzazione della violenza, l’aumento dei conflitti armati, l’impetuosa espansione del mercato globale delle armi e delle industrie guerrafondaie sono al centro del dibattito pubblico. Secondo SIPRI (Stockholm International Pace Research Institute) infatti tra il 2014-18 e il 2019-23, gli Stati europei hanno quasi raddoppiato le importazioni di armi (+94%). 

La collettiva offre uno sguardo critico, a partire dall’interiorizzazione della definizione di teatro di guerra (theater of operations), ossia l’area geografica dove vengono condotte le operazioni di strategia militare. L’obiettivo è quello di proporre in modo letteralmente tagliente processi e operati artistici che hanno la capacità di offrire nuove strategie di sabotaggio della violenza, attraverso un repertorio di dispositivi e atti potenziali. Un sabotaggio quindi capace di eludere, rendere disfunzionale, disarmare, ma anche di individuare strategie di fuga, diserzione e «drop out» per indebolire dal basso il paradigma bellico. 

Theater of Dis-operations, presented by Sa.Turn and ArtNoble Gallery, Installation view. Courtesy of ArtNoble Gallery. Ph. Credits Michela Pedranti.

Nonostante esista un’ampia nozionistica che raccoglie all’interno di dizionari, glossari, manuali e strutture di catalogazione una vasta serie di dispositivi di violenza, il concetto di “arma” assume qui un significato nettamente più ampio di quanto comunemente si creda, ripresentandosi sotto forma di dispositivi, ma anche strumenti e strutture simboliche come “stato”, “bandiera” e “nazione”. 

Muovendo da queste considerazioni, Theater of Dis-Operations (Atto I. A Disarmament) tenta di offrire tecniche e tattiche di disarmo, estendendone i limiti pratici. Disarmare significa allora esonerare solamente il soggetto dall’utilizzo del dispositivo arma, o è necessario mettere in crisi quei macrosistemi economici che contribuiscono ad alimentare un mercato della morte a favore di un profitto? La diserzione può essere una strategia di sabotaggio? Infine, disarmo di chi e in favore di cosa? 

Theater of Dis-operations, presented by Sa.Turn and ArtNoble Gallery, Installation view. Courtesy of ArtNoble Gallery. Ph. Credits Michela Pedranti.

Artisti in mostra: Agnese Barbarani (Italia, 1995), Arijit Bhattacharyya (India, 1994), Paolo Ciregia (Italia, 1987), Critical Art Ensemble (USA, 1987), Gaia De Megni (Italia, 1993), Thiago Dezan (Brasile), Shadi Harouni (Iran, 1985), Délio Jasse (Angola, 1980), Infinite (Italia, 1990), Zazzaro Otto (Italia, 1988), Stefano Serretta (Italia, 1987) e Francesco Vullo (Italia, 1994). 

Cover story: Theater of Dis-operations, presented by Sa.Turn and ArtNoble Gallery, Installation view. Courtesy of ArtNoble Gallery. Ph. Credits Michela Pedranti.

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