Anche se le immagini sembrano messe in scena, il loro mondo esiste e non c’è niente da spiegare, c’è solo da guardare. E a ben guardare sono sempre sola, quasi mi interessasse lo stare a sé stante quale conseguenza dell’impossibilità a comunicare degli esseri umani. Il corpo liberato da ogni dimensione di luogo e di tempo, liberato da ogni azione che non fosse un’animazione meccanica, ha fatto di me un essere a sé, in un silenzio assoluto e perfetto. Fuori dal nero insistente solo lo sguardo distratto e remoto, carico di un grigio inquietante. Ho svelato la fisionomia del vuoto mettendomi in esso. Una immersione nell’oscuro, un indicibile senso di vertigine.
Abiti, Rita Capuni FW/16 Collection
Foto, Elisabetta Brian