C’era lo spirito pieno di mondi, o di sassolini, che fa lo stesso avrebbe detto Pirandello, quattro anni e mezzo fa quando ho iniziato questa avventura. Solo che allora ero così, ferma ai primi passi di tante vie. Tutte le prendevo. Ma a camminarci, non ci camminavo. E sebbene la pratica di guardare all’indietro sia tra quelle che più detesto, nemica come sono dell’immobilità sospesa, mi pare di poter dire oggi, a distanza di un tempo relativamente breve, di aver almeno provato a percorrere un po’ di quelle strade nella faticosa, eppure irrinunciabile, ricerca di me stessa. Accorciando le distanze che mi separano da me e dai centomila estranei che convivono in me. Familiarizzando con le centomila realtà che mi abitano e abitando io stessa le centomila forme liquide che popolano il mare dell’essere.
Sui temi della scomposizione e della molteplicità ho lavorato molto in quest’ultimo anno abbandonando ogni volta che mi è stato possibile il tutto determinato e il tutto stabilito e buttando all’aria costruzioni ideali, evitando così di adagiarmi nell’illusione sterile che ogni effetto debba seguire obbediente la sua causa.
Di questo e per questo, per questa grande opportunità che mi è concessa, ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnata ancora una volta nel mio viaggio. Sarebbe una lista lunghissima da scrivere: designers, fotografi, galleristi, artisti, insegnanti, curatori, amici veri, amici virtuali. Ringrazio chi è arrivato da poco. Ringrazio chi c’è da sempre. E ringrazio allo stesso modo chi se ne è andato perché da ognuno ho imparato qualcosa di importante e perché non ho mai voluto imporre a nessuno il mondo che ho dentro, come se fosse fuori.
Ringrazio infine Ottavio Maledusi per avermi voluta tra i protagonisti del suo progetto fotografico “Artisti miei” e per questo scatto multiplo in cui mi vedo rinascere fotogramma per fotogramma.
Perché, prendendo a prestito le parole del Maestro:
“…muojo ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.”
(Luigi Pirandello – Uno, nessuno e centomila)
Un ringraziamento speciale a Osart gallery per aver gentilmente messo a disposizione i suoi spazi. La mostra “Gina Pane dalle collezioni italiane” sarà visitabile in galleria a partire dal 8 gennaio 2019 e fino al 23 febbraio 2019
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“Uno, nessuno, centomila” è anche il titolo del progetto fotografico di Filippo Rebuzzini, aka Ottavio Maledusi, che nasce alla fine di giugno del 2016 proponendo la moltiplicazione come forma di ritratto. Nel tempo il progetto è cresciuto e si è ampliato annoverando tra le sue categorie gli “Artisti Miei”, i “Mestieri Miei” e i “Fatti Miei”. Tutti i ritratti vengono realizzati in un ambiente consono o comunque familiare al soggetto ritratto lasciando molto spazio all’improvvisazione anzi considerandola un valore aggiunto in vista del risultato finale, per cui la fase di scelta ed editing delle immagini ha importanza determinate. Il progetto verrà diffuso per mezzo della partecipazione a una serie di festival fotografici: “Amici Miei” sarà presente a Matera, all’interno del “Mat 2019. Coscienza dell’Uomo” che si terrà da aprile a giugno del 2019 e a luglio del prossimo anno sarà esposto a Corigliano in occasione del “Corigliano Calabro Fotografia”. Lo stesso sarà poi pubblicato, a partire da marzo 2019 e su richiesta dell’autore, su alcune riviste di settore come ImageMag. Mossa dalla sua passione per la fotografia e dalla volontà di apprendere una tecnica nuova, collabora alla realizzazione del progetto anche la fotografa Daniela Damiano.